Ariion XXIII. Charley Brindley

Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Ariion XXIII - Charley Brindley страница 5

Ariion XXIII - Charley Brindley

Скачать книгу

collina erbosa, guardando l’acqua increspata. Il loro pranzo consisteva in un panino con mortadella e formaggio, una bibita e una mela.

      Dopo la pausa pranzo, Cameron si mise la mela in tasca e tornarono a lavoro.

      Mentre percorrevano il prato verso la General Sherman Square, Cameronpuntò il bastone verso un uomo che vagava sul sentiero.

      “Ehi, c’è Rantolo.”

      “Rantolo?”

      “Ha un solo polmone, ma fuma come una ciminiera. Deve fermarsi ogni due passi per prendere fiato.” Quando si avvicinarono al vecchio, Cameron disse, “Ehi Rantolo, come va?”

      “Eh? Oh, ciao, Cam.” Rantolo si lasciò cadere su una panchina, respirando pesantemente. “Sto… bene.” Cercò nelle tasche della sua vecchia e consunta giacca, ma non trovò nulla. “Hai una sigaretta… con te?”

      “Sai che non fumo.”

      “Cosa mi dici…della tua amica?” Senza denti e con le spalle storte, ansimava in cerca d’aria.

      La ragazza scosse la testa.

      “Continua a fumare, Rantolo,” disse Cameron, “e ti toglieranno anche l’altro polmone.”

      “Lo so.” Fece un paio di respiri profondi. “Allora sarà…davvero difficile respirare. Smetterò domani, certamente.” Rantolo puzzava di vestiti sporchi e di corpo non lavato. Indicò il sacco nero di Cameron. “Perché raccogli la spazzatura?”

      “Il giudice mi ha assegnato dei lavori socialmente utili.”

      “E perchè l’ha fatto?”

      Cameron disse a Rantolo che era stato arrestato per una rapina alla banca, poi che gli erano stati date tre settimane di lavori socialmente utili.

      “E’ coinvolta anche lei?” Rantolo indicò Ariion.

      “No,” disse Cameron. “Ha fatto una cosa peggiore di una rapina alla banca.”

      “Davvero?” Rantolo la guardò con evidente ammirazione.

      “Ecco.” Cameron tirò fuori la mela dalla tasca e la porse a Rantolo.

      Il vecchio esitò. “Non la vuoi?”

      “No, ho fatto un pasto abbondante,” disse Cameron.

      “Grazie.” Rantolo tirò fuori un coltellino e tagliò una fettina della mela. “Come si chiama la tua amica?” Puntò la mela verso la ragazza.

      “Lei è Ariion.”

      “Piacere. Io e il mio vecchio amico…” indicò Cameron, “…Cam abitiamo qui… al parco da almeno quattro anni.”

      “Quattro anni?!” disse Ariion. “Come riuscite a sopravvivere?”

      “C’è un gruppo di… benefattori, che vengono qui… due, tre volte a settimana.” Si interruppe per respirare. “Diglielo tu, Cam.”

      “Ci danno cibo, dentifricio, sapone, queste cose qua. Non è così male, tranne che d’inverno.”

      “Sì, l’inverno,” disse Rantolo. “Parlare dell’inverno.”

      “Nelle notti molto fredde, andiamo in un rifugio.”

      “Non penso che potrei farlo per quattro giorni,” disse Ariion, “figuriamoci per quattro anni.”

      Cameron e Rantolo si guardarono.

      “Molti di loro…non lo fanno.”

      Cameron spostò il proprio peso da un piede all’altro. “Immagino che faremmo meglio a tornare al lavoro, amico. Mettimi da parte qualcosa da mangiare per stasera.”

      “Certo.” Rantolo si alzò. “Vado giù fino a Wall Street. Quando escono gli agenti di borsa… a volte sanno essere molto generosi.”

      Mentre Cameron e Ariion lasciavano Cameron e si dirigevano verso Sheep Meadow, il telefono di Ariion squillò. Lo prese dalla tasca posteriore dei pantaloni e guardò lo schermo, ma non rispose. Sospirò, poi lo rimise in tasca.

      “Cattive notizie?” Cameron infilzò un bicchiere da cappuccino con il suo bastone chiodato.

      Scosse la testa. “E’ mia madre. Non sarà a casa in tempo per cena.”

      “Non vuoi parlare con lei?” Lasciò cadere il bicchiere infilzato nel suo sacco della spazzatura.

      Ariion trafisse una lattina di Pepsi. “Nah, era il solito messaggino.”

      “Non mandi messaggi?”

      Lei scosse la testa e lasciò cadere la lattina di alluminio nel sacco della spazzatura.

      “Pensavo che tutti i bambini mandassero messaggi di testo.”

      “Non mi piacciono i messaggi.”

      “E il tuo fidanzatino?”

      Ariion gli lanciò un’occhiataccia e sbuffò col naso.

      “Cosa significa? Non hai il fidanzatino, o non ti manda messaggi?”

      “Nessun ragazzo mi manderà mai dei messaggi, o mi telefonerà.”

      “Certamente scherzi. Una bella ragazza come te, deve esserci una bella fila di ragazzi che ti vengono dietro.”

      Sbuffò una risata. “Sì, proprio.”

      “Hai la lebbra o cosa?”

      La ragazza fece un profondo sospiro. “Perché il giudice ti ha dato lavori socialmente utili?”

      “Immagino che il giudice avrà pensato che questo mi renda una persona responsabile.”

      “E funzionerà?”

      “Diavolo, Central Park è casa mia. Non mi da nessun fastidio andare in giro a raccogliere la spazzatura.” Alzò lo sguardo sulla collina. “Ehi, guarda, l’incarto di un Big Mac. Vuoi l’involucro o quel biglietto del parcheggio?” Puntò il bastone sulla sua sinistra.

      “Uhm… prenderò il biglietto del parcheggio.” Aprì il suo sacco della spazzatura. “Ho già due Big Mac.”

* * * * *

      Il secondo giorno di servizi socialmente utili, Cameron e Ariion si occuparono del lato sud del lago di Central Park.

      “Hai detto che sei qui per vandalismo,” disse Cameron. “Cos’hai combinato?”

      “Hai presente quelle telecamere sui pali?”

      Cameron infilzò una bottiglia di plastica con il suo bastone, facendola frusciare. “Certo, sono ovunque oggigiorno.” Infilò la bottiglia dentro il sacco della spazzatura.

      “Odio quelle cose. Cosa da loro il permesso di guardarci tutto il tempo?”

      “La sicurezza?”

      “Spiarci è più probabile,”

Скачать книгу