Il Libro di Urantia. Urantia Foundation

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Il Libro di Urantia - Urantia Foundation

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mortale. La tecnica della sopravvivenza è contenuta in quegli aggiustamenti della volontà umana ed in quelle trasformazioni nella mente mortale per mezzo delle quali un intelletto cosciente di Dio viene gradualmente istruito dallo spirito ed infine guidato dallo spirito. Questa evoluzione della mente umana, dall’associazione con la materia all’unione con lo spirito, porta alla trasmutazione delle fasi potenzialmente spirituali della mente mortale nelle realtà morontiali dell’anima immortale. La mente umana asservita alla materia è destinata a diventare sempre più materiale e di conseguenza a subire l’estinzione finale della personalità. La mente sottomessa allo spirito è destinata a diventare sempre più spirituale ed alla fine a raggiungere l’unione con lo spirito divino che sopravvive e la guida, ed in questo modo ad ottenere la sopravvivenza e l’eternità dell’esistenza della personalità.

      1:3.8 (26.2) Io provengo dall’Eterno e sono tornato ripetutamente alla presenza del Padre Universale. Sono a conoscenza dell’esistenza reale e della personalità della Prima Sorgente e Centro, il Padre Eterno ed Universale. So che il grande Dio, oltre che assoluto, eterno ed infinito, è anche buono, divino e misericordioso. Conosco la verità delle grandi affermazioni: “Dio è spirito” e “Dio è amore”, e questi due attributi sono rivelati più completamente all’universo nel Figlio Eterno.

      1:4.1 (26.3) L’infinità della perfezione di Dio è tale da renderlo eternamente un mistero. Ed il più grande di tutti i misteri insondabili di Dio è il fenomeno della divina dimora nelle menti mortali. La maniera con la quale il Padre Universale soggiorna con le creature del tempo è il più profondo di tutti i misteri dell’universo; la presenza divina nella mente dell’uomo è il mistero dei misteri.

      1:4.2 (26.4) I corpi fisici dei mortali sono “i templi di Dio”. Sebbene i Figli Creatori Sovrani si avvicinino alle creature dei loro mondi abitati ed “attirino a sé tutti gli uomini”; benché essi “stiano alla soglia” della coscienza e “bussino” e si rallegrino di entrare in tutti coloro che “aprono le porte del loro cuore”; benché esista questa comunione personale intima tra i Figli Creatori e le loro creature mortali, nondimeno gli uomini mortali hanno qualcosa di Dio stesso che dimora effettivamente in loro; i loro corpi ne sono il tempio.

      1:4.3 (26.5) Quando voi avrete finito quaggiù, quando avrete completato il vostro percorso nella forma temporanea sulla terra, quando il vostro viaggio di prova nella carne sarà terminato, quando la polvere che compone il tabernacolo mortale “ritornerà alla terra da dove è venuta”, allora, com’è rivelato, lo “Spirito che dimora in voi ritornerà a Dio che lo diede”. In ciascun essere morale di questo pianeta soggiorna un frammento di Dio, una parte integrante della divinità. Esso non vi appartiene ancora per diritto di possesso, ma è intenzionalmente concepito per diventare uno con voi se sopravviverete all’esistenza mortale.

      1:4.4 (26.6) Noi siamo costantemente posti di fronte a questo mistero di Dio. Restiamo stupefatti davanti al crescente dispiegarsi del panorama senza fine della verità concernente la sua bontà infinita, la sua misericordia inesauribile, la sua saggezza incomparabile ed il suo carattere stupendo.

      1:4.5 (26.7) Il divino mistero consiste nella differenza intrinseca che esiste tra il finito e l’infinito, il temporale e l’eterno, la creatura del tempo-spazio ed il Creatore, il materiale e lo spirituale, l’imperfezione dell’uomo e la perfezione della Deità del Paradiso. Il Dio d’amore universale si manifesta infallibilmente a ciascuna delle sue creature fino alla pienezza della capacità di tale creatura di afferrare spiritualmente le qualità della verità, della bellezza e della bontà divine.

      1:4.6 (27.1) Ad ogni essere spirituale e ad ogni creatura mortale, in ogni sfera ed in ogni mondo dell’universo degli universi, il Padre Universale rivela del suo benevolo e divino sé tutto ciò che può essere distinto e compreso da tali esseri spirituali e da tali creature mortali. Dio non fa eccezione di persone, siano esse spirituali o materiali. La presenza divina di cui ogni figlio dell’universo gode ad ogni momento è limitata soltanto dalla capacità di questa creatura di ricevere e di discernere le realtà spirituali del mondo sovram-materiale.

      1:4.7 (27.2) In quanto realtà nell’esperienza spirituale umana, Dio non è un mistero. Ma quando si tenta di spiegare le realtà del mondo spirituale alle menti fisiche di ordine materiale, appare il mistero: misteri così sottili e profondi che solo la comprensione per fede, da parte del mortale che conosce Dio, può compiere il miracolo filosofico del riconoscimento dell’Infinito da parte del finito, del discernimento del Dio eterno da parte dei mortali in evoluzione dei mondi materiali del tempo e dello spazio.

      1:5.1 (27.3) Non permettete che la grandezza di Dio, la sua infinità, oscuri od eclissi la sua personalità. “Colui che ha disegnato l’orecchio, non udrà? Colui che ha formato l’occhio, non vedrà?” Il Padre Universale è l’apice della personalità divina; è l’origine ed il destino della personalità di tutta la creazione. Dio è sia infinito che personale; è una personalità infinita. Il Padre è veramente una personalità, sebbene l’infinità della sua persona lo ponga per sempre al di là della piena comprensione degli esseri materiali e finiti.

      1:5.2 (27.4) Dio è molto di più di una personalità come essa è compresa dalla mente umana; egli è anche molto di più di ogni possibile concetto di superpersonalità. Ma è assolutamente futile discutere questi concetti incomprensibili della personalità divina con la mente delle creature materiali, il cui massimo concetto della realtà dell’essere consiste nell’idea e nell’ideale della personalità. Il più alto concetto possibile del Creatore Universale da parte della creatura materiale è contenuto negli ideali spirituali dell’idea elevata della personalità divina. Quindi, benché voi possiate sapere che Dio deve essere molto di più della concezione umana della personalità, sapete altrettanto bene che il Padre Universale non può assolutamente essere qualcosa di meno di una personalità eterna, infinita, vera, buona e bella.

      1:5.3 (27.5) Dio non si nasconde a nessuna delle sue creature. Egli è inavvicinabile per tanti ordini di esseri soltanto perché “dimora in una luce che nessuna creatura materiale può avvicinare”. L’immensità e la grandiosità della personalità divina oltrepassano la portata della mente imperfetta dei mortali evoluzionari. Egli “misura le acque nel cavo della sua mano, misura un universo con il palmo della sua mano. È lui che sta seduto sull’orbita della terra, che distende i cieli come un sipario e li dispiega come un universo da abitare”. “Alzate gli occhi al cielo e guardate chi ha creato tutte queste cose, chi rivela i mondi con il loro numero e li chiama tutti con il loro nome”. È quindi vero che “le cose invisibili di Dio sono parzialmente capite per mezzo delle cose create”. Oggi, e come voi siete, dovete discernere l’Autore invisibile attraverso la sua molteplice e diversa creazione, come pure tramite la rivelazione ed il ministero dei suoi Figli e dei loro numerosi subordinati.

      1:5.4 (28.1) Anche se i mortali materiali non possono vedere la persona di Dio, dovrebbero rallegrarsi per la certezza che egli è una persona. Accettate per fede la verità che descrive come il Padre Universale ha tanto amato il mondo da provvedere all’eterna progressione spirituale dei suoi abitanti inferiori; com’egli “si diletta nei suoi figli”. Dio non manca di alcuno di quegli attributi superumani e divini che costituiscono una personalità di Creatore perfetta, eterna, amorevole ed infinita.

      1:5.5 (28.2) Nelle creazioni locali (ad eccezione del personale dei superuniversi) Dio non ha alcuna manifestazione personale o residenziale se non da parte dei Figli Creatori Paradisiaci, che sono i padri dei mondi abitati ed i sovrani degli universi locali. Se la fede della creatura fosse perfetta, quest’ultima saprebbe con certezza che quando ha visto un Figlio Creatore ha visto il Padre Universale; cercando il Padre non chiederebbe né si aspetterebbe di vedere altri che il Figlio. L’uomo mortale semplicemente non può vedere Dio prima di aver conseguito

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