Il Libro di Urantia. Urantia Foundation

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Il Libro di Urantia - Urantia Foundation

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dell’assolutezza universale della natura infinita della Prima Grande Sorgente e Centro, ma il Padre Universale è divinamente presente sotto ogni aspetto nei Figli Creatori. Il Padre ed i suoi Figli sono uno. Questi Figli Paradisiaci dell’ordine dei Micael sono personalità perfette ed il modello stesso per tutte le personalità di un universo locale, da quella del Radioso Astro del Mattino fino alla più bassa creatura umana di evoluzione animale progressiva.

      1:5.7 (28.4) Senza Dio ed in mancanza della sua grandiosa persona centrale non vi sarebbe alcuna personalità in tutto l’immenso universo degli universi. Dio è personalità.

      1:5.8 (28.5) Sebbene Dio sia un potere eterno, una presenza maestosa, un ideale trascendente ed uno spirito glorioso, benché sia tutto ciò ed infinitamente di più, egli è tuttavia, veramente ed eternamente, una perfetta personalità di Creatore, una persona che può “conoscere ed essere conosciuta”, che può “amare ed essere amata” e che può mostrarci amicizia. Allo stesso tempo voi potete essere conosciuti, come altri esseri umani lo sono stati, come amici di Dio. Egli è uno spirito reale ed una realtà spirituale.

      1:5.9 (28.6) Mentre vediamo il Padre Universale rivelato in tutto il suo universo, mentre lo distinguiamo dimorare nelle sue miriadi di creature, mentre lo contempliamo nella persona dei suoi Figli Sovrani, mentre continuiamo a percepire la sua divina presenza qua e là, vicino e lontano, non mettiamo in dubbio e non contestiamo il primato della sua personalità. Nonostante l’immensità di tutte queste distribuzioni, egli rimane una vera persona e mantiene perpetuamente un collegamento personale con le innumerevoli moltitudini delle sue creature disseminate nell’intero universo degli universi.

      1:5.10 (28.7) L’idea della personalità del Padre Universale è un concetto più ampio e più veritiero di Dio, ed è pervenuto all’umanità principalmente per rivelazione. La ragione, la saggezza e l’esperienza religiosa deducono ed implicano tutte la personalità di Dio, ma non la convalidano interamente. Anche l’Aggiustatore di Pensiero che risiede in voi è prepersonale. La verità e la maturità di una religione sono direttamente proporzionali al suo concetto della personalità infinita di Dio e al suo grado di comprensione dell’unità assoluta della Deità. L’idea di una Deità personale diviene allora la misura della maturità religiosa, dopo che la religione ha dapprima formulato il concetto dell’unità di Dio.

      1:5.11 (29.1) La religione primitiva aveva numerosi dei personali, ed essi erano modellati ad immagine dell’uomo. La rivelazione afferma la validità del concetto della personalità di Dio, che è possibile soltanto nel postulato scientifico di una Causa Prima ed è solo suggerita in via provvisoria nell’idea filosofica di Unità Universale. Solo con l’approccio della personalità una persona può cominciare a comprendere l’unità di Dio. Negare la personalità della Prima Sorgente e Centro lascia soltanto la scelta tra due dilemmi filosofici: materialismo o panteismo.

      1:5.12 (29.2) Nella contemplazione della Deità il concetto di personalità deve essere spogliato dell’idea di corporeità. Un corpo materiale non è indispensabile alla personalità né dell’uomo né di Dio. L’errore della corporeità appare nei due estremi della filosofia umana. Nel materialismo, poiché alla morte l’uomo perde il suo corpo, cessa di esistere come personalità; nel panteismo, poiché Dio non ha corpo, quindi non è una persona. Il tipo superumano di personalità progressiva funziona in un’unione di mente e spirito.

      1:5.13 (29.3) La personalità non è semplicemente un attributo di Dio; essa rappresenta piuttosto la totalità della natura infinita coordinata e della volontà divina unificata che è perfettamente espressa in eternità ed universalità. In senso supremo, la personalità è la rivelazione di Dio all’universo degli universi.

      1:5.14 (29.4) Dio, essendo eterno, universale, assoluto ed infinito, non cresce in conoscenza né aumenta in saggezza. Dio non acquisisce esperienza, come un uomo finito potrebbe congetturare o comprendere, ma nei regni della sua personalità eterna egli gode di quelle espansioni continue di autorealizzazione che sono in certa misura comparabili ed analoghe all’acquisizione di una nuova esperienza da parte delle creature finite dei mondi evoluzionari.

      1:5.15 (29.5) La perfezione assoluta del Dio infinito lo porterebbe a subire le enormi limitazioni della finalità non qualificata della perfezione, se non fosse per il fatto che il Padre Universale partecipa direttamente alla lotta della personalità di ogni anima imperfetta dell’immenso universo che cerca, con l’aiuto divino, di ascendere ai mondi superiori spiritualmente perfetti. Questa esperienza progressiva di ogni essere spirituale e di ogni creatura mortale dell’intero universo degli universi è parte della coscienza di Deità in continua espansione del Padre e dell’infinito circolo divino d’incessante autorealizzazione.

      1:5.16 (29.6) È letteralmente vero che: “In tutte le vostre afflizioni egli è afflitto.” “In tutti i vostri trionfi egli trionfa in voi e con voi.” Il suo spirito divino prepersonale è parte reale di voi. L’Isola del Paradiso risponde a tutte le metamorfosi fisiche dell’universo degli universi; il Figlio Eterno include tutti gl’impulsi spirituali di tutta la creazione; l’Attore Congiunto ingloba ogni espressione mentale del cosmo in espansione. Il Padre Universale realizza nella pienezza della coscienza divina ogni esperienza individuale acquisita nel corso delle lotte progressive sostenute dalle menti in espansione e dagli spiriti ascendenti di ogni entità, essere e personalità dell’intera creazione evoluzionaria del tempo e dello spazio. E tutto ciò è letteralmente vero, perché “in Lui noi tutti viviamo, ci muoviamo ed abbiamo il nostro essere”.

      1:6.1 (29.7) La personalità umana è l’immagine-ombra proiettata nel tempo-spazio dalla personalità del Creatore divino. E nessuna realtà può mai essere adeguatamente compresa attraverso l’esame della sua ombra. Le ombre dovrebbero essere interpretate in funzione della vera sostanza.

      1:6.2 (30.1) Per la scienza Dio è una causa, per la filosofia è un’idea, per la religione è una persona, nonché l’amorevole Padre celeste. Per lo scienziato Dio è una forza primordiale, per il filosofo è un’ipotesi di unità, per la persona religiosa è un’esperienza spirituale vivente. Il concetto inadeguato dell’uomo riguardante la personalità del Padre Universale può essere migliorato solo dal progresso spirituale dell’uomo nell’universo, e diverrà veramente adeguato soltanto quando i pellegrini del tempo e dello spazio alla fine raggiungeranno in Paradiso l’abbraccio divino del Dio vivente.

      1:6.3 (30.2) Non dimenticate mai che i punti di vista di Dio e dell’uomo sulla personalità sono agli antipodi. L’uomo considera e comprende la personalità guardando dal finito all’infinito, Dio guarda dall’infinito al finito. L’uomo possiede il tipo più basso di personalità, Dio il più elevato, nonché supremo, ultimo ed assoluto. Perciò i concetti migliori della personalità divina hanno dovuto attendere pazientemente la comparsa d’idee più evolute della personalità umana, in particolare la rivelazione superiore della personalità, sia divina che umana, nella vita di conferimento su Urantia di Micael, il Figlio Creatore.

      1:6.4 (30.3) Lo spirito divino prepersonale che risiede nella mente umana porta, con la sua stessa presenza, la prova valida della sua effettiva esistenza, ma il concetto della personalità divina può essere afferrato soltanto dall’intuizione spirituale di un’autentica esperienza religiosa personale. Qualsiasi persona, umana o divina, può essere conosciuta e compresa del tutto indipendentemente dalle reazioni esteriori o dalla presenza materiale di quella persona.

      1:6.5 (30.4) Per un’amicizia tra due persone è essenziale un certo grado di affinità morale e di armonia spirituale; una personalità amorevole può difficilmente rivelarsi ad una persona priva d’amore. Anche per accostarsi alla conoscenza di una personalità divina devono essere totalmente consacrate a questo sforzo tutte le doti di personalità dell’uomo; una devozione parziale, tiepida, sarà inefficace.

      1:6.6

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