Il Libro di Urantia. Urantia Foundation

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Il Libro di Urantia - Urantia Foundation

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(35.5) Anche i vostri antichi profeti comprendevano l’eterna natura circolare, senza inizio né fine, del Padre Universale. Dio è letteralmente ed eternamente presente nel suo universo degli universi. Egli abita il momento presente con tutta la sua maestà assoluta e la sua grandezza eterna. “Il Padre ha la vita in se stesso e questa vita è vita eterna.” Lungo tutte le ere eterne è stato il Padre che “dona la vita a tutti”. C’è perfezione infinita nell’integrità divina. “Io sono il Signore; io non cambio.” La nostra conoscenza dell’universo degli universi rivela non solo che egli è il Padre delle luci, ma anche che nella sua conduzione degli affari interplanetari “non c’è né variabilità né ombra di cambiamento”. Egli “annuncia la fine già dall’inizio”. Egli dice: “La mia decisione permarrà; farò tutto ciò che mi aggrada” “secondo il proposito eterno che ho stabilito in mio Figlio.” I piani ed i propositi della Prima Sorgente e Centro sono perciò com’è lui stesso: eterni, perfetti e per sempre immutabili.

      2:2.2 (35.6) C’è finalità di completezza e perfezione di pienezza nei comandamenti del Padre. “Tutto ciò che Dio fa, rimarrà per sempre; niente vi può essere aggiunto e niente può esservi tolto.” Il Padre Universale non si pente dei suoi propositi originari di saggezza e di perfezione. I suoi piani sono stabili, la sua intenzione è immutabile, così come i suoi atti sono divini ed infallibili. “Mille anni per lui sono solo come il giorno di ieri quando è trascorso e come una veglia nella notte.” La perfezione della divinità e l’ampiezza dell’eternità sono per sempre al di là della piena comprensione per la mente circoscritta dei mortali.

      2:2.3 (36.1) Le reazioni di un Dio immutabile, nell’esecuzione del suo proposito eterno, possono sembrare variare secondo il comportamento mutevole e le menti incostanti delle sue intelligenze create. Esse possono apparentemente e superficialmente variare; ma sotto la superficie e dietro ogni manifestazione esteriore è sempre presente il proposito immutabile, il piano perpetuo, del Dio eterno.

      2:2.4 (36.2) Fuori, negli universi, la perfezione deve essere necessariamente un termine relativo, ma nell’universo centrale e specialmente in Paradiso la perfezione è completa; in certe fasi è persino assoluta. Le manifestazioni della Trinità cambiano la dimostrazione della perfezione divina, ma non l’attenuano.

      2:2.5 (36.3) La perfezione primordiale di Dio non consiste in una rettitudine presunta, ma piuttosto nella perfezione insita nella bontà della sua natura divina. Egli è finale, completo e perfetto. Non manca nulla alla bellezza e alla perfezione del suo carattere retto. E l’intero piano delle esistenze viventi sui mondi dello spazio è incentrato nel proposito divino di elevare tutte le creature dotate di volontà all’alto destino dell’esperienza di condividere la perfezione paradisiaca del Padre. Dio non è né egocentrico né riservato; egli non cessa mai di donare se stesso a tutte le creature coscienti di se stesse dell’immenso universo degli universi.

      2:2.6 (36.4) Dio è eternamente ed infinitamente perfetto. Egli non può conoscere l’imperfezione come esperienza personale, ma condivide la consapevolezza di tutta l’esperienza d’imperfezione di tutte le creature che lottano negli universi in evoluzione di tutti i Figli Creatori Paradisiaci. Il tocco personale e liberatore del Dio di perfezione copre con la sua ombra i cuori di tutte le creature mortali che si sono elevate al livello universale di discernimento morale e circonda le loro nature. In tal modo, come pure attraverso i contatti della sua presenza divina, il Padre Universale partecipa effettivamente all’esperienza con l’immaturità e l’imperfezione nella carriera evolutiva di ogni essere morale dell’intero universo.

      2:2.7 (36.5) I limiti umani, il male potenziale, non fanno parte della natura divina. Ma l’esperienza dei mortali con il male e tutte le relazioni dell’uomo con esso fanno certamente parte della sempre maggiore autorealizzazione di Dio nei figli del tempo — le creature dotate di responsabilità morale che sono state create o sviluppate da ciascun Figlio Creatore uscito dal Paradiso.

      2:3.1 (36.6) Dio è retto, perciò è giusto. “Il Signore è retto in tutti i suoi modi.” “ ‘Non ho fatto senza causa tutto ciò che ho fatto’, dice il Signore.” “I giudizi del Signore sono completamente veri e retti.” La giustizia del Padre Universale non può essere influenzata dagli atti e dalle opere delle sue creature, “perché non c’è iniquità nel Signore Dio nostro, né eccezione di persone, né accettazione di doni”.

      2:3.2 (36.7) Quanto è futile rivolgere puerili appelli ad un tale Dio affinché modifichi i suoi decreti immutabili al fine di poterci evitare le giuste conseguenze dell’attuazione delle sue sagge leggi naturali e dei suoi retti comandamenti spirituali! “Non ingannatevi; non è possibile burlarsi di Dio, perché ciò che un uomo semina anche raccoglierà.” In verità, anche nella giustizia di raccogliere la messe delle cattive azioni, questa giustizia divina è sempre temperata dalla misericordia. La saggezza infinita è l’arbitro eterno che determina le proporzioni di giustizia e di misericordia che saranno applicate in ogni data circostanza. La più grande punizione (in realtà una conseguenza inevitabile) per la trasgressione e la ribellione deliberata al governo di Dio è la perdita dell’esistenza in quanto soggetto individuale di questo governo. Il risultato finale del peccato deliberato è l’annientamento. In ultima analisi, questi individui che si sono identificati con il peccato si sono autodistrutti divenendo completamente irreali per aver abbracciato l’iniquità. Tuttavia, l’effettiva scomparsa di tali creature è sempre ritardata fino a quando la procedura della giustizia stabilita e corrente in quell’universo non sia stata pienamente osservata.

      2:3.3 (37.1) La cessazione dell’esistenza è generalmente decretata al momento del giudizio dispensazionale o epocale del regno o dei regni. Su un mondo come Urantia esso avviene alla fine di una dispensazione planetaria. In tale circostanza, la cessazione dell’esistenza può essere decretata dall’azione coordinata di tutti i tribunali di giurisdizione, che vanno dal consiglio planetario, passando per le corti di giustizia del Figlio Creatore, fino ai tribunali di giudizio degli Antichi dei Giorni. L’ordine di dissoluzione parte dalle corti superiori del superuniverso a seguito di una conferma non interrotta dell’accusa proveniente dalla sfera di residenza del trasgressore. Allora, quando la sentenza di estinzione è stata confermata dall’alto, l’esecuzione avviene con un atto diretto dei giudici che risiedono nella capitale del superuniverso e che da là operano.

      2:3.4 (37.2) Allorché questa sentenza è definitivamente confermata, l’essere identificatosi con il peccato diviene istantaneamente come se non fosse mai esistito. Non c’è risurrezione da una tale sorte; essa è perpetua ed eterna. I fattori d’energia viventi dell’identità sono dissolti dalle trasformazioni del tempo e dalle metamorfosi dello spazio nei potenziali cosmici da cui in passato erano emersi. Quanto alla personalità dell’essere iniquo, essa è privata del veicolo di continuazione della vita perché la creatura non ha fatto quelle scelte e non ha preso quelle decisioni finali che le avrebbero assicurato la vita eterna. Quando l’accettazione persistente del peccato da parte della mente associata culmina nella completa autoidentificazione con l’iniquità, allora, dopo la cessazione della vita e la dissoluzione cosmica, questa personalità isolata è assorbita nella superanima della creazione, divenendo parte dell’esperienza in evoluzione dell’Essere Supremo. Essa non appare mai più come personalità; la sua identità diviene come se non fosse mai esistita. Nel caso di una personalità abitata da un Aggiustatore, i valori spirituali esperienziali sopravvivono nella realtà dell’Aggiustatore che continua ad esistere.

      2:3.5 (37.3) In ogni contestazione che avviene nell’universo tra livelli effettivi della realtà, la personalità di livello superiore finisce per trionfare sulla personalità di livello inferiore. Questo risultato inevitabile delle controversie universali è inerente al fatto che la divinità di qualità uguaglia il grado di realtà o di attualità di ogni creatura dotata di volontà. Il male non attenuato, l’errore completo, il peccato deliberato e l’iniquità assoluta sono intrinsecamente ed automaticamente suicidi. Tali

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