La Cattura. Sandra Carmel

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La Cattura - Sandra Carmel

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strinse addosso, nel disperato tentativo di sentirlo ancora.

      E lui gemette di nuovo, più a lungo, più profondamente.

      Richard immerse una mano fra i capelli di lei e tirò quel tanto che bastava a innescare un’ondata di brividi caldi lungo il suo collo.

      La lingua di lui si infilò ancor più in profondità, accarezzando e succhiando la sua finché non gemette di nuovo.

      L’altra mano scendeva lentamente lungo le sue curve fino a fermarsi sulla gamba nuda.

      Ciascuna delle sue terminazioni nervose iniziò a formicolare, come se fosse un flipper su cui un giocatore esperto, lui, aveva appena segnato un punto.

      Eva desiderò di disfarsi dei suoi vestiti e giacere nuda insieme a lui.

      All’improvviso non le interessava più di quel che pensava la gente.

      Vivere quel momento sensuale insieme a Richard contava molto di più.

      Da dove usciva questa Eva super sensuale?

      Ovviamente era nascosta da qualche parte nella sua psiche, così in profondità che non si era neanche resa conto che questo alter ego esistesse.

      Era come se lei fosse Excalibur e Richard Re Artù, l’unico uomo in grado di liberare il suo sesso dalla pietra.

      Lei fece cadere le scarpe e allungò le gambe sul sedile anteriore in modo che lui potesse mettersi sopra di lei, col vestito aggrovigliato intorno ai suoi collant.

      I ruvidi jeans di Richard graffiavano la sua pelle e, facendo scorrere le mani lungo la schiena di lui, sentì i suoi muscoli muoversi sotto la camicia.

      Richard esplorò le sue orecchie e quindi il suo collo con le labbra e continuò a scendere fino alla scollatura del suo vestito.

      “Oh...” gemette lei portando una gamba intorno alla sua vita e premendo il bacino contro quello di lui.

      Non aveva mai sentito un uomo così... duro.

      Il respiro di lui si fece ancora più affannoso mentre strofinava il suo pene turgido contro le mutandine di lei, facendole passare da umide a bagnate e infine inzuppate.

      Il loro respiro accelerò accordandosi con le spinte di lui, come un treno diretto a tutta velocità verso la destinazione finale.

      Il piacevole pulsare del suo sesso si intensificò fino a farla arrivare a un passo dal gridare.

      Stavano per farlo... Al primo appuntamento... E a lei non importava.

      In quel momento, lo voleva più di quanto avesse mai desiderato qualcosa o qualcuno.

      Richard fece scivolare le lunghe dita sotto la stoffa del vestito e accarezzò il suo seno nudo e il capezzolo si inturgidì sotto le sue mani esperte.

      Quindi rimosse l’ostacolo della stoffa e lo prese fra le labbra.

      Lei tirò indietro la testa e digrignò i denti nel tentativo di prolungare ogni singolo secondo di ebrezza.

      Lui succhiava, leccava e baciava trattenendo un gemito di approvazione in gola.

      Boccioli di estasi spuntarono nel clitoride di lei e sbocciarono nel suo nucleo.

      “Richard!” gridò rannicchiandosi contro di lui mentre veniva.

      “Eva!” grugnì lui fermandosi e seguendola all’apice del piacere.

      Poi, all’improvviso, si sedette districandosi da lei e aprì lo sportello lasciando entrare l’aria fredda nel loro spazio intimo.

      “Scusami” disse uscendo dall’auto senza guardarla negli occhi.

      L’esperienza che avevano appena condiviso annoverava fra i momenti più incredibili della vita di lei e questa era la sua reazione?

      Linee di confusione apparvero sulla sua fronte.

      Si stava pentendo di quel che era accaduto?

      Qualche minuto dopo Richard uscì dalla toilette del drive-in e rientrò in macchina con la testa che penzolava in avanti.

      Si buttò sul sedile del guidatore nascondendo il viso fra le mani.

      “Scusa.

      Mi dispiace così tanto.

      Non so cosa mi sia successo”.

      Richard fece una pausa e abbassò le mani, gli occhi pieni di rimorso.

      “In realtà lo so. Non posso resisterti”.

      “Conosco questa sensazione”, disse lei.

      Lui sorrise, ma questo non cancellò le linee della vergogna apparse sul suo viso.

      “Non è una ragione sufficiente.

      Questo comportamento da cavernicolo non è accettabile.

      Avrei dovuto controllarmi”.

      Eva sistemò il vestito e i capelli, in disordine dopo il sesso.

      “Va tutto bene,

      non sentirti in colpa.

      Anch’io avrei potuto fermare le cose e non l’ho fatto”. Non volevo farlo.

      Greer sarà molto orgogliosa.

      Volse lo sguardo verso il film e la famiglia stava correndo un grosso rischio, lasciando il comfort della propria abitazione per andare sulle montagne incontro all’ignoto.

      Anche Eva quella sera aveva scelto il percorso più rischioso.

      Era la prima volta che un uomo vedeva e toccava il suo seno nudo, la prima volta che aveva concesso a se stessa di lasciarsi andare e la prima volta che veniva davanti a un uomo, eppure non si sentiva consapevole o strana.

      Stare con Richard sembrava così giusto.

      Sembrava essere l’unica chiave che potesse aprire il lucchetto che chiudeva il suo cuore... E liberare la sua libido.

      Ciononostante, dopo la reazione di lui, le sue emozioni erano un mix contrastante di euforia e senso di colpa.

      Non riesco a credere che siamo quasi andati fino in fondo!

      Avevano quasi fatto sesso con i vestiti ancora addosso... Col sottofondo di Tutti insieme appassionatamente per di più.

      Le luci si fecero più forti mentre i titoli di coda scorrevano.

      “Dovrei accompagnarti a casa”.

      Guardava fisso davanti a sé, senza gettare nemmeno uno sguardo nella sua direzione.

      “Sì...”

      Dopo venti minuti erano davanti alla casa di lei.

      “Vuoi

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