Vischio A Cattle Valley. Carol Lynne
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Читать онлайн книгу Vischio A Cattle Valley - Carol Lynne страница 6
“Te l’ho già detto prima, sto cercando un impresario, non un altro parrocchiano.” Casey si sentiva un po’ irritato dal fatto che Hal pensasse che avrebbe cercato di convertirlo.
Hal annuì, sollevando le planimetrie. “Darò un’occhiata e te le riporterò il prima possibile.”
“Lo apprezzerei molto,” disse Casey, seguendo il sedere sodo di Hal fuori dalla porta, fino al posteggio.
Mentre saliva sul furgone, Hal esclamò, “Comunque, hai davvero già ordinato il materiale, o dovrò fare anche quello?”
Grattandosi la testa, Casey si avvicinò al pick-up di Hal. “L’ho già immagazzinato quasi tutto nel mio garage. Tuttavia il rivestimento non è stato ancora ordinato, e neppure la vernice, le decorazioni, e cose del genere.”
“Okay, buono a sapersi. Ti chiamo più tardi. È stato bello conoscerti, Casey.”
“Anche per me.” Casey riuscì a sorridere. Mentre si allontanava e guardava Hal che partiva, si chiese se quell’uomo fosse distante con tutti o solo con gli uomini di chiesa.
Capitolo due
Allungato sul sofà, Casey sgranocchiava da una ciotola piena di popcorn e Hot Tamales, mentre guardava Walking Tall. Non capiva se stesse prestando più attenzione al film o al corpo di The Rock, ma sembravano entrambi estremamente soddisfacenti.
Aveva appena iniziato a strofinarsi il pisello a un ritmo lento, quando qualcuno bussò alla porta. Abbassando lo sguardo sul membro nella mano, sospirò, “Più tardi.” Posò la ciotola di popcorn sul tavolino da caffè e cercò di sistemare la protuberanza mezza dura nei boxer, prima di rinunciare e di andare alla porta.
Quando guardò attraverso lo spioncino, il suo cazzo diventò ancora più duro. Con un sorriso, girò la chiave e aprì la porta. “Ciao, non ti aspettavo.” Casey scosse la testa confuso. “Quello che intendevo dire è che pensavo che mi avresti chiamato.” Fece un passo indietro, lasciando entrare Hal nel salotto.
“Mi dispiace,” disse Hal, guardandosi intorno. “Ero comunque in città e ho pensato di fare un salto per darti la mia proposta.” Porse a Casey un pezzo di carta.
“Devo cercare gli occhiali. Ti va di accomodarti?” Casey indicò il divano.
Hal scosse la testa, abbassando lo sguardo. “Sto bene qui. Non vorrei calpestare il tappeto.”
“Oh,” Casey osservò i grandi stivali marrone chiaro. “Bene, se vuoi aspettare qui, credo che i miei occhiali siano nello studio.” Casey si voltò e si diresse nel suo ufficio. Quando accese la luce, colse il proprio riflesso nella finestra sopra la scrivania. Con i capelli in disordine e il pisello duro, sembrava uno stupido libertino. Lisciandosi rapidamente le ciocche ribelli, abbassò di nuovo gli occhi sul membro. Non ora, ti prego.
Dopo aver trovato gli occhiali, li indossò e valutò la proposta. Fu leggermente scioccato dal prezzo. L’offerta era più alta di quanto si aspettasse, ma sapeva di non avere una gran scelta. Hal era l’unico impresario rimasto nella zona e sembrava sapere di aver messo Casey con le spalle al muro. Quell’immagine fece ben poco per calmare la sua lussuria.
Mentre tornava nel salotto, Casey studiò ancora una volta la proposta. Quando alzò lo sguardo, colse Hal che lo fissava dalla testa ai piedi, con apparente apprezzamento. Casey si diede mentalmente una pacca sulla schiena. Sì, ce l’ho ancora! Ora il problema era, come condividerlo?
Si fermò di fronte ad Hal e indicò l’offerta. “Sarò onesto. È un po’ più elevato di quello che mi aspettavo.”
Scuotendo leggermente la testa, Hal indicò il foglio. “Gran parte del costo della manodopera è dovuto ai tempi ristretti. Se vuoi che la maggior parte dell’edificio sia terminato per la vigilia di Natale, dovrò fare un sacco di straordinario.”
Casey si grattò la testa. “Se prometto di dare tutto l’aiuto possibile durante il giorno, puoi ridurlo un po’? Cioè, non so niente di impianti idraulici e elettrici, ma posso andare a prendere e trasportare. Sicuramente, con un po’ di lavoro non specializzato dovremmo accelerare leggermente le cose, giusto?”
“Di solito lavoro da solo,” disse Hal, con un tono un po’ burbero.
Casey si tolse gli occhiali, frustrato, e si strofinò gli occhi. “Quindi mi stai dicendo di no e che la proposta resta quella che è?”
Hal non disse nulla per un lungo istante. “Immagino che potremmo provare, ma non posso promettere che funzionerà. Terrò il conto delle ore che passo sul posto e modificherò il conto di conseguenza, alla fine del progetto. È il meglio che posso fare, prendere o lasciare.”
Casey gli porse la mano, aspettando quella di Hal. “Affare fatto,” disse, dopo che Hal l’ebbe stretta. Casey notò che, questa volta, la stretta non era così salda. Significava che Hal pensava che Casey fosse troppo debole per sopportare una vera stretta di mano? Bene, glielo avrebbe dimostrato: sarebbe diventato l’uomo più dannatamente tosto in quella faccenda. “Quando puoi iniziare?”
Hal lasciò andare la mano di Casey. “Domani mattina alle sei.”
Alle sei? Wow, d’accordo, ce l’avrebbe fatta. “Sarò pronto.”
* * * *
La mattina dopo il loro primo giorno di lavoro, Casey stava versando il caffè in un thermos. Ogni muscolo del corpo gli faceva male e le sue mani erano distrutte. Come poteva la gente fare quel lavoro ogni giorno? Almeno era stato abbastanza furbo da indossare tre strati di vestiti. Lavorare con addosso il cappotto era scomodo. Aveva notato che Hal indossava una giacca da sci: forse avrebbe dovuto investire in una di quelle?
Un’occhiata all’orologio a muro gli mostrò che era tempo di andare in chiesa. Casey si mise il cappotto e si infilò il thermos sotto il braccio, prima di aprire la porta. Fuori era ancora buio. Quale essere umano ragionevole andava al lavoro di propria volontà alle sei?
Quando scorse il furgone di Hal accanto all’ampliamento, Casey seppe esattamente quale tipo di uomo lo faceva. Il giorno prima aveva dovuto ricordare tre volte ad Hal di fare una pausa per pranzo. Hal era una specie di robot: parlava molto raramente e, quando lo faceva, sembrava solo abbaiare ordini. Casey dovette ricordare a se stesso molte volte che stava lavorando per il bene della chiesa.
Aprì la porta laterale, si tolse il cappotto e posò il thermos sul tavolo da lavoro. “Giorno,” gridò a Hal dall’altra parte della stanza.
Hal grugnì una risposta che Casey intese come un buongiorno. “Ho portato del caffè caldo, se ti va una tazza.”
Hal si voltò, infilando il metro a nastro in una delle tasche del marsupio degli attrezzi. Senza dar segno di aver sentito Casey parlare, si mise la matita dietro l’orecchio e gli si avvicinò.
Dopo aver scavato per qualche secondo nella scatola degli attrezzi, Hal se ne uscì con un paio di guanti di pelle. “Ho visto le tue mani ieri e ho immaginato che potresti usare questi.” Passò i guanti a Casey.
“Grazie. Ti andrebbe una tazza di caffè?” chiese Casey, sollevando il thermos.
“Certo,” disse