Vischio A Cattle Valley. Carol Lynne

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Vischio A Cattle Valley - Carol Lynne

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bene,” disse Hal, sorseggiando la bevanda, poi si voltò e ritornò al lavoro. Casey abbassò lo sguardo sul thermos e si rese conto di non aver portato un’altra tazza. Dannazione, avrebbe dovuto tornare fino a casa. “Ho dimenticato qualcosa, ma ne avrò solo per un minuto,” gridò rimettendosi il cappotto.

      Arrancò attraverso il posteggio freddo, chiedendosi se sarebbe mai riuscito a fare breccia nell’atteggiamento scontroso di Hal. Ma per quanto lo riguardava, perché se ne doveva preoccupare? Certo, quell’uomo era sexy, ma sarebbe mai riuscito a trattare un fidanzato con rispetto? Wow, aspetta un attimo. Chi ha parlato di fare di Hal il proprio ragazzo?

      Dopo aver afferrato un’altra tazzina da caffè nell’armadietto, Casey fece il percorso a ritroso. Quando entrò nell’edificio, il suo sguardo si posò immediatamente su Hal. Era chino sul tavolo da lavoro e scriveva annotazioni sulle planimetrie. Si era tolto la giacca e arrotolato le maniche. Belle braccia. Casey lo osservava, mentre i tendini si muovevano ad ogni colpo di matita. Sentiva il membro iniziare ad indurirsi.

      Distogliendo lo sguardo, Casey si tolse il cappotto. Gemette, quando bevve finalmente il primo sorso di caffè. Hal alzò di scatto la testa. “Hai detto qualcosa?”

      “No, scusa.” Casey sollevò la tazza. “È solo che il mio primo caffè del mattino… mi fa sempre gemere.”

      Hal abbassò lo sguardo e Casey si rese conto che lo stava controllando. Accidenti, se non fosse stato completamente bloccato, Casey avrebbe superato ogni limite per uno sguardo come quello.

      “Quindi, cosa vorresti che facessi per te?” chiese Casey, finendo in fretta il caffè.

      “Io inizierò con l’impianto elettrico. Pensi di poter iniziare con il portare qui le bobine dal garage?” Hal si infilò la matita tra i denti, in attesa.

      “Certo, arrivo subito,” disse Casey, sospirando dentro di sé. C’era da chiedersi perché si fosse preso il disturbo di togliersi il cappotto. “Vuoi tutta la roba per l’impianto elettrico?” Casey sapeva che costruire un impianto elettrico necessitava di molto di più delle semplici bobine di cavi.

      “Sì,” disse Hal con la matita in bocca. Poi ritornò a studiare le planimetrie, dimenticandosi in apparenza di Casey.

      Sarebbe stata una lunga giornata, pensò Casey afferrando il cappotto.

      All’ora di pranzo, Casey aveva trasportato non solo il necessario per l’impianto elettrico, ma anche per quello idraulico. Rendendosi conto che il tempo non sarebbe cambiato in meglio, decise di infliggersi quella tortura solo una volta, quella settimana.

      Dopo aver messo giù l’ultimo tubo in PVC, Casey si voltò verso Hal. “Ho una riunione con il consiglio ecclesiastico, quindi devo andare a farmi una rapida doccia.”

      Senza nemmeno voltarsi, né parlare, Hal lo salutò con la mano. Casey scosse la testa e roteò gli occhi. Dopo essersi fermato a prendere il thermos vuoto, si diresse alla porta. Durante tutto il tragitto fino a casa, discusse della propria attrazione per Hal con la propria libido.

      Non appena Casey uscì dalla porta, Hal sospirò. “Questa faccenda mi ucciderà,” disse parlando al muro. Aveva fatto del proprio meglio per tenere Casey fuori dalla propria visuale nei due giorni precedenti, ma gli bastava sapere che lui era nella stanza per mandare a spasso la forza di volontà. Si era sentito male per averlo costretto a trasportare tutte quelle cose dal garage, ma aveva tirato troppo la corda.

      Ripensò al primo giorno in cui aveva visto Casey Sharp. Era stato al garage di Gill, quando quell’uomo aveva sollevato la pompa self-service della benzina di fronte a lui. Hal aveva chiesto immediatamente a Gill chi era quel nuovo tipo che faceva rifornimento. Era davvero interessato, fino a quando Gill non lo aveva informato che Casey era il nuovo reverendo della cittadina.

      Non avrebbe potuto immaginare che avrebbe iniziato a lavorare per Casey appena una settimana più tardi. La prima volta, da Gill, era stato piuttosto difficile distogliere lo sguardo dalla finestra, ma ora era impossibile. Il suono del suo cellulare lo distolse da quell’infelicità. Quando se lo staccò dalla vita, Hal vide che si trattava di Gill.

      “Ciao,” rispose.

      “Ciao, vuoi venire qui a guardare la partita, più tardi?” chiese la voce profonda di Gill.

      “Certo, sempre meglio che rimanere a casa a piangere su me stesso.”

      “Di nuovo il ragazzino?” ridacchiò Gill.

      “Non è un ragazzino. Credo che sia intorno ai trenta. Solo che Casey sembra giovane.” Hal gettò un’occhiata alla casa di Casey, fuori dalla finestra.

      “Deve essere tutta la vita sana che fa,” scherzò Gill.

      “Non ricordarmelo. Ci vediamo dopo il lavoro. Mi darai anche da mangiare?”

      “Certo, mi inventerò qualcosa.”

      “Okay, ora metti giù, così posso finire il lavoro e uscire da qui.” Hal stava iniziando a mettere giù, quando sentì Gill che rideva. Maledetto! Schiacciò il tasto per chiudere la chiamata, riattaccò il telefono al marsupio e si mise al lavoro. Se le visioni di Casey lì accanto sotto la doccia si insinuavano nella sua mente mentre lavorava, beh, chi poteva biasimarlo?

      Hal mise nel frigo la confezione da dodici che aveva portato, poi aprì la scatola e tirò fuori una birra. “Ne vuoi una?” chiese a Gill.

      “Sono fredde?”

      “Sono state sul mio furgone dall’ora di pranzo. Cosa ne pensi?” disse Hal, portando una lattina a Gill.

      “Accidenti, qualcuno è di cattivo umore, stasera.” Gill era intendo a mescolare quello che sembrava un grosso vaso di chili.

      “È colpa di Casey. Mi sta facendo impazzire.” Hal afferrò la birra e si sedette su uno degli sgabelli davanti all’isola della cucina. Scosse la testa, bevendo una lunga sorsata.

      “Non prendertela con me, solo perché ti fai qualche scrupolo ad uscire con un uomo di chiesa.” Gill aprì la birra e appoggiò gli avambracci sull’isola. “So che hai qualcosa contro la religione, ma cosa c’entra con il fatto di uscire e avere un po’ fortuna?”

      “Lui è un reverendo. Pensi che si accontenterebbe di una veloce scopata, una volta o due? È il tipo di uomo che si aspetta fedeltà e un lieto fine.” Hal si passò le dita tra i corti capelli castani. “Io non faccio queste cose.”

      “Hai già tradito qualcuno?” chiese Gill, con un tono scioccato.

      “Beh, no, ma non significa che non vorrò farlo, in futuro. Inoltre, di cosa potremmo parlare? Come si fa a tenere l’argomento della fede fuori da una conversazione con un sacerdote?”

      “Tu, amico mio, sei un enigma,” ridacchiò Gill. Strappò un tovagliolo di carta dal rotolo e si asciugò la lucida testa calva.

      Hal guardò il suo amico, cercando di capire come mai non ci fosse alcuna evidente attrazione tra loro due. Gill era un uomo incredibilmente affascinante. Hal non trovava ogni giorno qualcuno più alto di sé, ma Gill lo batteva di almeno dieci centimetri.

      “Cosa?” chiese Gill.

      “Perché noi due non ci siamo mai agganciati?”

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