Il Gran Gesto Di Garron. Carol Lynne

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Il Gran Gesto Di Garron - Carol Lynne

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Jeb e Rawley.

       * * * *

      Quando arrivarono a casa, entrambi erano già arrapati da morire. Entrando in cucina, Garron si attaccò alle sue labbra. “Ho bisogno di te”.

      “Sì” disse Sonny, togliendo i vestiti a Garron. Riuscì a sollevargli la maglietta sopra la testa, prima di iniziare a dedicarsi alla sua patta. Non appena ebbe finito di sbottonare e tirare giù la zip, Sonny si inginocchiò. Passò la lingua sulla punta del cazzo di Garron e gemette quando assaggiò il liquido preseminale. “Hai un sapore che adoro” disse, prima di prendergli in bocca la cappella.

      Tirandogli giù i jeans morbidi, fece scorrere le mani sulle sfere sode del culo di Garron. Sentì i suo muscoli tendersi mentre iniziava a darsi delle spinte. Sonny si perse in quell’atto appassionato, facendo scivolre un dito tra le chiappe di Garron e premendo contro il suo buco. Non aveva ancora fatto l’amore con questo culo. Vista la differenza di statura tra i due, Sonny aveva automaticamente assunto il ruolo di passivo, nella relazione. E la cosa era andata benissimo a entrambi. Ora però, voleva entrare dentro Garron con una necessità che non aveva mai sentito prima.

      Sonny lasciò andare il cazzo di Garron e lo guardò. “Ti voglio”.

      Garron doveva aver capito cosa gli stava chiedendo, perché annuì e lo fece alzare prendendolo per un braccio. “Sarà meglio farlo in camera da letto”. Garron si tirò su i Levi e condusse Sonny per le scale.

      Mentre si spogliavano in tutta fretta, Sonny si sentiva nervoso. Non capiva perché. Si era scopato un sacco di uomini, perché questa paura improvvisa di non essere abbastanza bravo?

      Quando furono entrambi nudi, al centro del letto, avvolti l’uno nelle braccia dell’altro, finalmente capì. Era la prima volta che faceva l’amore così con un altro uomo. E l’opinione che Garron aveva di lui era importante. Interrompendo il loro bacio, Sonny guardò Garron nei suoi occhi scuri. “Per te va bene?”.

      Garron sorrise e tirò su le gambe contro il petto, facendo vedere a Sonny il più bel buco che avesse mai visto. “Ti amo” gli disse. “Non aspettavo altro che tu prendessi l’iniziativa”.

      Sonny si rese conto che non importava se faceva tutto alla perfezione. Importava solo il fatto che così poteva esprimere il suo amore per Garron. Il fatto che potesse esprimere il suo amore per Garron amandolo lo faceva. Andando a prendere il lubrificante, Sonny cercò di controllare il proprio respiro. Doveva darsi una calmata. Chissà da quanto tempo Garron non lo faceva e, visto come si sentiva, in questo modo non sarebbe certo durato a lungo.

      Dopo essersi leccato le dita, Sonny diede a Garron un bacio profondo, poi ne infilò lentamente uno nella sua apertura. Interrompendo il contatto tra le labbra, sorrise all’uomo che amava.”Tra un paio di settimane è il tuo compleanno”.

      Gemendo, Garron mosse il sedere. “Non me lo ricordare”.

      “Pensavo di fare una festa. Niente di speciale, possiamo solo affittare la stanza sul retro del Dead Zone. Qualche amico, del buon cibo,” gli strizzò l’occhio “magari quattro salti in pista?”.

      Garron si fermò per guardare Sonny negli occhi. “Dici sul serio?”.

      Sonny annuì e mise dentro un altro dito. “Certo che dico sul serio. Se poi dovessimo aver voglia di dire qualche parola per impegnarci l’uno con l’altro, davanti ai nostri amici e alle nostre famiglie, ben venga.”

      “Mi stai forse chiedendo di sposarti?” ansimò Garron, mentre Sonnyt raggiungeva la sua ghiandola prostatica.

      “Lo so che non possiamo sposarci veramente, ma per me ci andrebbe molto vicino”. Lo guardò a lungo negli occhi. “Mi prometti che ci penserai?”.

      “Non ho bisogno di pensarci, la risposta è sì”. Garron si dimenò ancora un po’. “Ora fai l’amore con me”.

      Sonny tolse le dita e applicò una bella quantità di lubrificante sul suo arnese ingrossato. Poi scivolò tra le cosce aperte di Garron e si posizionò davanti al buco rilassato. “Ti amo” disse, invadendo lentamente il suo corpo.

      Una volta dentro fino alla radice, chiuse gli occhi e appoggiò la testa sul suo petto. “Cazzo, non è stata una buona idea”.

      Sentì Garron irrigidirsi intorno al suo cazzo. “Non ti piace?”.

      Scuotendo la testa, Sonny gli baciò il petto. “Tutto il contrario. Non so se mi andrà mai più di essere passivo”.

      Garron ridacchiò e gli diede uno schiaffetto sul culo. “Beh, non abituartici troppo, però una relazione con dei turni equi mi può andare bene. Basta che ti muovi, qui sto impazzendo”.

      Sonny gli diede un morso giocoso sul collo e poi iniziò a spingere dentro e fuori. Più Garron gemeva forte, più i suoi fianchi si muovevano velocemente, finchè non si ritrovò a battere come un martello dentro il suo buco caldo. Guardò la sua faccia mentre il sudore iniziava a colargli sul petto e sullo stomaco. “Ti amo” ringhiò.

      Stretto dentro la mano di Garron, il suo cazzò esplose in tanti flussi perlati di seme bianco. I movimenti involontari che fece mentre veniva, diedero il via anche a Sonny. Si spinse dentro di lui un’ultima volta e lo riempì con la sua essenza. Crollato sopra Garron, il corpo di Sonny continuava a tremare per l’intensità dell’orgasmo.

      Era sudato, affamato, assonnato e appagato. Cosa poteva chiedere di più? Sorrise, mentre Garron lo avvolgeva con le sue gambe. A quanto pare non era l’unico a volere che quel momento non finisse. “Dobbiamo comprare delle fedi?” chiese Garron, accarezzandogli la schiena.

      Sonny non aveva pensato agli anelli ma, più lo faceva, più l’immagine di Garron con una fascetta d’oro al dito lo intrigava. Alzò la testa per guardarlo in faccia. “Puoi mettertela, mentre lavori?”.

      “La maggior parte delle volte sì. Di sicuro lo dovrò togliere per qualche operazione speciale, ma è così anche per tutti gli altri poliziotti del reparto”.

      “Allora sì, anelli per due”. Si stesero di nuovo e si lasciarono andare a un breve pisolino.

       * * * *

      Quando si misero a tavola per una cena sul tardi, Sonny alzò lo sguardo su Rawley, seduto dall’altra parte del tavolo. “Sto organizzando una grande festa per i 36 anni di Garron, tra due settimane”. Diede un morso al suo hamburger prima di continuare. “Pensavamo di approfittarne per pronunciare qualche parola di impegno l’uno con l’altro”. Apettò l’esplosione che, era certo sarebbe arrivata, mentre dava un altro morso.

      “Come hai detto, scusa?” Rawley mise giù il suo tè freddo.

      “Ho detto che io e Garron ci scambieremo delle promesse”. Sonny guardò suo fratello negli occhi, sfidandolo a contraddirlo.

      “E ti sembra la cosa più saggia da fare? Finora hai ottenuto un occhio nero e un toro morto. Cosa pensi che succederà, quando si spargerà la voce anche di questo?”.

      Sonny spinse via il piatto per appoggiarsi al tavolo. “Sono cresciuto in questa città, secondo me la maggior parte della gente mi accetta per quello che sono. Se un gruppetto di bigotti ha deciso di odiarmi solo per via di chi amo, che vadano a fanculo”.

      Rawley

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