Fuorigioco. Sawyer Bennett

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Fuorigioco - Sawyer Bennett

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lascia la mano. “Idem.”

      Il punto della mano in cui mi ha toccata formicola, e cerco immediatamente di scacciare questi pensieri. Non è il caso di sbavare per un ragazzo, soprattutto uno che è chiaramente fuori dal mio livello sociale. Ho troppo cose importanti in ballo in questo momento, o così sembro ripetermi spesso ultimamente.

      “Allora, Danny.” inizia. Mi fissa con espressione divertita, e un pizzico di curiosità. “Sei chiaramente una ragazza molto intelligente. Frequenti la Northeastern? L’altra notte ho notato che indossavi una t-shirt della scuola.”

      Ha notato e si ricorda la maglietta che indossavo l’altra notte? Nemmeno io me lo ricordavo, e vederlo ricordare quel dettaglio mi rende felice per qualche motivo.

      “Ho iniziato lo scorso autunno, ma al momento frequento solo due corsi.”

      “Solo due corsi e sai chi sono Occam e Descartes?” Si vede che è scettico.

      “Ho frequentato un’altra scuola prima della Northeastern. Tecnicamente sarei al terzo anno.”

      “Dove andavi a scuola?”

      “Non ha importanza.” Schivo la domanda, decidendo di essere evasiva. Non capisco perché, ma credo di voler vedere quanto gli interessi davvero. È un gioco un po’ malato che faccio con me stessa perché so che questa cosa non ha futuro.

      “Perché non mi vuoi dire il nome?” Mi fissa sorridendo in maniera enigmatica.

      “Perché sei così curioso?”

      “Perché sei così sfuggente?”

      Decido che è necessario cambiare discorso. “Vuoi ordinare qualcosa? Devo ricominciare a lavorare.”

      Ryan osserva il diner vuoto, poi riporta lo sguardo su di me. Aggrotta le sopracciglia. È affascinante ed irritante al tempo stesso. Attendo pazientemente una sua risposta.

      Quando capisce che la palla è in campo, lancia un’occhiata al suo orologio e si alza dallo sgabello. “In realtà devo proprio andare. Mi vedo con alcuni amici in palestra.”

      Non dico nulla —gli sorrido semplicemente con gentilezza—ma in realtà sono un po’ delusa che se ne vada così presto. Mi guarda come se volesse dire qualcos’altro, ma è titubante. E non appena mi rendo conto che sta temporeggiando, si china sul bancone avvicinandosi di più a me. “Danny…posso invitarti a cena stasera? Mi piacerebbe davvero poterti conoscere meglio.”

      Ah, accidenti. Perché questo ragazzo così deliziosamente sexy e totalmente affascinante deve proprio chiedermi di uscire? Il nostro flirtare scherzoso mi stava divertendo, ma non credevo che sarebbe andato oltre. Voglio dire, lui è un Dom Perignon…ed io sono una Coca-Cola. E come se queste differenze non fossero abbastanza, non ho davvero tempo per complicare la mia vita con qualcosa del genere.

      “Riesco a sentire le rotelle che ti girano in testa, Danny. Non ti sto chiedendo di sposarmi…ti sto solo invitando a cena.”

      Inizio a scuotere la testa. “Direi di no. Ho troppe cose in ballo in questo momento.”

      Mentre provo a razionalizzare il mio rifiuto mi convinco di aver fatto la scelta giusta nel respingerlo. Ho visto gli amici con i quali ha trascorso l’altra notte. Tutta quella supponenza aleggiava nell’aria. Non è proprio il mio genere, e allora perché disturbarmi a farmi coinvolgere da qualcuno, anche se solo per cena, sapendo già che alla fine non andrà per il verso giusto. Sarebbe come portare Cenerentola al ballo, per poi dirle che il giorno successivo dovrà ricominciare a fare la serva.

      Prima che abbia il tempo di dire di nuovo di no, si avvicina e mi prende la mano. Carezzandomi il polso con il pollice, mormora: “Non ti avevo presa per una fifona, Danny. Dai…è solo una cena stasera, e possiamo andare dove vuoi.”

      Dovunque? Suona bene. Posso dedicargli del tempo stasera, alle mie condizioni e nella mia zona, in modo che si renda conto che questa è una brutta idea.

      Il tocco del suo pollice sul mio polso mi sta facendo palpitare. Sposto via la mano. “Dovunque io voglia andare, eh?”

      Mi sorride con fare brillante, resosi conto che sto per cedere. “Si, dovunque tu voglia.”

      “Ok. Ci troviamo qui alle 6.”

      Si riavvicina e riprende la mia mano. Prima che riesca a spostarla, si porta le mie nocche alla bocca, baciandole dolcemente. “Ci vediamo tra qualche ora.”

      Una volta lasciata andare la mia mano, si gira, dirigendosi verso la porta. Lo vedo fare uno scatto e sparire dalla mia vista. E la pelle della mia mano brucia leggermente per il tocco delle sue labbra.

      1 Capitolo 3

      Ryan

      “Perché ti stai vestendo così elegante?”

      Lancio un’occhiata a Mike che è sdraiato sul suo letto con le mani dietro la testa.

      “Ho un appuntamento stasera.” rispondo.

      “Ma non mi dire! Con chi?”

      Esito per un secondo prima di rispondere, e poi mi schiaffeggio mentalmente per averlo fatto. Non mi vergogno di uscire con Danny, quindi non dovrei esitare. Eppure continuo ad essere evasivo quando rispondo. “Si chiama Danny. Studia qui al terzo anno.”

      Mike non dice nulla, quindi intuisco che non sia interessato a sapere altro. Apro il mio guardaroba e tiro fuori una giacca sportiva marrone. Non so dove andremo stasera, ma dato che ho detto Danny che l’avrei portata ovunque, preferisco essere pronto per una serata elegante, se è ciò che vuole. Valuto una cravatta, decidendo poi di non metterla. I miei genitori mi obbligano ad indossarne una in così tante occasioni che ogni volta che posso evitare, ne approfitto.

      “Allora, dove hai conosciuto questa ragazza?”

      “È la cameriera dell’altra sera da Sally.”

      “Quella figa con i capelli viola che ha completamente messo al tappeto Angeline?”

      Ridacchio. “Già. Proprio lei.”

      Mike emette un fischio lungo e lento, scuotendo la testa avanti e indietro, come a compatirmi.

      “Che c’è?” gli chiedo.

      “Dai, amico. Non è esattamente materiale per la nostra cerchia sociale.”

      Questo mi fa incazzare anche se dentro di me so che Mike non pensa davvero a quello che dice.

      “Perché cazzo dovrebbe essere importante?” Le parole escono dalla mia bocca più dure di quanto volessi, ma non mi scuso.

      Alzando le mani per scusarsi, replica gentilmente: “A me non importa, socio. Sto solo pensando a cosa direbbero i tuoi genitori. Già mi immagino tua madre che dice ‘Oh tesoro…ha i capelli viola. È appena uscita di prigione?’.

      Scoppio a ridere perché è esattamente ciò che mia madre direbbe, e Mike ha azzeccato la sua imitazione perfettamente. Questo mi fa accigliare. Mike ha ragione nel dire che Danny verrebbe ostracizzata dalla mia famiglia e dai miei amici

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