Il Guerriero Sfregiato. Brenda Trim
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Le segrete erano piccole, e le donne avevano occupato quasi tutte le celle presenti. Jace terminò l’operazione e il resto dei Guerrieri salì al piano terra, mentre Gerrick restò nei pressi della cella di lei. Due femmine di muta-forma avevano riempito dei secchi di acqua calda dalla doccia e avevano iniziato a pulire Shae.
Era come stregato dalla vista di quest’ultima. Le venne rimossa la terra dalle braccia e si rese conto di quanto fosse pallida, non che ciò inficiasse sulla sua bellezza. Diamine, nemmeno lo sporco più ostinato era in grado di renderla meno bella; era stupenda, e Gerrick si sentì improvvisamente un guardone.
Si fece forza per allontanarsi e dirigersi al piano terra. Non voleva stare ancora da solo, quindi si mise in ascolto della conversazione che veniva intrattenuta in cucina. L’aroma di aglio e cipolle aleggiava nella stanza, e il Guerriero si chiese che cosa stesse cucinando Elsie questa volta. Gli venne l’acquolina in bocca.
Secondo Gerrick Elsie era la cuoca migliore del mondo. Era in grado di trasformare tutto in un capolavoro, sia che si trattasse di formaggio alla griglia o un étouffèe di gamberi; era sempre tutto delizioso. Non si sorprese quando aprì la porta della cucina e vi trovò la maggior parte dei Guerrieri e delle loro Prescelte. Dall’arrivo di Elsie alla base la cucina era diventato un ottimo punto di ritrovo, per quanto si entrasse a proprio rischio, dato che Zander e Elsie erano noti per fare anche altro oltre a cucinare. Non che Gerrick volesse negare loro la felicità che provavano. In realtà non poteva essere più felice per il vampiro che aveva atteso sette secoli per trovare la propria metà.
“Come stanno?” Domando Zander quando lo vide.
“Shae dorme ancora e le altre sono ancora arrabbiate, ma sono certo che saranno grate di essere state tirate fuori da quell’inferno” rispose appoggiandosi poi a uno dei banconi. Portò una caviglia sull’altra e incrociò le braccia al petto.
“Per usare un eufemismo” commentò Hayden, l’Omega dei muta-forma, nel prendere un sorso del suo drink. “Adesso cosa facciamo?”
“Tutto il possibile per aiutarle a stare meglio. Non si meritano di passare dalla stretta mortale di Kadir alle nostre segrete” disse Elsie nel sistemare in un’ampia padella le verdure che aveva tagliato. Gerrick sperava che avrebbe fatto il suo tipico stufato. Era stata una notte fredda e lunga, e il suo stracotto era proprio quello che gli serviva.
“Lo faremo, a ghrá, nessuno vuole vederle rinchiuse laggiù più del necessario. Jace ha già dato i campioni del loro sangue agli scienziati e mi ha assicurato che sono già al lavoro” rispose Zander dando un bacio sulla testa a Elsie.
“Sembra che i demoni abbiano scelto individui di tutte le specie soprannaturali. Dovremo organizzare una riunione del Consiglio e invitare le Arpie e le Valchirie. Non possiamo prendere decisioni per chi è al di fuori della nostra specie” commentò Hayden. Gerrick osservò l’Omega corpulento attraversare la stanza per dare un’occhiata dentro la pentola.
“La vera domanda è se gli Arcidemoni le controllano. Chiaramente non sono come Jessie, e non possiamo fermarci al fatto che sono donne” aggiunse Zander.
“Sono completamente diverse da com’ero. Non ho mai provato quell’ira. Ero confusa dai cambiamenti che stava subendo il mio corpo, ma avevo sempre il controllo sulle mie emozioni. Era come se nella mia testa ci fosse solamente una minima pressione. Jace mi ha spiegato che era come se Azazel stesse cercando di mettersi in contatto con me, ma era qualcosa di semplice da ignorare. La cosa più difficile da fare è stato adattarmi ai cambiamenti...oh, aspettate, il localizzatore. Pensate che possano averli messi anche in queste donne?” Domandò Jessie porgendo a Elsie la ciotola di patate che aveva fatto a dadini. Sicuramente sta facendo lo stufato, pensò Gerrick, il cui stomaco prese a brontolare. Aveva più fame di quanto pensasse, e sicuramente Shae stava morendo di fame. Le si vedevano le costole come se fosse malnutrita; si fece un appunto mentale per fare in modo che la ragazza facesse una colazione abbondante appena sveglia.
Le considerazioni di Jessie circa la propria situazione fecero tornare in mente a Gerrick di quando aveva salvato lei e Cailyn da un incidente d’auto diversi mesi prima. Azazel e un Fae di nome Aquiel, insieme allo Skirm dell’Arcidemone, avevano fatto uscire Cailyn di strada prima di attaccare le due. Azazel aveva scagliato un incantesimo mortale Fae su Cailyn, la Prescelta di Jace e sorella di Elsie, mentre Jessie era stata avvelenata.
L’unico modo per guarire Cailyn era stato mandare Gerrick e altri Guerrieri a New Orleans per svolgere una missione pericolosa al fine di impossessarsi di un antidoto. Quando l’avevano soccorsa, Jessie stava avendo le convulsioni dal dolore causato del morso di un Arcidemone, e solo qualche giorno dopo avevano capito che era stata trasformata da umana a qualcos’altro che il Reame non aveva mai visto. Si era soprannominata un Dhampiro.
“Ne dubito” commentò Gerrick. “Erano all’oscuro del nostro arrivo, e non ci avrebbero mai permesso di liberare le prigioniere senza agire se avessero saputo che saremmo venuti a salvarle. Era chiaro che non avessero intenzione di rinunciare ai loro giochini”.
“Sono d’accordo” commentò Zander posando il proprio drink. “Gli Arcidemoni erano convinti che il loro covo fosse irrintracciabile. Ad ogni modo non sarebbe una brutta idea controllare le ragazze. Il sistema di protezione di Zeum avrebbe disattivato i dispositivi, quindi sicuramente non ci troveranno, ma saranno a rischio quando se ne andranno da qui. La vera preoccupazione è il loro comportamento. Non è saggio lasciare che si aggirino liberamente per il Reame con tutta l’ira che hanno in corpo. Spero che il loro sangue ci fornisca le risposte che ci servono. La differenza tra Jessie e loro è chiara, e voglio saperne di più. Sembra che Kadir si sia accanito su Shae, e voglio parlarle per capire se sa qualcosa circa il suo piano”.
“Non riesco a immaginare che atrocità abbiano vissuto quelle ragazze”. A Jessie venne la pelle d’oca e si cinse la vita con le braccia. “Avete visto i loro colli? È come se alcune di loro siano state i loro giochini da masticare. Mi ricordo il dolore di quando mi ha morsa Azazel; bruciava come se fossi stata all’Inferno. Odio pensare che abbiano sofferto più di una volta. Per una volta vorrei essere l’unico Dhampiro al mondo”.
Gerrick strinse i pugni al petto. Il lato sinistro del collo di Shae era disseminato di cicatrici spesse. Zander aveva ragione, era chiaro che la poveretta fosse l’obiettivo frequente dei demoni, il che fece venire sete di sangue a Gerrick. Non sapeva niente di quella donna, ma non riusciva a credere che avesse fatto qualcosa per meritarsi quel tipo di trattamento.
“Jessie, non so che cos’abbiamo per le mani, ma non sei mai stata sola” la rassicurò Zander. “Ciò che mi colpisce è il fatto che nonostante l’esposizione continua al veleno dell’Arcidemone non si siano mai trasformate in Skirm”.
Gerrick ne era grato. Gli Skirm eliminavano tutto ciò che era stato l’essere umano, diventando dei tirapiedi decerebrati. E nonostante l’ira che la pervadeva, non sembrava che Shae fosse controllata da qualcuno. Ne erano una dimostrazione il suo rifiutarsi con ostinazione di arrendersi e la sua determinazione di fare appello a tutto ciò che restava di sé.
Zander proseguì. “Le ferite e la sua reazione feroce sono un’indicazione del fatto che Shae ha sofferto più di tutte, quindi potrebbe avere le risposte che cerchiamo. Dobbiamo trovare il modo di ridurre al minimo la sua rabbia e fare in modo che riesca a controllarla; è una delle mie e mi rifiuto di perderla per mano di quei bastardi”. Nemmeno Gerrick avrebbe fatto in modo che ciò succedesse.
“Zander, come vuoi che gestisca le famiglie delle umane? Non posso informarle che le loro care sono state salvate dalla prigionia solo per essere limitate nelle nostre