Nel Letto Dell'Alfa. Kate Rudolph
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Читать онлайн книгу Nel Letto Dell'Alfa - Kate Rudolph страница 4
Krista si alzò e lui prese il suo posto, sedendosi di fianco alla sorella e tirandosela vicino. Lei si sentì come una piuma tra le sue braccia, talmente delicata da poter volare via con una folata di vento. Ma lui poteva ancora percepire una forza immutata dentro di lei, la determinazione a uscire da quella situazione. “Di cosa sta parlando Krista?” le chiese sciogliendo l’abbraccio e dandole un bacio sulla guancia.
Si aspettava una spiegazione dalla strega, invece fu la sorella a rispondere. “Krista pensa di poter fermare le mie mute. O magari di fare in modo che io possa controllarle.” Lo guardò negli occhi, con quello sguardo nocciola così simile a quello di lui. A volte la gente diceva che era impossibile indovinare che fossero fratellastri. Non avevano mai prestato attenzione agli occhi di Cassie.
“Sembra pericoloso.” Senza altre informazioni non poteva lasciare che sua sorella affrontasse qualcosa che poteva privarla di una capacità così vitale. Guardò Krista. “Cosa stai proponendo?” chiese in tono brusco.
Maya si irrigidì ma non disse nulla.
Krista lanciò un’occhiata a Mel prima di parlare, con un piccolissimo sorriso appena accennato agli angoli della bocca. L’espressione contraddiceva la risposta che diede. “Considera questa maledizione simile a un virus informatico,” disse. Luke sollevò un sopracciglio e lei continuò a spiegare. “Se Cassie fosse un computer, la muta sarebbe un programma aperto in background. È sempre lì, ma non sempre attivo.”
“Sì, so come funziona,” e non aveva bisogno che glielo spiegasse qualcuno che non fosse un mutaforma.
Krista cercò di incrociare le braccia, ma trasalì e lasciò perdere, rilassando il braccio ferito al suo fianco. “La maledizione ha preso di mira la muta. Penso che sia successo qualcosa quando ho cercato di romperla. Si sono legate insieme in un grosso nodo. Io posso sciogliere il nodo e bloccare il virus all’interno del programma della muta, per così dire, ma questo in seguito potrebbe impedire del tutto la trasformazione.”
Luke guardò Cassie. “No, è troppo pericoloso. Non dopo...” Si interruppe prima di completare la frase.
Ma Cassie la completò per lui. “Non dopo che mi sono cacciata in questo casino proprio perché volevo così tanto trasformarmi? Non dopo che mi sono lasciata rapire dai vampiri? Non dopo aver fatto tutto questo a me stessa? Non dopo cosa, Luke?”
“Non è quello che intendevo,” rispose con un tono più duro di quanto volesse. Cassie era stata rapita solo dopo che lui aveva cercato di stringere un patto con Mel settimane prima, quando era sua prigioniera. Aveva momentaneamente abbassato la guardia e i vampiri ne avevano approfittato per intrufolarsi e prenderla. In quel momento sembrava che tutto fosse successo secoli prima, ma in parte era perché non aveva ancora avuto il tempo di affrontarne davvero le conseguenze.
Cassie serrò le mascelle. “Non sta a te la scelta.”
“Col cavolo che non sta a me.” Luke voleva alzarsi e camminare, ma rimase seduto. “Sei sul mio territorio, Cass. Pensi che semplicemente lascerò che una strega ti uccida?”
“Sto morendo comunque!” Avrebbe dovuto essere un urlo, ma le uscì solo una rauca tosse. “Le mute arrivano sempre più velocemente. Non so quanto ancora potrò resistere.”
Il dolore senza speranza nella sua voce trafisse Luke nel profondo. Voleva qualcosa da poter combattere, un modo per farla stare meglio. Invece era bloccato lì, a riporre in una strega che conosceva a malapena le sue speranze di aiutare la sorella e di salvare la sua gente.
Prima che potesse dire altro, fu Mel a parlare. “Le persone che le hanno fatto tutto questo si sono fatte vedere? Se vogliono qualcosa da te, probabilmente in cambio revocheranno la maledizione.”
Luke avrebbe voluto raccontarle tutto, gettare la prudenza alle ortiche e chiederle un parere ancor prima di riportare la questione ai suoi fidati consiglieri nel branco. Ma non poteva. Aveva una responsabilità nei confronti della sua gente, e prima di ogni altra cosa non poteva svelare informazioni riservate a una persona che era stata sua nemica fino a poco tempo prima.
O, se non proprio una nemica, Mel era stata come minimo una sua avversaria.
Quindi praticamente non le rispose. “Se anche fosse, perché dovrei crederci?” Si rivolse a Cassie. “Sei sicura di fidarti di Krista fino a questo punto?”
Cassie annuì gravemente. “Sì.”
Allora avrebbe rispettato la decisione di sua sorella. Fino a un certo punto. Guardò Krista, lasciando che dai suoi occhi trasparisse giusto un po’ del suo leone interiore. Lei gli tenne testa, doveva dargliene atto. “Se muore...” La strega annuì prima che lui potesse finire di pronunciare la sua minaccia.
“Capito.”
3
Capitolo Tre
Mel lasciò la stanza prima che Krista cominciasse a lavorare su Cassie. Sia Maya che Luke rimasero indietro, cosa che la fece sentire un po’ in colpa, avendo di fatto abbandonato la sua socia in mezzo a leoni potenzialmente ostili. Ma in quella stanza sentiva un’energia magica così potente da risultare eccessiva per lei, e allontanandosi ne sentiva alleggerirsi il peso sulle spalle ad ogni passo. Non tutti i mutaforma potevano percepire la magia. In realtà, la maggior parte non ci riusciva. Ma Mel aveva avuto a che fare con le streghe da quando aveva otto anni, e anche se non sarebbe mai stata in grado di praticare la magia lei stessa, aveva appreso la capacità di percepirla.
Arrivò in camera sua e tirò fuori il diamante da sotto la camicetta. Raccolse nella mano la catenina d’argento, resa tiepida dal calore della sua pelle. Rigirò la gemma fra due dita. Sembrava non esserci nulla di magico, non c’erano segni particolari, ma nelle mani di una strega sufficientemente potente quella pietra poteva essere usata per rintracciare Ava. Avrebbe puntato su di lei finché Mel non l’avesse trovata e sconfitta una volta per tutte.
Era quella l’unica ragione per cui era rimasta nei paraggi della tenuta di Luke da quando erano tornati dal Messico.
Non era forse così?
Prese la borsa e infilò la collana in una tasca nascosta. Per quanto riguardava la sicurezza, non era a un livello accettabile già in normali circostanze. Ma non aveva altro posto in cui nascondere il diamante a meno di non indossarlo sempre, e se Krista l’avesse visto si sarebbe chiesta perché Mel non avesse fatto le valigie e non se ne fosse andata nell’istante in cui Luke le aveva fatto penzolare la pietra davanti al naso.
Mel spinse la borsa sotto il letto e saltò sul materasso appena in tempo per vedere Krista entrare zoppicando. La strega era coperta da un velo luccicante di sudore e la sua pelle solitamente ambrata era quasi pallida. Sembrava che non dormisse da tre settimane.
“Ha funzionato?” chiese Mel. Non aveva sentito alcun grido, il che sembrava un progresso, ma non si poteva mai dire.
Krista appoggiò la schiena alla porta e si lasciò scivolare lentamente sul pavimento. Atterrò con un piccolo tonfo e avvicinò le gambe al petto posando la testa sulle ginocchia. “Credo di sì. La ragazza ha tenuto duro. Maya farà venire a controllarla uno dei membri anziani del branco. Penso che se non si trasformerà nelle prossime dodici ore avrà ripreso abbastanza il controllo da sopravvivere fino a...” Non terminò la frase. Non ce n’era bisogno.
“Ottimo,