Nel Letto Dell'Alfa. Kate Rudolph

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Nel Letto Dell'Alfa - Kate Rudolph

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fermato la minaccia immediata, il che era tutto ciò che potevano fare in quel momento. “Sei riuscita a capire chi ha lanciato la maledizione?” Mel era abituata a non sapere per chi lavorava, ma non sopportava di non conoscere i suoi nemici.

      La voce di Krista le arrivava attutita dalla gamba su cui si era appoggiata e Mel riusciva a malapena a vederla scuotere la testa. “No, ho dovuto interrompere la ricerca dopo che Cassie ha cominciato la serie di mute.”

      “Non ne hai neanche una vaga idea?” Le maledizioni erano cose strane. Quasi ogni strega poteva lanciarne una, ma farlo senza lasciare una chiara traccia della connessione fra chi esegue e chi subisce faceva pensare a qualcuno di davvero capace e molto potente. Poche streghe sceglievano di usarle, proprio perché creavano un legame che poteva essere manipolato e ritorcersi contro loro stesse. La maggior parte le vedeva come un rischio troppo grande da correre.

      “Un nome mi viene in mente.” Krista si alzò lentamente e si diresse verso la sua branda. La stanza originariamente non era stata pensata per ospitare due persone e Mel aveva reclamato il letto non appena era entrata. Così a Krista era rimasta la branda improvvisata che a suo dire era davvero molto comoda. Mel aveva cercato di offrirle il letto dopo che Krista era stata ferita, ma la strega non ne aveva voluto sapere. “Ma se fosse lei,” continuò, “sarebbe una coincidenza troppo grande.”

      “Ava.” Quel nome riempì Mel di rabbia e di determinazione. Se era stata lei a lanciare la maledizione su Cassie, allora a Mel non sarebbe servita la pietra con la catenina da tenere al collo. Ci sarebbe stato un intero branco di leoni a darle la caccia, e non sarebbe passato molto tempo prima che la trovassero. Ma non si trattava solo di Cassie. Ava aveva sterminato la famiglia di Mel, il suo intero branco, quando lei era solo una bambina. Mel aveva fatto della vendetta contro la strega l’obiettivo della sua vita, e non era mai stata così vicina a raggiungerlo.

      “O qualcuno a cui lei ha insegnato. Non riesco a immaginare nessuna delle grandi congreghe che l’avrebbe fatto.” Tutto si riduceva alla politica. Ava non controllava ufficialmente nessun territorio e non era affiliata a nessuna congrega. Tutto ciò di cui rivendicava la proprietà veniva ceduto non appena otteneva ciò che voleva. “Ma,” continuò Krista, “anche se fosse lei, vogliamo davvero combatterla qui? Ora?” Indicò con un gesto la sua ferita. “Non sono esattamente in forma smagliante, e non conosciamo questa gente.”

      “Stai seriamente suggerendo di scartare potenziali alleati? Non è che ci sia esattamente una folla, là fuori, pronta a darle la caccia.” Nessuno che conoscesse Ava la osteggiava a lungo. La linea d’azione migliore per combatterla era evitarla.

      “Queste persone erano i nostri nemici fino a due settimane fa. Non credi che si rivolteranno contro di noi non appena ne avranno l’occasione?” C’era una veemenza inaspettata nelle parole di Krista. “Non c’è niente per noi qui, Mel. Probabilmente dovremmo considerare di fare i bagagli prima che il loro territorio vada a fuoco.”

      Mel non rispose. Non poteva litigare con Krista, soprattutto dal momento che verosimilmente aveva ragione. Lasciò la strega a se stessa e si diresse fuori, determinata a sfogare un po’ dell’energia che le bruciava dentro.

      Lungo il tragitto vide Maya che scendeva le scale con un vassoio pieno di zuppa fumante. La leonessa non disse nulla e lei restituì il favore. Maya non sembrava essere di buon umore e Mel non aveva alcun desiderio di contrariarla. Non ancora.

      Le parole di Krista la assillavano. Non era mai stata così pronta a fidarsi, così veloce ad offrire la sua lealtà. Eppure, quando si trattava di Luke Torres, Mel aveva paura di scoprire fino a che punto sarebbe arrivata esattamente. Il tradimento era fuori questione. Il solo pensiero la faceva star male e non poteva nemmeno prendere in considerazione la possibilità che lui le si rivoltasse contro. Semplicemente non sapeva se poteva rimanere e sperare per il meglio. Lui era un alfa, lei una ladra senza branco. I loro mondi non si incontravano.

      Mai.

      Si ritrovò fuori, nel giardino di Luke. Un breve tratto di prato ben curato terminava bruscamente nella fitta foresta del Colorado. Si incamminò fra gli alberi, e una volta al riparo si spogliò dei vestiti e si chinò per cambiare forma. Le ci volle un po’ di tempo. Le sue mute complete non erano niente di speciale, non erano più dolorose dopo anni di pratica, ma ci voleva più di un minuto per passare da donna a leopardo.

      Una volta completata la trasformazione si stiracchiò, lasciando che i lunghi artigli scavassero nella terra morbida. La smaterializzazione della sua forma umana e la ricomposizione in forma animale erano una bella sensazione. Percepiva ogni muscolo del suo corpo felino e la forza racchiusa nelle sue linee flessuose e letali. Non c’era niente di meglio. Nemmeno l’ebbrezza del furto.

      Si mise a correre, lasciando che il vento la guidasse attraverso la foresta, schivando gli alberi e arrampicandosi. Continuò senza mai fermarsi così a lungo da perdere la cognizione del tempo. Non che per lei fosse importante, in quella forma. Un leopardo non aveva bisogno di orologi.

      Dopo un’eternità, o forse solo un secondo, sentì un odore delizioso, felino come il suo ma diverso, maschile e che sapeva di savana invece che di giungla. Un leone. Il suo leone. Era uscito per giocare, e per il momento avrebbe avuto occhi solo per lui.

      4

      Capitolo Quattro

      A Luke venne quasi da vomitare guardando Krista lavorare su Cassie. Non aveva mai visto la strega all’opera, non ne aveva mai vista lavorare nessuna in realtà e a quel punto sarebbe stato felice se non avesse mai più dovuto osservare gli effetti di un incantesimo su qualcun altro. Cassie si era agitata e contorta, urlando e pregandoli di smettere. Krista tuttavia li aveva avvertiti che la ragazza lo avrebbe fatto e che se non avessero proseguito in fin dei conti l’avrebbero solo danneggiata di più.

      Luke aveva desiderato fermarla, ma Cassie voleva che Krista lanciasse l’incantesimo... Così, nonostante il dolore, non l’aveva interrotta e aveva trattenuto Maya dall’intervenire.

      Forse Mel aveva avuto l’idea giusta. Era fuggita prima che quell’indefinibile tanfo di magia si diffondesse nella stanza, e non sapeva dove fosse andata. Forse era tornata in camera sua, o forse gli stava svaligiando l’intera casa. Ora che era tornata in possesso della pietra per cui era venuta poteva semplicemente andarsene, avendo raggiunto il suo unico obiettivo nel lavorare con lui. Era stata una mossa stupida, lo sapeva, ma ciò non lo aveva fermato.

      Quando l’alfa decideva qualcosa, andava fino in fondo. Era la risolutezza a permettergli di rimanere a capo del branco.

      Quindici minuti dopo il suo inizio, la magia si interruppe. Le urla di Cassie si spensero e l’unico suono nella stanza rimase il respiro affannoso di Krista.

      Luke studiò la sorella. Il sudore le incollava i capelli biondi al viso e lei respirava profondamente, col petto che si sollevava teso ad ogni inspirazione. Era viva, incosciente ma viva. Rivolse lo sguardo su Krista. La sua pelle color miele era pallida, ed era coperta di sudore come la sorella. Sembrava che, per quanto impossibile, avesse perso due chili in altrettanti minuti. Appariva prosciugata, esausta, in condizioni terribili.

      “È fatta, Alfa,” disse la strega, con uno sguardo duro come l’acciaio negli occhi castani. “È viva.”

      Luke non aveva più energie per le minacce. Cassie era viva, era l’unica cosa che contasse. Avrebbero risolto il resto in mattinata. “Grazie,” le disse, e lasciò la stanza. Krista lo seguì e barcollò lungo il corridoio fino all’alloggio che divideva con Mel.

      Maya

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