La fine dell'amore. Bracco Roberto

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La fine dell'amore - Bracco Roberto

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vi fidate, Rivoli. Il dottore è come un buon cavallo da corsa montato dal più astuto dei fantini. Lungo la pista, ha l'abitudine di lasciarsi distanziare, ma «tiene la corda», come diciamo noi, e all'ultimo giro, in vista del palo d'arrivo, guadagna terreno. Voi lo quotate dieci contro uno; ma io, se faccio da book-maker, nella peggiore previsione, lo do alla pari.

Salvetti

      Risparmiatevi questa pena, perchè io non corro.

Dionigi

      Play or pay, dottore!

Salvetti

      Questo non so che significa, ma non importa! Il certo è, giovanotto mio, che sulle piste femminili, il palo d'arrivo muta di posto a seconda delle condizioni fisiologiche d'una donna. Non si tratta di correre; si tratta di aspettare. Nella vita di lei c'è sempre un quarto d'ora in cui non si ha che a stendere la mano per afferrarla… come un frutto maturo.

Dionigi

      Oh, oh, dottore! Poco elegante tutto questo, poco di buon gusto! Poco comme il faut!

Salvetti

      Ma molto vero.

D'Alma

      Io sostengo che è assurdo!

Albenga

      (con importanza) Nè assolutamente vero, nè assolutamente assurdo. Sono fenomeni che io ho approfonditi. Il quarto d'ora della vulnerabilità arriva ma esso è determinato da una influenza, da un fluido, da una forza fascinatrice…

Rivoli

      (si alza lentamente e si sdraia meglio in un'altra poltrona anche più bassa e più soffice, stendendo le gambe sopra uno sgabello e respirando:) Ah!

Albenga

      (continua) E questa forza, signori miei, può essere la bellezza, può essere la bontà, può essere l'astuzia, può essere… non spetterebbe a me il dirlo… ma può essere, ed è, spesse volte, l'arte…

Rivoli

      Dio buono! Meno teorie e più fatti!

Salvetti

      E dire che sono i fatti quelli che vi hanno liquidato!

Rivoli

      Uhm! Non ancora.

      SCENA II.

      ANNA, SALVETTI, DIONIGI, D'ALMA, ALBENGA, RIVOLI

Anna

      (sporgendo la testa dalla porta a sinistra e nascondendo il capo dietro la portiera, chiama:) Conte Dionigi!

Dionigi

      (alzandosi subito) Marchesa? (Tutti s'alzano e s'inchinano.)

Anna

      Per un vestito d'amazzone, in campagna, che colore mi consigliereste?

Dionigi

      (cercando di vedere) Se potessi indovinare…

Anna

      Ah, no! Dovete essere… indipendente.

Dionigi

      Ebbene, il grigio.

Anna

      E voialtri?

Albenga

      Io direi il bleu. C'è una mia protagonista che si veste così.

D'Alma

      Il color Valkiria, marchesa!

Anna

      Non c'è! E voi, dottor Salvetti?

Salvetti

      Le donne a cavallo mi sono odiose in tutti i colori.

Anna

      Orso!

Salvetti

      (paziente) Orso.

Anna

      Uno!.. Due!.. E tre!.. (Viene fuori d'un salto e si ferma.) – (Risatina.) Eccomi qua! (Indossa un vestito d'amazzone grigio. Porta in mano guanti, frusta e cappellino.) Conte, non siete voi che avete indovinato il mio colore, sono io che ho indovinato il vostro.

Dionigi

      Molto inglese! (Analizzando seriamente il vestito di lei) Molto chic! molto chic!

Anna

      A voi! (Stendendo il braccio) Si procede al baciamano.

      (Tutti si dispongono in fila come dinanzi allo sportello d'un bigliettinaio, aspettando il loro turno.

      La Marchesa resterà ferma col braccio teso, ed essi le si accosteranno l'uno dopo l'altro, ordinatamente.)

Dionigi

      (le prende la mano e gliela bacia con estrema eleganza.)

Albenga

      (gliela bacia guardando lei con occhi pieni di pensieri importanti.)

D'Alma

      (le solleva le dita con le dita e timidamente indugia accostandovi la bocca.)

Anna

      Coraggio, signor Giuliano, coraggio!

D'Alma

      Non ne ho mai quando so di profanare quello che tocco. (Le sfiora le dita con le labbra.)

Rivoli

      (che era già dietro a Giuliano D'Alma, aspettando il suo turno) Io ne ho sempre quando so di toccare quello che profano. (Le bacia la mano avidamente e vorrebbe continuare.)

Anna

      (ritirando il braccio) Ho sentito, ho sentito!

Salvetti

      (con subitanea risoluzione) Per conto mio, rinunzio.

Anna

      (con lieve moto di dispetto) Lo so che siete astemio!

Rivoli

      (a Salvetti) Non ve l'ho detto, io?

Dionigi

      Sicchè, il programma di oggi, marchesa, è indicato dalla vostra toilette?..

Anna

      Come? Non s'era già stabilito d'andare a cavallo sino al laghetto e di fare colazione alla Capannella d'oro?

Dionigi

      No, marchesa…

Anna

      Oh, che testa! che testa che ho io! Ma è spaventevole! (Ride) Ah ah ah! Intendo. L'avrò sognato… Da che sono in campagna non faccio che sognare!

D'Alma

      (con dolcezza poetica) Come me.

Rivoli

      (con un rimpianto di cupidigia lasciva) Come me.

Anna

      E sapete, per esempio, l'altra notte che sognai? Sognai… d'averlo finalmente trovato.

Rivoli

      Chi?!

Anna

      Non so bene chi, ma era lui! Era lui, era proprio lui, era proprio quello che viceversa cerco da due anni (declamando per celia) e che forse non troverò giammai. (Risatina.)

Albenga

      (con aria di competenza) Marchesa, dalle mie osservazioni mi risulta che le mogli, che hanno il vostro temperamento, sono avide di libertà, ma non possono vivere che di tirannia. Esse fuggono il marito, sì, come faceste voi, ma cercano un altro tiranno.

Anna

      (seria) Aimè! Mio marito non è stato neppure un tiranno.

Dionigi

      E poi non sarebbe mica di buon

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