La fine dell'amore. Bracco Roberto
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Un «reagente»!
Un'anima… parallela!
(con umorismo) L'anima parallela non mi dispiacerebbe. Ma tutte queste distinzioni sono di ordine secondario. Io cerco, purtroppo, quel che è più raro e più irreperibile, al giorno d'oggi, sulla faccia del mondo. Io cerco… un uomo!!
Eh?!!
(non si regge più sulle gambe si ritrae indietro e siede sul bracciuolo di una poltrona.)
A voi pare una cosa facile?.. V'ingannate. Per gli uomini, si sa, tutti gli uomini sono uomini. Ma per noi donne, è diverso! (Risatina) Ognuna di noi non ammette che un uomo solo: quello che sa conquistarla. Orbene, amici miei, non potete disconoscere che, ai tempi nostri, la galanteria è divenuta molto diffusa, ma punto tentatrice. Ricordate, eh?, tutta quella numerosa schiera di giovanotti che in città ingombravano il mio salotto? Io vi domando: quale poteva essere per me un vero conquistatore? Dieci di essi mi facevano la corte per vendicarsi dei fiaschi ottenuti con le mie nemiche; altri dieci me la facevano per farla… alle mie amiche, ed era un po' come quel grazioso giuoco, quello che voi, conte, conoscete così bene…
(stupidamente) Il bézigue?
Ma no!.. Un giuoco di bigliardo…
Ah! La carambole…
Benissimo!.. la carambola: urtarne due per non fermarsi, possibilmente, a nessuna… E quelli, poi, che mi facevano la corte per non farla che a me, avevano un'aria così indolente, così pigra, così stanca – peggio di Rivoli, veh!..
(si dirizza d'un subito in piedi, a guisa d'una molla.)
(continuando)… che non avrei osato di sceglierne uno senza sentire il dovere di dirgli: «Scusi l'incomodo». (Ride) Ah ah ah! Almeno, qui, in questo eremitaggio, non ci sono che io. Marchesa di Fontanarosa a tutto pasto! Voi potete giocare a… carambola sul mio bigliardo; ma nel mio salotto non più; ed io (scherzosa) posso contare sulle vostre intenzioni, perchè… mettiamo le cose a posto… se siete riuniti in questo recondito angolo del mondo, significa che mi ci avete seguìta!
– Naturale!..
– Senza dubbio!..
– È vero!..
– È evidente!
Domando scusa, marchesa: io non vi ci ho seguita: io vi ci ho incontrata.
Ma ci rimanete.
Ci rimango…
E non ci rimanete forse per me?..
In qualità di medico.
Ma io non sono malata.
La vita di una donna senza marito è sempre una malattia!..
Che voi non sapete curare…
Mi ci provo.
(pungente) Ma non ci riuscite!
(mettendo la mano sul petto all'uso schermistico.)«Toccato», dottore!
(condiscendente) «Toccato».
(con solennità gioconda, salendo sopra uno sgabbelletto)Si mette ai voti il programma della gita a cavallo!
Accettato all'unanimità!
(insieme) All'unanimità!
Meno uno!
Peggio per quell'uno.
(a Rivoli, guardandogli le gambe) Come!! Ci andate anche voi a cavallo?
E perchè non dovrei andarci?
Avete un bel fegato!
Conte, mi cedete il vostro Black boy?
Mi permetterei piuttosto di offrirvi la mia cavallina. Black boy è troppo duro di bocca e devo lavorarmelo io. Se mi date licenza, vado io stesso a insellare Lady Florence.
E gli altri?
Noleggeremo i bucefali del Santoro.
Ma sin là c'è una tappa di un chilometro.
Ci andrete voi, Rivoli.
… Con piacere.
E presto, eh?
Volo, marchesa. (Si allontana, sforzandosi, invano, di affrettare il passo, ed esce.)
Abbiate pazienza, Albenga: andateci voi pure, perchè Rivoli non mi sembra molto disposto a volare.
Vi servo, marchesa. (Esce.)
Io corro alla scuderia.
Grazie.
Prego… (Esce.)
(accomiatandosi) Ed io, giacchè ho da restar solo, vado a fare un po' di onesta colazione.
Superfluo il dirvi, dottore, che durante la mia assenza voi siete padrone della mia casa come di solito. Qui, troverete seggiole a sdraio, libri, giornali illustrati: tutte cose di cui difetta il vostro alberghino, esageratamente campestre.
Troppo buona, marchesa. Profitterò. (Via.)
SCENA III.
ANNA e D'ALMA
(è lontanissimo da lei, in un canto della stanza, nel suo atteggiamento di sognatore.)
(siede.) (Un silenzio.) E voi?
Io… deploro!
(schiettamente curiosa) Che deplorate?
Quello che qui accade.