La fine dell'amore. Bracco Roberto

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La fine dell'amore - Bracco Roberto

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pare che non accada proprio niente.

D'Alma

      (serafico) Non siete voi, Anna, la farfalla intorno a cui scherzano dei bambini più o meno insidiosi?

Anna

      (un po' imitandolo) E non siete voi, Giuliano, uno dei bambini più o meno insidiosi che scherzano intorno a questa farfalla?

D'Alma

      Oh, no!.. Io la guardo! Io l'ammiro!.. Ma la mia mano non oserebbe mai di ghermire quelle ali agitate vertiginosamente da una così gentile inconscienza.

Anna

      Mai?!

D'Alma

      Mai! (Siede.)

Anna

      (risatina) Converrete che c'è del metodo in tutto questo.

D'Alma

      Attribuireste voi a me, come agli altri, un volgare calcolo… maschile?!

Anna

      Volgare, non so; ma, via, maschile… credo di sì.

D'Alma

      (con accento drammatico) Quale inganno è il vostro!!

Anna

      (di scatto) Cosa?!

D'Alma

      Anch'io, è vero, sono vissuto nella corruzione. Anch'io sono stato vittima dell'abbrutimento che col pretesto degli istinti… coinvolge l'umanità!.. Ma quando ho conosciuto voi, creatura eletta, minacciata dalla corrente malefica, io ho avuta nausea di me stesso. La mente mia ha concepito la salvezza di un affetto inestinguibile; e ha visto, luminosa, la possibilità di eliminare l'errore, di sollevarsi dal fango e di correggere perfino i così detti istinti…

Anna

      (spalancando tanto d'occhi) Ah?!

D'Alma

      E d'allora in poi, Anna, il miraggio della mia vita si è elevato; e, vagheggiando le estasi purissime delle anime che s'incontrano all'infinito, io non ho desiderato che il godimento di un amore perfetto, casto, immateriale!..

Anna

      (lo guarda, sorpresa, attonita. Indi, dissimulando nell'ammirazione uno strano dubbio) E… ditemi: sono certamente io… la sola donna che vi abbia ispirato un amore… di questa specie?

D'Alma

      La sola!!!

Anna

      (con orgoglio entusiastico foderato d'ironia) È una grande sodisfazione! (Pausa. Poi, con burlesca volubilità, alzandosi) E se per caso fossi stata vostra moglie?

D'Alma

      (imbarazzatissimo) Non mi sono mai permesso di rivolgermi una simile domanda.

Anna

      Ah, già! Dimenticavo che, dati i vostri ideali, non ci sono più mogli… e, soprattutto, poi, non ci sono più mariti. (Sospirando) Io, invece, sono molto maritata! (Risatina) Perchè le mogli separate dai loro mariti possono sentirsi più maritate delle altre?

D'Alma

      (confuso) Marchesa… come volete che lo sappia io!?

Anna

      Avete ragione! Nondimeno, il perchè è così semplice! Un marito, anche se intrinsecamente abbominevole, stando lontano, vale sempre più di quanto varrebbe se stesse vicino. Sono due anni che mio marito… è separato da me. Da questo punto di vista, io comincio a sentirmi maritatissima!

D'Alma

      (dopo una reticenza) Lo amate?

Anna

      (contraffacendolo) Lo amavo! (Un silenzio. Poi, ride un po') Ah ah! (Mutando di nuovo e sedendo)Vi compiacereste di darmi dei chiarimenti?

D'Alma

      Su che?

Anna

      Sulla… «correzione degli istinti»?

D'Alma

      Volentieri. (Pausa) Avete voi letto Tolstoi della prima maniera?

Anna

      Io ho letto… per esempio, Nanà, di Zola…

D'Alma

      Ma non è precisamente lo stesso!

Anna

      Be', che dice il vostro Tolstoi della prima maniera?

D'Alma

      Ecco… (Fruga nelle saccocce e ne cava parecchi libri.)

Anna

      Lo avete sempre in tasca?

D'Alma

      Sempre! È uno dei miei compagni prediletti. (Sceglie uno dei libri, lo apre e lo dà ad Anna, mostrandole una pagina) Leggete qui. (Soavemente)È modernissimo!

Anna

      (dopo aver letto un po') Uh! Guarda guarda guarda!.. Voi, per amarmi così sublimemente, non mangiate che erba?!

D'Alma

      Non vi fermate a certi particolari, vi prego.

Anna

      E con questa igiene voi siete sicuro… delle estasi purissime?!

D'Alma

      (sorridendo con tristezza) Comprendo! A voi sembra che la facilità con cui io mi lascio andare a queste conversazioni intime (con disgusto) sia, per lo meno, un avanzo del materialismo comune. Ebbene, io vi mostrerò che so e posso trionfarne. (Con energia) Da solo a sola con voi, Anna, io non mi troverò… mai più!

Anna

      (con latente stupefazione) Me lo promettete?..

D'Alma

      (con gravità) Ve lo prometto!

Anna

      (con lieve trasparenza comica) Siete immenso!..

D'Alma

      Grazie!

Anna

      Non c'è di che.

(Un silenzio.)D'Alma

      Ed ora, (alzandosi) se non m'inganno, ci siamo detto tutto!

Anna

      E sfido io! Che altro ci potremmo dire?!

D'Alma

      Arrivederci…

Anna

      Arrivederci…

D'Alma

      Ma… (fa un gesto complicatissimo e solenne ricordante la risoluzione presa.)

Anna

      (imitando caricatamente il gesto di lui) Oh… siamo intesi!..

D'Alma

      (assorto, si allontana. Presso la porta, si trova a faccia a faccia con Salvetti: ne ha un soprassalto di fastidio, ed esce fuggendo.)

      SCENA IV.

      ANNA, SALVETTI

Salvetti

      Sono di troppo?

Anna

      Ma che «di troppo»! Non vedete che se ne va?

Salvetti

      (restando sulla soglia) Io ritengo di essere di troppo appunto quando non c'è nessun altro.

Anna

      Quando non c'è nessun altro dovreste piuttosto ritenere di non essere… sufficiente. Avanti, avanti! (Mettendosi con cura il cappellino) Io aspetto ansiosamente questi cavalli e questi cavalieri. Ben presto vi lascerò. Non abbiate soggezione di me. Sdraiatevi in una seggiola a bracciuoli,

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