Sperduti nel buio: Dramma in tre atti. Bracco Roberto

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Sperduti nel buio: Dramma in tre atti - Bracco Roberto

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il cappello a tuba e una breve mantellina a pipistrello) E il nostro professore non viene?

Franz

      Il professore resta qui.

Don Lorenzino

      (con la stessa calma di Don Achille si mette un cappelluccio floscio e un lungo paltò.)

Don Achille

      (a Franz:) Già, intendo… (Si tocca gli occhi con un dito come per indicare d'aver capito che Nunzio è cieco.) Voi fate una bell'azione!.. Bravo! Bravo!.. (Si avvia.)

Don Lorenzino

      (mettendo una mano sulla spalla di Nunzio con curiosità gaia) Cieco nato?

Nunzio

      (con un cenno della testa risponde di no.)

Don Lorenzino

      (seguendo Don Achille) Eh eh! Quanti brutti scherzi fa la natura!

Don Achille e Don Lorenzino

      (passando dinanzi ad Emilia si tolgono il cappello) Signora! – Signora!

Emilia

      (dorme.)

Don Achille

      Buona notte, Franz.

Don Lorenzino

      Buona notte, Franz.

Franz

      (abbreviando) Buona passeggiata! Buona passeggiata!

      (I due escono.)

      SCENA III

FRANZ, NUNZIO, EMILIAFranz

      Che si possano rompere le gambe! (Apre in dentro l'uscio di vetro della bottega, e socchiude dal di fuori i battenti di legno.) Nunzio, vattene a letto. (Accende due mozziconi di steariche in due piccoli candelieri che sono sul comptoir. Si rivolge intanto a Emilia:) E tu, non lo vedi che sto sfacchinando come al solito? Metti almeno a posto sulle scansie questi liquori, questi pasticcini; lavami quei bicchieri…

Emilia

      Ho sonno. Sono stanca.

Franz

      Di che? Se non fai mai niente!

Emilia

      Secondo te.

Franz

      (portando in giro uno dei due mozziconi accesi procede alla pulizia. Cava fuori dal retrobottega una scopa, un recipiente d'acqua e una manata di segatura.) Stai di giorno e di notte su questo pulpito come un pappagallo sulla pappagalliera.

Emilia

      Lo vuoi tu che io ci stia.

Franz

      Non sei buona che a pettinarti e metterti il negrofumo sotto gli occhi.

Emilia

      (senza alterarsi, mollemente) E anche questo serve alla bottega! Non è forse per la bottega che ti sei ammogliato un'altra volta?

Franz

      (con brutalità) Mi sono ammogliato per… Uhm! (Battendo la bocca con la mano, ingoia il resto. Indi, a Nunzio, irritandosi della sua presenza e scuotendolo) Ma tu che fai qui come un palo?

Nunzio

      (con estrema mitezza) Ve lo dissi ieri: ora che è inverno, in quel retrobottega non ci posso dormire. È umido come una grotta. Per questo ci tenete i vini.

Franz

      (spargendo a terra la segatura e l'acqua) Ma che vuoi andare a dormire al Grand Hôtel? O vorresti accomodarti qua sopra (indicando il soffitto) con me e con la mia signora, maledetto il diavolo, nell'unicissima stanza che abbiamo per dimorare?

Nunzio

      Con pochi soldi potrei andare a dormire fuori.

Franz

      E chi ti ci accompagnerebbe, di nottetempo? Io?.. E in conclusione, dopo lo sbattimento della bottega, io dovrei fare il servitore a te come lo faccio a tant'altra canaglia. I soldi dovrei sborsarli anch'io, e così sempre in avanti allegramente. Mi costi già troppo e molto, pezzo d'asino! Gli occhi per vedere non li hai; ma la bocca per mangiare sì. Essere cieco! Un mestiere bellissimo! Mangiare, bere e dormire con la borsa degli altri! Non c'è moralità, sangue di Bacco, non c'è moralità!

Nunzio

      (sempre più mite) E dunque io non voglio più esservi di peso. Datemi licenza, e ognuno per sè, Dio per tutti.

Franz

      Ma che bestemmi? Sei ubbriaco o scherzi?

Nunzio

      Ubbriaco non sono… E vi sembra che proprio io possa scherzare?

Franz

      Tu, come una bestia tartaruga, non puoi fare da solo nemmeno due passi, e avresti poi lo stomaco di metterti a vagabondeggiare per il mondo?

Nunzio

      La Provvidenza forse mi aiuterebbe…

Franz

      (scoppiando) Ah, farabutto ingrato! (Rivolgendosi a Emilia e dando al comptoir un colpo con la scopa:) Hai sentito che cosa si fa uscire dall'anima questo melenso traditore?

Emilia

      (si sveglia di soprassalto e discende dal comptoir) Che ha detto? Che ha detto?

Franz

      Eh già, tu avevi la testa a Pechino!

Emilia

      Io m'ero addormentata, ecco! Si può sapere che ha detto?

Franz

      Ha detto che egli ci disprezza!

Emilia

      Ci disprezza?!

Nunzio

      Ma no: questo non l'ho detto.

Franz

      Ci disprezza, sì, ci disprezza e se ne impipa di noi! Se ne vuole andare!

Emilia

      Ben ti sta. Chi se l'è cresciuta in casa questa vipera? Io ce l'ho trovata. Vuole andarsene? Per me, padronissimo. Io gliel'aprirei subito la porta.

Franz

      (facendole un gesto affinchè ella non continui) Tu gliel'apriresti subito la porta, ma io no, perchè sono troppo perfetto e quando ho stabilito per legge e regola nella mia coscienza di fare una buonissima azione, io la faccio per marciare sempre dritto in avanti a fronte altissima. (S'avvicina a Nunzio, gli calca un braccio sulla nuca in segno d'autorità e gli dice cupamente:) Io poi, per farti capire, ti consiglio di non inalberare tanta presunzione, perchè dàgli e dàgli, il sangue mi si mette in ebollizione e non so quello che può succedere!

Nunzio

      Ahi! Ci avete le spine nel braccio!

Franz

      Pochi discorsi per conchiudere, e va a letto, marmotta! (Gli dà uno spintone.)

Nunzio

      (camminando incerto, a tentoni, entra nel retrobottega.)

      SCENA IV

EMILIA e FRANZEmilia

      (scrollando il capo) Bel mobile!

Franz

      (avvicinandosi a lei ed ammonendola a voce bassa) Ma un altro suonatore di pianoforte a tutte le ore, meno di cinque o sei lire al giorno non ci costerebbe. (Continuando a spazzare e accumulando man mano la segatura bagnata fuori dell'uscio) Ricòrdati questo, e rispetta l'essenziale del bilancio, che è la prima particolarità dell'esercizio.

Emilia

      (alzando un po' la gonna e sollevandosi sulla punta dei piedini ben

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