Resa a discrezione. Giacosa Giuseppe
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La carrozza della Contessa del Pallio.
Posso rimanere?
Anzi vedrai che poche arti ci vogliono.
Anselmo, quando verrà un signore a cercare di mio zio lo farete passare.
Sissignora. (via).
Addio.
Ah! Sveglia Del Sannio e portalo con te. Non voglio che il tuo eroe possa credere che la nostra compagnia concilia il sonno. Almeno questo.
Giusto. (scuote Del Sannio) Oh giovinotto!
Eh!
Andiamo?
Subito. Chiudono? (mezzo insonnito va a prendere il cappello ed accenna ad avviarsi con Teodoro).
Crede di essere al Club.
Ciò vendica i nostri saloni.
Non salutate?
Oh diavolo! Cara Marchesa.
Vi ringrazio della bella serata che ci avete fatto passare.
Che dite?.. Sono io che…
Presto.
Vengo. Contessa! (s'avvia, quando è vicino a Teodoro gli dice) Oh! Marchese, scusate, non vi avevo conosciuto.
La cimmeria nebbia, come dicono i classici.
SCENA VII
Marchesa, voi state per commettere una cattiva azione.
Oh! oh!
Una cattiva azione. Pensateci. Ammetto che siate indispettita della poca galanteria degli uomini; ma quello di cui macchinate la rovina…
La rovina?
Certo; quello non appartiene al nostro mondo, non vi ha offeso in nulla. È un uomo utile, probabilmente ingenuo e quindi disarmato contro di voi. Vi conosco, ora siete in puntiglio, ma tornata in voi sareste la prima a giudicare severamente la vostra condotta. La parte di Dalila è ingenerosa.
Se è un Sansone non cadrà.
Sansone è caduto.
Io non lo disarmo nel sonno. Se è veramente forte non si lascierà smuovere, e lo smacco sarà mio. Sapete bene che non mi getterò fra le sue braccia. Se cede, vorrà dire che non era stoffa d'eroe, e mi vendicherà della prosopopea di tutti gli altri. E poi m'annoio, e questo mi diverte. – E poi è deciso.
Quanto più sarà forte, tanto più facilmente cadrà nella pania.
Come temete per il decoro del vostro sesso!
Oh! pigliatevela con me…
Che non ve ne importa.
Non conosco il signor Sarni, ma…
Minacciate di metterlo in avviso? La buona fede mascolina! Perchè vi ho invitato a casa mia!
Non lo metterò in avviso, non per timore di essere sleale, ma perchè sarebbe inutile. Solo se persistete nel proposito, avrò il dolore di non esser più de' vostri amici.
Capite bene che se cedessi ora, avrei l'aria di farvi la corte.
Buona sera, Marchesa.
Contessa! (salutando).
Vai via? Non assisti al Torneo?
No.
Per dar la palma al vincitore.
Saranno vinti tutti e due. (via).
SCENA VIII
Non potete credere che allegria mi mette indosso questa partita. (Silenzio. Elena passeggia la scena, va da un mobile all'altro, apre un libro e poi lo chiude; siede al pianoforte. Filippo sbadiglia coprendosi la bocca colla mano. Gemma lo guarda).
Scusate, è l'allegria della Marchesa che è comunicativa. Le dieci. (suono di campanello) Eccolo qui, è puntuale.
Elena, lasciamo correre?
Vedremo.
SCENA IX
Il sig. Sarni.
Mio zio mi ha annunziato la sua visita e stavo aspettandola. Mio zio le avrà detto che le dava appuntamento in casa mia.
Sì, signora Marchesa.
La Contessa del Pallio si è trattenuta apposta per fare la sua conoscenza. (inchini). Il mio amico il Barone Landucci.
Ebbi già l'onore di conoscere il signor Sarni ieri sera…
Alla Direzione del Faro.
Appunto.
Inutile dirle che si parlava di lei.
Ammirando.
È un'ammirazione presto guadagnata, se basta partire per ottenerla.
Si ammira un volontario che parte per la guerra.
Ma non un botanico che parte per erborizzare, nè un artista per veder paesi. Al giorno d'oggi i piccoli fatti sono troppo facilmente divulgati, e finiscono per acquistare importanza dal numero delle persone che li