Night Light. Amy Blankenship

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Night Light - Amy Blankenship Legami Di Sangue

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entrambi che tua madre non era una ladra.” lo rimproverò Michael. “Era una donna di buona famiglia.”

      Kane ricevette un pugno in faccia e volò all’indietro. Michael seguì il movimento mentre Kane gli sfrecciava accanto e finì nello stesso mucchio di detriti in cui lo aveva gettato Kriss. Sospirò quando prese atto che Kane era sudicio di sangue. Kane si lanciò di nuovo nella lotta, facendo a pezzi i bastardi lungo il cammino.

      â€œSicuro che non ti serve aiuto?” urlò Michael al di sopra dei rumori di ossa rotte e piedi che saltavano in pozzanghere, che aumentavano di minuto in minuto. In realtà si mise a ridere quando Kane iniziò a mormorare un incantesimo di Syn, ma ricevette un pugno in bocca prima che potesse finire.

      â€œNo.” ringhiò Kane mentre sputava sangue in faccia a colui che lo aveva colpito così forte da fargli vedere le stelle. Afferrando un pezzo di legno da una sedia che avevano rotto durante la lotta, lo spinse così forte nella bocca del vampiro che fuoriuscì da dietro il collo.

      Michael fece una smorfia, ma non interferì. Guardava attentamente, contando tre vampiri a terra e quattro ancora da eliminare. Kane era un combattente senza paura, adesso più di prima che fosse sepolto vivo. Il che ricordò a Michael la domanda che non aveva ancora chiesto: come aveva fatto Kane a spezzare l’incantesimo senza il sangue della propria anima gemella?

      Meno di venti minuti dopo, Kane crollò in ginocchio. Guardò attraverso la foschia rossa dei propri occhi in direzione del rumore di un applauso che si avvicinava. Si asciugò il sangue dalla bocca e cercò di alzarsi dal pavimento. Rise quando non ci riuscì perché il pavimento era scivoloso per tutto quel sangue.

      â€œE il vincitore avrà un centinaio di cerotti e un buon riposo notturno a casa di Michael.” Si abbassò e avvolse il suo braccio intorno alla vita di Kane per aiutarlo a rialzarsi. Entrambi barcollarono prima di trovare un equilibrio.

      â€œTu hai una casa?” chiese Kane sperando che se continuava a parlare non sarebbe svenuto prima di arrivarci. Sapeva dove viveva Michael, ma non voleva ammetterlo perché avrebbe solo ricordato a Michael di essere arrabbiato con lui per la sua lontananza. Non era molto felice a riguardo, ma aveva sentito il bisogno di mantenere le distanze.

      â€œGià, sono grande adesso. E poi, le bare sono superate ormai.” Rabbrividì dentro di sé realizzando che Kane potesse non trovare molto divertente quella battuta. “È un posto enorme. Era una sorta di museo d’arte in stile vittoriano finché non ne hanno costruito un altro a Beverly Hills. Forse, se ti trasferissi da me, somiglierebbe di più ad una casa.”

      â€œVoglio un cucciolo.” dichiarò Kane di punto in bianco, mentre si concentrava a mettere un piede davanti all’altro, prassi che di solito impedisce di cadere.

      â€œVuoi un cosa?” chiese Michael.

      â€œSe dobbiamo vivere insieme, allora voglio un cucciolo.”

      Michael dovette sorridere al suo vecchio amico. A quanto pare l’amore di Kane per i cani non era diminuito nel corso dei decenni.

      Capitolo 3

      â€œAllora, cosa succede con Micah?” chiese Nick a Steven mentre entravano nel parcheggio accanto alla chiesa e parcheggiavano tra due bus.

      â€œCome al solito Micah e Quinn hanno litigato su chi detta le regole e Micah se n’è andato per staccare la spina.” rispose Steven uscendo dalla macchina. Trovava ancora divertente che tutti i giaguari guidassero... esatto... giaguari. “Diamine, hanno imparato a combattere l’uno dall’altro, quindi non è un grosso problema se si mettono al tappeto a vicenda.”

      â€œE allora perché non è tornato?” sottolineò Nick.

      â€œÃˆ questo il punto, no.” sospirò Steven. “Quinn pensa che Micah sia scappato, ma io dico che c’è dell’altro.”

      â€œCome fai ad esserne sicuro?” chiese Nick con curiosità.

      â€œPerché Alicia era tornata a casa solo da un paio di settimane, prima che lui scomparisse. Micah aveva contato i giorni che mancavano al suo ritorno. Anche quando Nathaniel era vivo, era Micah a farle da padre. Non se ne sarebbe mai andato all’improvviso ora che lei è a casa.” Strinse le spalle e aggiunse “Se invece avesse deciso di abbandonare la famiglia l’avrebbe almeno portata con sé.”

      Nick annuì chiedendosi se i vampiri fossero responsabili della sparizione di Micah. In un modo o nell’altro non era affatto un buon segno, quindi per il bene di Micah Nick sperava che avesse soltanto perso la ragione e non l’avesse ancora ritrovata. Domani avrebbe fatto altre domande ad Alicia.

      Steven alzò lo sguardo verso l’enorme chiesa con tutti i suoi intagli intricati e le statue. Il fatto che sembrasse importata da Roma la diceva tutta sul denaro che dovevano avere gli umani peccatori che avevano abbellito il portone. I più ricchi erano i più peccaminosi, è per questo che ostentavano in tal modo la propria religione.

      La verità era che il sindaco della città veniva in questo luogo per stringere mani e poi scambiare soldi con la mafia ogni Domenica dopo la messa. Quindi la domanda che si poneva era... perché quella ragazza era qui da sola nel cuore della notte?

      La chiesa era quasi buia tranne che per un paio di finestre da cui si vedeva ancora una luce al secondo piano. Da come ricordava, probabilmente quella era la zona degli uffici. Si chiese se il sacerdote che aveva lasciato al sicuro nell’armadio in realtà vivesse qui. Era qualcosa a cui non aveva pensato fino ad ora. I cattolici erano molto riservati, lo ammetteva.

      Aveva già detto a Nick tutto quello che era accaduto l’altra notte... beh, quasi tutto comunque. Non gli avrebbe detto neanche per sogno dell’episodio della tunica da corista. Scuotendo la testa, Steven spinse la porta d’ingresso aspettandosi di trovarla chiusa a chiave ma, purtroppo, essa si spalancò.

      â€œNon è una mossa intelligente.” Nick aggrottò la fronte mentre estraeva dalla manica il coltello con il manico d’osso ed entrò. “Dopo quello che è successo l’altra sera, pensavo che avessero iniziato a chiudere le porte a chiave.”

      â€œForse, come dice il proverbio... la porta è sempre aperta.” Steven strinse le spalle, ma entrò con cautela. “O forse il vecchio prete aspetta visite.”

      â€œRipeto, non ha molto senso.” Nick scattò sapendo che loro non erano le uniche creature paranormali all’interno dell’edificio. “Sento odore di esseri umani al piano di sopra, ma c’è qualcos’altro qui e dubito che sia venuto a confessarsi.”

      â€œVado ad assicurarmi che il prete stia bene. Se trovi dei vampiri, sii astuto e lasciali stare finché non chiamiamo rinforzi.” Steven si avviò su per le scale lasciando Nick a prendere la propria decisione.

      Nick annuì e cominciò ad ispezionare il seminterrato della chiesa. Di solito peggiori erano i mostri…più in profondità si trovavano. Non si preoccupò di nascondersi mentre indagava perché il nemico riusciva a vedere al buio come lui.

      Trovando la porta con la scritta ‘Seminterrato’, Nick la aprì e scese subito le

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