La Sfida. Guido Pagliarino
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La sfida tra Cristianesimo e Gnosticismo cristiano non sâè chiusa nel passato, anche se ufficialmente il secondo è stato sconfitto dalla Chiesa già nel V secolo, dopo aver cominciato a indebolirsi fin dal III. In realtà risorge più volte in eresie16 cristiane ed è ancora vivo sotto altri nomi, in certe sette e nella persona di membri della stessa Chiesa. Anzi, nel movimento New Age - Next Age costituisce per il Cristianesimo un forte avversario.
Vâè oggigiorno chi pensa che la via mistico-ascetica alla conoscenza di Dio sia senzâaltro superiore a quella dello studio della Parola, il che può vedersi quanto meno come atteggiamento gnostico. Mi pare il caso, ad esempio, di Marco Vannini nel suo saggio âIl volto del Dio nascostoâ17 che, salvo alcuni versetti di Giovanni, ignora il Testamento ed esalta la mistica greca. Mi sembra che in sostanza la tesi di questâautore sia che il migliore cristiano è quel mistico che segue lâesempio di Gesú nellâesperienza dellâUno, raggiungendo nel sommo intuitivo della propria ragione lâunità profonda con Dio stesso. Fatto è che, come risulta dal complesso dei Vangeli, non è di tipo mistico lâesempio di Cristo che il credente deve seguire, ma pratico, nella carità del giorno per giorno. Solo in alcuni versetti di Giovanni, se estrapolati dallâinsieme del suo Vangelo, si può trovare apparente avallo a quella tesi, come dove Gesú afferma che lui e il Padre sono una cosa sola; ma nel Cristianesimo, secondo lâinsieme del Nuovo testamento, sâintende che Gesú-Cristo-Figlio è Persona divina dellâunico Dio, non che lâuomo Gesú è giunto misticamente a fondersi con Dio. Mi pare, salvo errore, che il Vannini nutra per la Scrittura una certa qual disistima, che ne rifiuti il sentire ebraico e apprezzi solo quanto, in Giovanni, appare venire da quello greco. Vedremo, oltre, versetti di Giovanni che alcuni studiosi hanno ritenuto scritti da un greco gnostico.
Pure adesso câè chi, anche tra cristiani, ignorando che il Cristianesimo ha come base religiosa essenziale la reale risurrezione di Gesú, non una dottrina derivante da speculazioni, afferma che sotto lâinsegnamento praticato ai comuni credenti, cioè quasi a tutti, si cela il vero sapere rivelato da Cristo a pochi discepoli e da questi tramandato a una parte sola dei loro allievi. Uno di quegli eletti sarebbe stato lâapostolo Giovanni, per lâessere stato il migliore amico di Cristo - il discepolo che Gesú amava -, e, secondo il Bultmann, perché nel suo Vangelo si situerebbero basilari concetti gnostici. Pure gli apostoli Tommaso e Filippo sono da due millenni ben piazzati fra quei presunti eletti tra gli eletti di Cristo, il primo per aver voluto conoscere a fondo la verità mettendo le dita nelle piaghe del Risorto e il secondo per avergli chiesto di fargli vedere il Padre.
Vi sono oggi cristiani che praticano riti segreti magico-iniziatici e spiritismo. Li troviamo, oltre che nel movimento New Age -Next Age, fra cattolici integristi dellâestrema destra che aderiscono a conventicole da considerarsi piuttosto gnostiche che cristiane, per lâatteggiamento di disdegno culturale e umano verso le persone più semplici, o soltanto ritenute tali perché non delle loro. Anche protestanti partecipano a sedute spiritiche o sono tentati o addirittura credono nella reincarnazione. Altri cristiani sono membri di confraternite esoteriche, più o meno massoniche, Rosa-Croce, o di cattoliche fratellanze che si rifanno segretamente agli antichi Templari o al Martinismo di fine â700.
Lâantico Gnosticismo attraversa tre fasi:
Il precristiano ha come aderenti pagani e, parallelamente, ebrei.
Quello intermedio, introducendo la persona di Gesú, usa alcuni concetti cristiani. Riguarda in modo particolare giudei. Il più famoso esponente, anche se non tra i più gnostici, ne è il samaritano Simon Mago.
Nellâultima fase, dai primi decenni del II secolo, ha ormai una forte base di concetti cristiani. Questo Gnosticismo cristianeggiante trova adepti soprattutto presso greci e romani colti.
Nello Gnosticismo precristiano, come ad esempio presso i barbelognostici, la redenzione deriva dal risveglio dellâUomo primordiale per opera di una Grande madre - Sophia, Sapienza o Barbelos - che discende nel fondo del primordiale abisso; in seguito la funzione di Salvezza è svolta dalla figura maschile di Seth, presso i sethiani; finalmente, con lo Gnosticismo cristiano, è assolta da Cristo.
Tuttavia, anche nello Gnosticismo cristiano non risulta nulla del mistero della reale incarnazione di Cristo il Figlio-Dio-uomo, della sua vera morte per crocifissione e della sua risurrezione in corpo e anima umani, concetti, anzi per i credenti fatti storici compreso lâultimo, essenziali per il Cristianesimo. Per quegli gnostici il Salvatore, dopo che è disceso sulla terra, senza incarnarsi, e ha rivelato la vera conoscenza, ascende, senza essere mai morto, attraverso i cieli materiali che Sophia aveva posti a confine del mondo dellâuniverso fisico, e ricostituisce lâunità dello spirituale pleroma in una finale conflagrazione di luce splendida che elimina la materia e sigilla la redenzione degli esseri