Attacco Agli Dei. Stephen Goldin

Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Attacco Agli Dei - Stephen Goldin страница 10

Attacco Agli Dei - Stephen Goldin

Скачать книгу

generale, lei concluse che il suo prigioniero fosse un maschio della sua specie.

      “Salve, di nuovo,” disse lei in modo calmo, chiudendosi la porta alle spalle e appoggiandosi ad essa in modo studiato, per rafforzare in modo sottile il concetto che lui era suo prigioniero. La pistola era nella fondina, ora; le mani erano vuote e distese in avanti, separate in un gesto di pace. “Nonostante tutta l’eccitazione dell’ultima mezz’ora, non è cambiato praticamente niente. Non vogliamo farti nessun male. Avremmo potuto ucciderti, ma non l’abbiamo fatto. Questo dovrebbe testimoniarti le nostre buone intenzioni. Adesso tu devi provarci le tue. Ti ho già detto il mio nome. Tu come ti chiami?”

      L’alieno la fissò per un lungo momento. Alla fine, rendendosi conto di non avere alternative, se non quella di fidarsi di lei, disse “Grgat Dranna Rzinika.”

      “Benissimo, Grgat Dranna Rzinika, ti dispiacerebbe dirmi perché ti sei nascosto a bordo della mia nave?”

      “Stavo scappando.”

      “Da chi?”

      “Dagli dei.” Il computer tradusse le parole in un modo neutro, ma non ci voleva una laurea in alienologia a Dev per capire l’amarezza e il disgusto nella voce della creatura.

      “Perché?” Quando il nativo esitò per un attimo, Dev aggiunse, “Ricorda che loro non possono sentirti mentre sei su questa nave. Puoi parlare liberamente.”

      “Li odio!” esplose Grgat improvvisamente. “Sono crudeli e insensibili. Preferirei dare il mio sostegno ai demoni dei cieli esterni che vivere ancora sotto la dominazione di questi dei.”

      “Sono un demone io quindi?”

      Grgat la guardò accuratamente. “No, sembri un essere mortale come me, sebbene tu abbia poteri mistici. Ma tu vieni dal reame posseduto dai demoni, e …. e io speravo che mi avresti riportato laggiù con te.”

      Dev si spostò dalla porta verso la brandina su cui sedeva il prigioniero. Si sedette all’estremità opposta, attenta a non fare movimenti improvvisi e minacciosi. “Non sto cercando di essere polemica,” disse, “ma devo sapere le tue ragioni. Perché odi gli dei? Perché stai rischiando la tua vita per sfuggire a loro?”

      Le mani fatte a tenaglie dell’altro fremevano nervosamente. “Perché hanno ucciso mia moglie, Sennet. L’hanno uccisa senza pietà solo perché lei aveva seguito i suoi istinti naturali. Loro—”

      Dev interruppe la sua diatriba incipiente. “Sennet ha parlato contro di loro?”

      “No, e questa è l’ironia. Lei era una credente leale e sincera. Mi rimproverava sempre, spingendomi ad essere più riverente.”

      “E allora, perché l’hanno uccisa?”

      “Perché era rimasta incinta. Il nostro villaggio aveva già raggiunto la sua quota assegnata, ed anche dopo che alcuni erano morti – ivi compresa la nostra unica figlia – hanno rifiutato di permetterci di aumentare. Doveva essere il nostro turno, ma quando Sennet era rimasta incinta, gli dei mandarono uno dei loro messaggeri per rimuovere il bambino dalla sua pancia. Di fronte all’intero villaggio, lei pregò e supplicò l’angelo di non prendere il nostro bambino. Lei era rispettosissima mentre lo supplicava, ma anche così – solo per mostrare quanto sia futile e inutile discutere con gli dei – loro l’hanno uccisa. Poi, dato che il nostro villaggio era molto al di sotto della quota, hanno dato la concessione alla coppia successiva nella lista.”

      Quando ebbe terminato di parlare, Grgat si guardò i piedi, evitando completamente gli occhi di Dev. “Non posso adorare degli esseri che possono fare una cosa così crudele ad un loro seguace leale come lo era Sennet. Non mi interessa se sono dei, o se possono uccidermi con solo un singolo pensiero – non posso adorarli.”

      “No,” disse sommessamente Dev—così sommessamente che il suo computer per poco non capì le parole da tradurre. “No, io non mi aspetterei che lo facessi.” Tutti i suoi istinti le suggerivano di circondare le spalle di Grgat in un abbraccio confortante – ma aveva paura che l’alieno potesse fraintendere il gesto. Così tenne le mani in grembo.

      Grgat continuò come se non l’avesse udita. “Ecco perché quando la vostra nave è arrivata alcuni giorni dopo, ho deciso di nascondermi a bordo e di viaggiare su fino al reame dei demoni. Di sicuro non potrebbero essere peggio degli dei che ho dovuto sopportare. Quando avete caricato una partita di minerali grezzi a bordo della nave oggi pomeriggio, mi sono nascosto lì dentro. Sarei rimasto nascosto lì fino a che non mi aveste trovato. Non volevo farvi alcun male, lo giuro.”

      “Ti credo,” disse Dev. Poi, come se avesse avuto un retro-pensiero, aggiunse: “Devi essere tremendamente affamato, però, se sei rimasto qui dentro tutto il giorno senza cibo.”

      “Lo sono. Ma mi aspetto di soffrire.”

      “Non ha senso. Anche i prigionieri peggiori hanno il diritto di mangiare – e qualunque sia il tuo stato, sei a un livello superiore ad essi. La chimica del tuo corpo non è troppo diversa dalla nostra – penso che possiamo trovare qualcosa di nutriente, anche se non esattamente quello a cui sei abituato.”

      Dev si alzò, andò alla porta e la aprì. “Bakori,” chiamò, sporgendo la testa.

      L’astrogatore apparve sotto. “Sì, Capitano?”

      “Il nostro prigioniero non mangia da un po’. Vai nella cambusa e trova qualcosa che lo faccia sopravvivere fino a quando decidiamo cosa fare di lui.”

      “Sissignora.”

      Mentre l’astrogatore si muoveva per eseguire il suo ordine, anche Roscil Larramac apparve di sotto. “Ha iniziato a parlare?”

      “Abbastanza,” rispose Dev. “È in un mare di guai fuori di qui.”

      “È nei guai anche qui dentro. Voglio parlargli. Arrivo subito.” Larramac iniziò a salire la scala per raggiungerla.

      Dev informò Grgat che il proprietario della nave voleva parlare con lui, e che Larramac non voleva fargli alcun male. Il nativo sembrava nervoso – si era appena adattato all’idea di parlare a Dev – ma evidentemente non era nella posizione di obiettare.

      Quando Larramac entrò, Dev lo mise al corrente di quello che Grgat le aveva detto fino a quel momento. Dopo che Dev ebbe finito, Larramac restò in silenzio per un attimo, passandosi una mano sul pizzetto in modo pensieroso. Infine, disse, “Se lo prendiamo a bordo, potremmo incorrere in problemi con queste divinità locali, chiunque esse siano. Ne vale la pena, Dev?”

      “Non ho ancora abbastanza informazioni, ma intendo procurarmele.” Rivolgendosi a Grgat, disse, “Dovremo sapere qualcosa in più prima di poterti aiutare. Dicci assolutamente tutto quello che sai degli dei.”

       CAPITOLO 4

       Corri con il momento. Anche se non é piacevole ce ne sarà sempre un altro a breve.

      —Anthropos, La mente sana

       

      Prima dell’inizio, spiegò Grgat, non c’era nulla se non la foschia primitiva a permeare l’universo. Era omogenea e senza forma. Quindi, dopo un lasso di tempo pari a vere e proprie ere, iniziò

Скачать книгу