Una Ragione per Nascondersi . Блейк Пирс

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Una Ragione per Nascondersi  - Блейк Пирс Un Mistero di Avery Black

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e Daisy camminiamo almeno due chilometri e mezzo ogni mattina. Il mio cuore non è più quello di una volta e il dottore ha detto che devo camminare il più possibile. Così dovrebbero rimanere in forma anche le mie articolazioni.”

      “Capisco,” disse lei. “Fa sempre lo stesso percorso tutte le mattine?”

      “No. Di tanto in tanto lo cambiamo. Abbiamo circa cinque percorsi diversi.”

      “E dove era quando ha visto l’uomo, questa mattina?”

      “Sulla Kirkley. Io e Daisy avevamo appena girato l’angolo di Spring Street. Quella parte della città è sempre deserta al mattino. Qualche camion qua e là, ma niente di più. Credo che nell’ultimo mese circa abbiamo visto solo due o tre persone nella Kirkley… e stavano tutti passeggiando con il cane. In quella zona non ci sono neppure quei masochisti a cui piace correre.”

      Era chiaro dal modo in cui chiacchierava che Donald Greer non riceveva molte visite. Aveva una gran voglia di parlare e declamava tutto a voce molto alta. Avery si chiese se fosse perché l’età gli aveva abbassato l’udito o se le sue orecchie si erano rovinare ascoltando Daisy che abbaiava ogni giorno.

      “E questo uomo stava andando nella vostra direzione o stava tornando indietro?” chiese Avery.

      “Credo che vi fosse diretto. Non sono sicuro. Era un bel po’ davanti a me e mi è sembrato che si fermasse per un istante quando sono arrivato alla Kirkley. Credo che abbia capito che ero lì, dietro di lui. Poi ha iniziato a camminare di nuovo, abbastanza in fretta, ed è svanito nella nebbia. Forse ha preso una di quelle stradine laterali lungo la Kirkley.”

      “Forse stava facendo anche lui la passeggiata con un cane?” ipotizzò Ramirez.

      “No, l’avrei capito. Daisy impazzisce quando vede un altro cane o ne sente l’odore in zona. Ma è rimasta in silenzio come al solito.”

      “Ha qualche idea di che cosa potesse avere sotto la giacca che ha detto di avergli visto addosso?”

      “Non sono riuscito a capirlo,” rispose l’uomo anziano. “L’ho solo visto che muoveva qualcosa al di sotto. Ma stamattina la nebbia era troppo fitta.”

      “E che cosa può dirci del cappotto che indossava?” chiese Avery. “Di che tipo era?”

      Prima che potesse rispondere furono interrotti dal cellulare di Ramirez. Lui rispose e si allontanò, parlando a bassa voce.

      “Il cappotto,” continuò Donald, “era come quelli neri, lunghi ed eleganti che portano gli uomini d’affari. Il tipo che arriva alle ginocchia.”

      “Come un soprabito,” disse Avery.

      “Sì,” esclamò Donald. “Proprio così.”

      Avery stava finendo le domande, piuttosto certa che quel colloquio con il loro unico testimone fosse un fiasco. Stava cercando di farsi venire in mente un’altra domanda rilevante quando Ramirez tornò nella stanza.

      “Devo andare,” disse. “Connelly mi vuole a dare una mano per un problema vicino al Boston College.”

      “Non c’è problema,” rispose Avery. “Credo che tanto qui abbiamo finito.” Si voltò verso Donald e disse: “Signor Greer, la ringrazio moltissimo per averci dedicato il suo tempo.”

      Donald li accompagnò fino all’ingresso del palazzo e li salutò con la mano mentre entravano in auto.

      “Vieni con me?” chiese Ramirez mentre si avviavano lungo la strada.

      “No,” rispose lei. “Credo che ritornerò sulla scena del crimine.”

      “A Kirkley Street?” disse il partner.

      “Sì. Tu prendi pure l’auto per fare qualsiasi cosa ti abbia chiesto Connelly, io prenderò un taxi per tornare al quartier generale.”

      “Sei sicura?”

      “Sì, non è che abbia molto altro da...”

      “Da fare?”

      “Merda!”

      “Che c’è?” chiese Ramirez, preoccupato.

      “Rose. Avrei dovuto stare insieme a Rose questo pomeriggio. Le ho chiesto io di passare una giornata tra ragazze. E così non succederà. Devo darle buca un’altra volta.”

      “Capirà,” disse Ramirez.

      “No. No, non lo farà. Io la deludo sempre.”

      Ramirez non seppe come rispondere. Nell’auto scese il silenzio fino a quando non raggiunsero Kirkley Street. Parcheggiò a lato dell’altra strada, direttamente davanti alla scena del crimine di quella mattina.

      “Fai attenzione,” disse il partner.

      “Certo,” rispose lei. Sorprese se stessa quando si tese e lo baciò leggermente sulle labbra.

      Poi uscì dall’auto e iniziò subito a studiare la scena. Era così concentrata e immersa nei suoi pensieri che a malapena notò che Ramirez stava ripartendo alle sue spalle.

      CAPITOLO SEI

      Dopo aver fissato la scena per un momento, Avery si voltò e guardò lungo la strada. Seguì con lo sguardo il percorso che Donald Greer doveva aver fatto, fino alla propria destra, dove la Kirkley incrociava Spring Street. Si incamminò lungo la strada, arrivò all’incrocio e poi si girò.

      Mentre avanzava diversi pensieri le affollavano la mente. Il killer si era mosso a piedi per tutto il tempo? E se era così, perché era arrivato da Spring Street, una strada desolata e in rovina proprio come la Kirkley? O forse era arrivato in auto. Se era quello il caso, dove avrebbe parcheggiato? Se la nebbia fosse stata abbastanza fitta, avrebbe potuto parcheggiare ovunque sulla Kirkley e la sua macchina sarebbe stata invisibile.

      Se l’uomo con il lungo cappotto era davvero il loro assassino, aveva fatto quello stesso percorso meno di otto ore prima. Cercò di immaginarsi la scena avvolta in una fitta nebbia mattutina. Essendo una zona della città tanto desolata, non le fu difficile farlo. Mentre si dirigeva lentamente verso il lotto dove erano stati trovati le ossa e i frammenti, tenne gli occhi aperti alla ricerca di potenziali vicoli dove l’uomo avrebbe potuto defilarsi.

      Ce n’erano molti, quello era certo. C’erano sei lotti vuoti e due strade laterali in cui avrebbe potuto nascondersi. Se ci fosse stata abbastanza nebbia, sarebbe potuto svanire completamente in uno qualsiasi di quei luoghi.

      Quel fatto dava adito a un pensiero interessante. Se l’uomo si era nascosto in una di quelle aree, aveva lasciato andare Donald Greer senza disturbarlo. Ciò eliminava la possibilità che l’assassinio fosse stato un atto di violenza insensata. La maggior parte delle persone capaci di una simile brutalità non avrebbe lasciato andare Donald tanto facilmente. In effetti, nella maggior parte dei casi Donald sarebbe diventato un’altra vittima.

      Se aveva avuto bisogno di altre prove a sostegno del fatto che il corpo era stato bruciato altrove, quel pensiero gliele fornì. Forse allora, l’oggetto che l’uomo teneva sotto il cappotto era stato il contenitore dei resti che aveva abbandonato

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