Per Te, per Sempre . Sophie Love

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Per Te, per Sempre  - Sophie Love La Locanda di Sunset Harbor

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“Chiaramente lo pensa anche Jack.”

      Non voleva insistere tanto. Voleva solo che Daniel capisse di avere talento, e che questo talento avrebbe potuto condurlo lontano. Ma lui sembrava ritirarsi, sgonfiandosi sotto al peso della percezione delle cose di lei.

      Silenziosamente, Daniel abbassò il viso verso la sabbia, raccogliendo sassolini e lanciandoli per la spiaggia.

      Proprio allora il telefonino di Emily prese a suonare. Sospirò, da un lato sollevata di essere stata salvata per un pelo, ma dall’altra parte frustrata di venire privata della possibilità di approfondire le ragioni dell’apparente cambiamento di umore di Daniel.

      Rovistò nella borsa e prese il cellulare. Con sorpresa vide che la stava chiamando l’agente immobiliare per l’isola. Il nome le si illuminava davanti come una sorgente di luce.

      “Sono loro!” esclamò forte, sentendo l’agitazione in fibrillazione nel petto.

      Daniel alzò brusco lo sguardo da dove stava lanciando sassolini. Dal bagnasciuga, Chantelle si voltò al suono della voce di Emily.

      “È l’agente!” le urlò Emily attraverso la spiaggia.

      I due cani rispecchiarono i movimenti di Chantelle, e tutti e tre attraversarono la spiaggia in saltelli verso Emily, sollevando nuvole di sabbia alle loro spalle.

      Una volta che ebbe raggiunto Emily Chantelle si bloccò sul posto, e i cani corsero loro intorno in cerchi, l’acqua salata del mare che gli si avvinghiava al pelo, abbaiando con la loro comprensione istintiva che stava per accadere qualcosa di entusiasmante.

      Con respiro irregolare, Emily rispose alla chiamata e la mise subito in vivavoce. La famiglia si affollò in avanti, guardando il telefono in aspettativa. Era come se quella scatolina di plastica avesse in suo potere il loro intero futuro.

      “Siamo tutti qui,” spiegò Emily. “Sulle spine. Allora, qual è la novità?”

      Da quando avevano fatto l’offerta, Emily si era preparata al peggio. Anzi, si era decisamente convinta che la cosa non sarebbe andata a frutto, che non avrebbero avuto l’isola. Non era il tipo di cosa che accadeva alle persone normali. Ma nonostante avesse continuato a ripetersi all’infinito che non sarebbe accaduto, era stata incapace di raffreddare il baluginio di entusiasmo che sentiva dentro, quel frammento di speranza che sfidava la parte pessimista della sua mente con il semplice mantra, e se…

      L’agente parlò, la voce attraversava la linea in crepitii.

      “È una buona notizia,” disse la donna. “L’offerta è stata accettata. L’isola è vostra!”

      Emily non riusciva a credere a ciò che aveva appena sentito. L’energia statica della linea le aveva fatto sentire quello che voleva? Ma quando alzò lo sguardo sugli occhi di Daniel, li vide brillare di sorpresa ed esultanza. Quando Chantelle balzò in aria e si mise a saltare su e giù, agitando le braccia, Emily seppe che non c’era dubbio.

      I cani si misero ad abbaiare di fronte alla commozione di Chantelle, facendo un salto con le zampe fradice, impiantandole orme bagnate di sabbia su tutti i vestiti.

      “Davvero?” balbettò Emily sforzandosi di sentire la voce crepitante attraverso il baccano. “Ce l’abbiamo davvero?”

      “Ce l’avete davvero,” rispose l’agente. Emily riuscì a sentire il sorriso che aveva nella voce. “Ovviamente ci sono ancora delle carte da firmare e archiviare. Ma sentitevi liberi di andarci a fare un salto nel frattempo.” Terminò con una risatina.

      Emily era così sconvolta da non riuscire a trovare la voce. Daniel prese il comando, chinandosi più vicino al telefono che era tra loro.

      “Vuol dire che possiamo andarci adesso?” chiese, lo sguardo fisso su Emily invece che sul telefono. “In quanto proprietari ufficiali?”

      Dall’apparecchio giunse la voce dell’agente, metallica e robotica, “Sì, assolutamente.”

      Chantelle allora si chinò e gettò le braccia al collo del padre in modo così esuberante da farlo quasi cadere a terra.

      “Andiamo sull’isola adesso?” gli urlò nell’orecchio.

      Daniel sussultò, ma sorrideva apertamente. Le braccia di Chantelle gli stavano avvolte attorno al collo come i tentacoli di un polipo, e lui sollevò le mani per allentarle la presa facendo un cenno con le sopracciglia a Emily.

      “Che ne dici? Andiamo a vederla attraverso gli occhi dei proprietari?”

      Emily si toccò la pancia, sentendo la forma della piccola Charlotte dentro di sé. Stava diventando sempre più protettiva a mano a mano che le settimane passavano, e non voleva far subire alla bimba sgradevolezze di sorta. Ma il mare oggi era calmo, ed era sicura che non sarebbe stata male durante il tragitto.

      “Ok,” disse.

      Chantelle urlò di gioia.

      Daniel si curvò sul telefono, quasi urlando adesso per sovrastare il rumore di cani e bambini, sforzandosi mentre Chantelle gli gridava addosso fortissimo tutto il suo entusiasmo.

      “Ci ha reso estremamente felici,” disse all’agente. “Grazie di tutto.”

      “Prego, signor Morey,” rispose l’agente.

      Chiusero la telefonata ed Emily e Daniel posarono la schiena con espressioni sconvolte identiche, entrambi stupefatti mentre cominciavano ad assimilare la loro nuova realtà. Chantelle ronzava attorno, gettando le loro cose a casaccio in una borsa, muovendosi come a velocità doppia.

      “Dai,” urlò. “Andiamo!”

      Daniel si mise in azione, si alzò e aiutò Emily a mettersi in piedi. Il porto era a pochi passi di distanza, ma Emily sapeva che avrebbe dovuto prenderla con calma. Chantelle correva avanti con i cani, fermandosi periodicamente per tornare indietro di corsa, raddoppiando di fatto la distanza che copriva in confronto a Daniel ed Emily.

      Per strada superarono Cynthia e Jeremy, che erano fuori per un giro in bicicletta.

      “Abbiamo comprato un’isola!” gridò loro Chantelle mentre passavano, salutandoli con la mano.

      Cynthia si accigliò. “Hai detto un’isola?” le urlò di rimando.

      “Sì!” gridò Chantelle saltando su e giù.

      Emily rise. Nessuno avrebbe creduto a quello che avevano fatto, che si fossero comprati un’isola sulla costa del Maine! Ci credeva a stento lei stessa.

      “Guardate, sono Amy e Harry!” urlò allora Chantelle.

      Emily strinse gli occhi in lontananza e vide che la coppia innamoratissima se ne stava seduta su una panchina sul margine del porto, in piena conversazione. Sembrava che si trattasse di qualcosa di intenso, con Amy che si sporgeva in avanti e gesticolava ampiamente. Harry che scuoteva la testa enfaticamente con quella che pareva un’espressione severa sul viso. Emily si chiese di nuovo che cosa stesse accadendo a quei due. Le sembrava proprio che stessero litigando.

      “Pensate che vogliano venire a vedere la nostra isola?” chiese Chantelle.

      Emily stava per dirle

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