Per Te, per Sempre . Sophie Love

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Per Te, per Sempre  - Sophie Love La Locanda di Sunset Harbor

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Chantelle raggiungerli, e li osservò allontanarsi di scatto, scioccati dall’interruzione. Non riusciva a udire nulla da quella distanza, ma riuscì a vedere i sorrisi finti su entrambi i loro volti, e gli sguardi tirati nascosti nelle loro espressioni.

      Per quando lei e Daniel ebbero raggiunto il trio, Chantelle aveva già dato la notizia. Amy si voltò e abbracciò Emily.

      “Sei pazza, lo sai?” disse l’amica. “Un’isola?!”

      “È un’estensione della locanda,” cercò di spiegare Emily.

      “Ma hai appena sistemato la Casa di Trevor.” Amy rise. “E c’è ancora da aprire la spa, e il ristorante.”

      Fece un cenno verso Harry, che sarebbe stato il manager del nuovo ristorante, una volta aperto. Si scambiarono un’occhiata, con sorrisi chiaramente fasulli, poi Amy distolse rapidamente lo sguardo di nuovo. Non abbastanza rapidamente perché Emily non percepisse la cosa, comunque. Conosceva l’amica alla perfezione. C’era decisamente qualcosa tra lei e Harry. L’agio che di solito esisteva tra loro sembrava tirato. Si chiese che cosa potesse essere.

      D’un tratto Chantelle interruppe la conversazione con urla ferventi di, “Dai, dai, dai!” Aveva chiaramente perso la pazienza nei confronti della “noiosa” conversazione degli adulti, e stava tirando Amy dalla mano. “Per piacere, possiamo andare sull’isola adesso?”

      Daniel si rivolse a Harry. “Siete entrambi i benvenuti, se volete venire con noi. Dato che adesso sei sul libro paga, ha senso che ci siate anche voi!”

      Harry fece un largo sorriso. “Non vedo l’ora che arrivi la grande apertura da Trevor,” disse. “Sono pronto a buttarmici a capofitto!”

      “Sono contenta di sentirlo,” rispose Emily, raggiante. “Allora, che ne dite? Escursione sull’isola?”

      Non era certa che l’invito sarebbe stato ben accetto, soprattutto visto che aveva dedotto che avevano interrotto un litigio, che almeno Amy chiaramente non ne era dell’umore, ma Harry parlò per primo, non dandole la possibilità di declinare.

      “Assolutamente sì,” disse. “Non abbiamo altro da fare oggi, vero, Ames?”

      Amy guardò rapida Harry, ed Emily le vide l’esasperazione negli occhi per via di qualsiasi cosa fosse rimasta irrisolta tra loro.

      “Certo,” rispose Amy con tono esageratamente gioviale, come se stesse fingendo di essere felice per il bene di tutti gli altri. Fece un largo sorriso a Emily, ma non riuscì a nascondere alla sua migliore amica il turbamento che aveva negli occhi. Il sorriso le svanì quando comprese di essere stata beccata a fingere. Almeno la sua felicità sembrò genuina quando portò un braccio attorno alle spalle di Chantelle, pensò Emily. “Possiamo anche venire a vedere in quale follia vi siete ficcati adesso!” Sbirciò verso Emily oltre la testa di Chantelle.

      “Stai bene?” le chiese muovendo solo le labbra Emily.

      Amy annuì una volta, con decisione, poi rispose, sempre senza far uscire suono, “Ne parliamo dopo.”

      Qualsiasi atmosfera Emily avesse colto tra Harry e Amy, aveva avuto ragione a pensare che ci fosse qualcosa che non andava. Era preoccupata per l’amica, e determinata a rimanere da sola con Amy per capire la situazione a fondo.

      Però, per il momento, Emily scelse di concentrarsi sul suo momento felice; una gita in barca con gli amici e la famiglia per andare sull’isola dei loro sogni.

      CAPITOLO TRE

      Il sole brillava sulla superficie dell’acqua mentre la barca tagliava le piccole onde. Ondeggiavano su e giù, ed Emily si tenne la pancia con fare protettivo. Fortunatamente non ebbe il mal di mare.

      “Penso che non ci siano mai state così tante persone su questa barca,” fece notare Chantelle. “Quattro adulti, una bambina, due cani. E una bambina piccola nella pancia della mamma, ovvio.”

      Emily rise. “È una bella avventura,” fu d’accordo.

      Amy fu silenziosa durante il viaggio, le braccia incrociate, il viso rivolto all’oceano. Aveva un’espressione di profonda contemplazione. Era chiaramente persa nei suoi pensieri, ed Emily si chiese di nuovo quali fossero. Starsene fuori sull’oceano, aveva scoperto lei stessa, invitava alla riflessione tranquilla nel migliore dei casi, e poteva facilmente condurre la mente verso una crisi esistenziale. Osservò l’amica con ansia.

      Harry, dal canto suo, o non aveva nulla per la testa o era bravissimo a nasconderlo. Chiacchierava apertamente con Daniel e Chantelle dei tipi di pesce che potevano essere pescati nell’oceano, dei progetti per l’isola e della navigazione in generale.

      “Adesso che abbiamo una destinazione per le gite in barca ne faremo molto più spesso,” stava dicendo Daniel. “Traghetteremo la gente qui continuamente, per feste e picnic.”

      “Sembra meraviglioso,” disse Harry alla sua solita maniera allegra.

      Chantelle stava guardando in alto verso il padre con espressione estasiata. “Possiamo fare il Ringraziamento qui?” chiese, con gli occhi spalancanti.

      “Ne dubito,” rispose Daniel. “Ci vorrà molto tempo per installare il pozzo, sistemare le tubature e i generatori solari per l’elettricità. È un lavoro per molti più di pochi mesi, e il tempo invernale che arriverà presto non aiuterà. Mi spiace, piccola, c’è troppo da fare tra adesso e il Ringraziamento perché sia una cosa possibile.”

      Chantelle si imbronciò, triste.

      “Però possiamo assolutamente venire a visitare l’isola, per quanto ce lo permette il tempo,” le disse Emily. “E dato che non navigheremo più a caso, ma avremo un posto dove andare, penso che riusciremo a uscire più spesso di prima.”

      Chantelle meditò sulle parole per un momento, poi assunse di nuovo un’espressione felice.

      Emily sorrise a Daniel. Sembrava sollevato che avesse gestito la situazione così bene, ed Emily sentì un moto di orgoglio. Il suo istinto materno sembrava affinarsi a mano a mano che la data del parto si avvicinava.

      Dopo un momento raggiunsero l’isola e il vecchio molo che si reggeva a malapena. Il cartello sbiadito che proclamava che l’isola era in vendita c’era ancora.

      “Puoi cominciare col togliere quello!” disse Emily a Chantelle.

      Chantelle non ebbe bisogno di farselo dire due volte. Balzò giù dalla barca e lo strappò via dal terreno.

      Mentre legava la barca, Daniel fece un cenno in direzione di una catasta di vecchie casse marcescenti per il pesce. “Mettilo lì. Possiamo fare un falò.”

      L’idea del falò sembrò elettrizzare Chantelle. Saltò su e giù dall’entusiasmo.

      Emily scese con cautela dalla barca fin sulla terraferma, cercando di assorbire la strana realtà che adesso possedeva l’isola, che era sua. A differenza della locanda, che aveva ereditato, e della casa di Trevor, che era venuta in suo possesso attraverso il testamento, questa era la prima cosa che aveva davvero comprato, insieme a Daniel. Era loro, e la rilevanza soverchiante della cosa la colpì ancor più profondamente adesso che si trovava sul suo bagnasciuga.

      Alle

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