Regno Diviso. Джек Марс

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Regno Diviso - Джек Марс

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però, e le stavano comparendo le zampe di gallina. Kat non dimostrava la sua età, e le esigenze del lavoro la stavano logorando un po’.

      D’un tratto Kurt batté le grosse mani di pietra. Al college aveva giocato a basket. Aveva mani enormi. Kurt stesso era grosso, ma le mani sembravano messe sul corpo sbagliato.

      “Ordine! Tutti all’ordine, per piacere.”

      La stanza si placò. Un paio di assistenti continuò a parlare lungo la parete. Era mattino presto, la gente beveva caffè, svegliandosi, cominciando la giornata. Quello era un posto per chiacchieroni. I giovani silenziosi e introversi di solito non finivano a lavorare alla Casa Bianca.

      Kurt batté di nuovo le mani.

      CLAP. CLAP.

      CLAP.

      L’ultimo colpo suonò come un dizionario integrale che andava a schiantarsi contro a un pavimento di marmo.

      Nella stanza scese un silenzio di morte.

      “Buongiorno a tutti,” disse Kurt. “Grazie di essere arrivati così presto. Ci conosciamo tutti, quindi saltiamo le presentazioni.” Fece una pausa e guardò Susan. “Signora presidente?”

      “Signor consigliere per la sicurezza nazionale?” disse lei.

      “Siamo pronti?”

      Susan scosse la testa. “No. Ma la cosa non ci ha mai fermati.”

      Kurt lanciò un’occhiata alla giovane che sedeva alla sua sinistra. Luke la riconobbe come l’assistente di lunga data di Kurt. Aveva ancora i capelli nel Caschetto alla Hopkins che Susan aveva abbandonato di recente. “Amy, cominciamo con Sharm el-Sheikh.”

      Sull’ampio schermo dietro a Kurt, e sui più piccoli attorno alla stanza, comparve la foto di un terminal. Il tetto del terminal era bombato e ondulato, quasi come un tendone. In primo piano c’era una torre di controllo alta dieci piani. Sullo sfondo e in lontananza c’erano delle montagne frastagliate rosse e marroni.

      “Questo è l’aeroporto internazionale di Sharm el-Sheikh,” disse Kurt. “È il terzo aeroporto più frequentato d’Egitto, e serve la penisola del Sinai, in particolare i resort turistici sul Mar Rosso situati nel meridione. Poco più di un’ora fa, è stato luogo di un devastante schianto aereo in cui sono perite ottantatré persone, inclusi sessantotto passeggeri, dodici membri dell’equipaggio e i tre piloti in cabina – tutti a bordo dell’aereo.

      “Tra i passeggeri c’era Sir Marshall Dennis, ufficiale dell’Ordine dell’Impero britannico, fondatore e chief executive della Dennis Hotels Worldwide così come dell’impero editoriale Loose Lips. A bordo c’erano anche il deputato statunitense per il Texas Jack Butterfield e il console generale egiziano a Londra Ahmet Anwar. Il volo era un charter partito da Londra che trasportava un gruppo che doveva festeggiare l’apertura di un nuovo Dennis Hotel sul Mar Rosso, una joint venture con il Bonanza Hotel Group di base in Texas e il governo egiziano stesso.”

      Kurt fece un attimo di pausa per guardare la stanza. “L’aereo era in arrivo, ed è esploso a mezz’aria al momento dell’avvicinamento finale alla pista. Tutte le indicazioni dicono che si è trattato di un crimine. L’aereo aveva tre anni di vita e aveva superato tutte le ultime ispezioni di sicurezza senza allarmi. La cosa suggerisce che o era stata installata a bordo una bomba o l’aereo è stato colpito da fuoco ostile, probabilmente da un razzo da spalla lanciato dalle montagne che vedete nella fotografia. Non c’erano militari dell’esercito egiziano nelle vicinanze in quel momento, e il filmato satellitare non mostra alcun utilizzo non autorizzato dello spazio aereo egiziano. Quindi non esiste possibilità che qualcuno abbia sparato all’aereo per sbaglio.”

      “Da che parte pendiamo?” disse Susan. “Bomba o razzo?”

      “Razzo,” disse Kurt senza esitazioni. “L’aereo era gestito dalla TUI Airways, la compagnia di voli charter più grande del mondo, con precedenti eccellenti in merito alla sicurezza e ai rigidi controlli eseguiti sui dipendenti. Il volo è partito dall’aeroporto di Gatwick, che lavora con alta sicurezza e non ha precedenti di scivoloni né violazioni. Certo, le indagini sul personale che ha caricato l’aereo o che è entrato in contatto con l’aereo prima del decollo sono appena iniziate. Però per il momento io mi sbilancio e dico che non ho ragione di credere che a bordo fosse stata piazzata una bomba.”

      Kurt guardò un uomo con uniforme militare verde seduto al tavolo. Era magro e nerboruto, con la mascella squadrata e un taglio a spazzola grigio. Aveva sollevato leggermente la mano. Luke lo riconobbe istantaneamente.

      “Generale?” disse Kurt.

      “Frank Loomis del Joint Special Operations Command,” disse. “Non si sta sbilanciando. Senza divulgare troppo, si può dire che abbiamo della gente in Egitto, Libia, Arabia Saudita e Iraq. Gli ultimi dati giunti in nostro possesso indicano che si è trattato di un attacco da parte di Wilāyat Sīnā’, probabilmente con l’assistenza di esterni. Forse al-Qā’ida, forse l’ISIS. Inoltre stiamo dimostrando che…”

      Kurt sollevò una grossa mano come segnale di STOP. Per di là passavano molti battitori pesanti abituati a gestire le cose. Ma tendevano a scoprire che quello era il regno di Kurt Kimball. Lui dava il ritmo e tu ci ballavi sopra.

      “Ok, generale. Facciamo un passo alla volta e mettiamoci tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Così sarà più facile.”

      Il generale grugnì, forse in segno di assenso, forse di frustrazione.

      “Amy, dammi la penisola del Sinai, per piacere.”

      Sugli schermi di tutta la stanza apparvero mappe della penisola del Sinai, incastrata tra la vasta veduta dell’Egitto vero e proprio a occidente, il Mediterraneo a nord, Israele a nordest e il frammento di Mar Rosso direttamente a est. Luke quel territorio lo conosceva bene.

      “La penisola del Sinai è il triangolo capovolto che vedete qui. Nominalmente parte dell’Egitto, ha fatto da terreno di gioco politico per tutta la storia umana. Dal 1968 al 1980 è stata occupata dagli israeliani in seguito alla guerra dei sei giorni. Tra il nord della penisola e la striscia di Gaza, vengono regolarmente scoperti tunnel sul confine, a indicare un solido spostamento di combattenti e materiali tra i due luoghi.

      “La popolazione locale è composta da beduini nomadi, musulmani sunniti, elementi dei quali si sono sempre più radicalizzati negli ultimi anni, in particolare con la crescita del turismo sul Mar Rosso a sud e a est.”

      Una donna di mezza età in tailleur sollevò una mano. “Presuppone che sia perché i resort sulla spiaggia portano la cultura occidentale, come alcol, balli e donne in bikini?”

      Kurt scrollò le spalle. “Sono sicuro che la cosa offende alcune sensibilità. E credo che probabilmente questa sia la ragione per cui Marshall Dennis pare essere stato preso di mira nello specifico. I suoi resort hanno la reputazione di essere sede di un certo edonismo, e le sue riviste sono note per il loro lascivo gossip sulle celebrità e per le giovani modelle seminude.”

      “Marshall Dennis era un maiale,” disse la donna.

      Alcuni risero. Luke alzò gli occhi al cielo. Poteva essere un pochino presto per salire sul pulpito. E comunque era morto.

      “La gente ha un’opinione forte su Sir Dennis,” disse Kurt. “Ma a prescindere dalle sue colpe, per essere chiari, un altro elemento in gioco qui è anche quello economico. I beduini sono

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