Quasi perduta. Блейк Пирс
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“Ci ho provato. Ho chiesto in alcuni ristoranti, e ho fatto persino domanda per fare la barista in alcuni pub, ma sono stata immediatamente rifiutata. Sono tutti fissati in merito alla giusta documentazione, e io ho solo un visto turistico”.
“In un ristorante? Perché non come ragazza alla pari?” chiese Jess con curiosità.
“No”, rispose immediatamente Cassie. Ricordandosi poi che Jess non conosceva le circostanze del suo precedente lavoro, proseguì.
“Se non posso lavorare, non posso e basta. Niente visto vuol dire niente visto, e fare la ragazza alla pari è un impegno a lungo termine”.
“Non necessariamente”, la contraddisse Jess. “Non per forza. E io stessa l’ho fatto senza avere un visto”.
“Davvero?”
Cassie aveva preso la sua decisione. Non avrebbe fatto nuovamente la ragazza alla pari. Ciononostante, quello che le stava dicendo Jess era interessante.
“Il punto è che i pub e i ristoranti vengono controllati molto spesso. Non potrebbero mai assumere qualcuno privo del giusto visto. Ma lavorare in famiglia è diverso. È una zona d’ombra. Dopo tutto, potresti essere un’amica di famiglia. Chi può dimostrare che stai effettivamente lavorando? L’anno scorso sono stata per un po’ presso un amico, a Devon, e ho finito per fare molti lavoretti come babysitter o assistenza all’infanzia per i vicini di casa e i residenti della zona”.
“Buono a sapersi”, disse Cassie, ma non aveva alcuna intenzione di sapere altro. Parlare con Jess la stava facendo sentire sempre più sicura in merito alla sua decisione di tornare negli USA. Se avesse venduto l’auto, avrebbe avuto abbastanza soldi per potersi mantenere finché non si sarebbe rimessa in carreggiata.
D’altra parte, prima di partire era convinta che avrebbe trascorso più tempo viaggiando. Non vedeva l’ora di andarsene per un intero anno all’estero, sperando di avere il tempo necessario per lasciarsi il passato alle spalle. Quella era la sua opportunità per ricominciare nella vita, e rientrare come una persona nuova. Tornare a casa così poco tempo dopo essere partita, sarebbe equivalso ad arrendersi. Non avrebbe avuto importanza il fatto che le altre persone pensassero che comunque ci aveva provato. Lei, personalmente, si sarebbe sentita come se avesse fallito.
Il cameriere arrivò, portando piatti colmi di nachos. Avendo saltato la colazione, Cassie era davvero affamata e si tuffò sul cibo.
Ma Jess fece una pausa, aggrottò la fronte, e prese il cellulare dalla sua borsetta.
“A proposito di lavoro part-time, una delle persone per cui ho lavorato lo scorso anno mi ha chiamato ieri per vedere se fossi nuovamente disponibile”.
“Davvero?” chiese Cassie, ma la sua attenzione era tutta rivolta al cibo.
“Ryan Ellis. Ho lavorato per lui l’anno scorso. I genitori della moglie stavano traslocando, e gli serviva qualcuno che badasse ai bambini mentre erano via. Erano persone amorevoli, e anche i figli non erano male; hanno un maschio e una femmina. Abbiamo fatto un sacco di cose divertenti. Vivono in un bellissimo paesino sul mare”.
“Di cosa si tratta?”
“Gli serve qualcuno che viva con loro per circa tre settimane, con urgenza. Cassie, potrebbe essere esattamente ciò che ti serve. Mi ha pagato molto bene, in contanti, e non gli interessava per niente del visto. Diceva che se ero stata accettata da un’agenzia di ragazze alla pari, ero sicuramente una persona affidabile. Perché non lo chiami e gli chiedi maggiori informazioni?”
Cassie fu tentata dalla prospettiva di avere dei soldi in tasca. Ma un altro lavoro come ragazza alla pari? Non si sentiva pronta. Forse non lo sarebbe mai stata.
“Non sono certa che faccia per me”.
Jess, però, sembrava determinata a gestire il futuro di Cassie per lei. Premette alcuni tasti sul suo telefono.
“Io ti mando comunque il suo numero. E gli mando un messaggio, dicendo che potresti contattarlo, e che ti raccomando caldamente. Non si sa mai. Anche se non finissi a lavorare per lui, potrebbe conoscere qualcuno che abbia bisogno di una persona che gli guardi casa, o che porti a spasso il cane. O qualcosa di simile”.
Il suo discorso non faceva una piega e un attimo dopo, il telefono di Cassie suonò per l’arrivo del suo messaggio.
“E il tuo lavoro come va?” chiese Cassie, non appena Jess ebbe finito di usare il telefono.
“Non potrebbe andare meglio”. Jess riempì una tortilla di guacamole.
“La famiglia è adorabile. Mi concedono molto tempo libero e continuano a darmi premi. I bambini possono essere disubbidienti qualche volta, ma non sono mai sgradevoli, e credo di piacergli anche io”.
Abbassò la voce.
“La settimana scorsa, quando iniziarono ad arrivare tutti per il matrimonio, mi hanno presentato uno dei cugini. Ha 28 anni, è bellissimo, e gestisce un’attività di supporto informatico. Credo di piacergli, e a dirla tutta, è divertente flirtare di nuovo”.
Sebbene fosse felice per la sua amica, Cassie sentì una punta di invidia. Un lavoro da sogno come quello era ciò che aveva sperato. Perché a lei era andato tutto male? Era stata solo sfortuna, o era tutto dovuto alle decisioni che aveva preso?
Cassie improvvisamente si ricordò di quello che Jess le aveva detto sull’aereo diretto in Francia. Le aveva confidato che il suo primo impiego non era andato bene, e lei se ne era andata; poi aveva deciso di ritentare.
A Jess era andata bene al suo secondo tentativo, e ciò portò Cassie a chiedersi se forse si stesse arrendendo troppo presto.
Quando ebbero finito i loro nachos, Jess controllò l’orologio.
“Meglio che vada. Harrods mi aspetta”, disse. “Devo comprare regali per tutte le persone a casa, e per i bambini, e per il bellissimo Jacques. Cosa potrei prendergli? Cosa si regala a qualcuno con cui si sta solo flirtando? Ci metterò una vita a decidere!”
Cassie salutò Jess con un abbraccio, triste per il fatto che il pranzo fosse già finito. Quella chiacchierata amichevole era stata una piacevole distrazione. Jess sembrava così felice, e Cassie poteva capire bene il motivo. Qualcuno aveva bisogno di lei, e le stava dando valore, lei stava guadagnando qualcosa, aveva uno scopo nella vita e si sentiva al sicuro.
Jess non stava vagando senza meta, sola e disoccupata, paranoica riguardo al fatto di essere inseguita perché c’era un processo per omicidio in procinto di iniziare.
Qualche settimana in un paesino remoto poteva essere esattamente ciò di cui aveva bisogno in quel momento - in più di un modo. E Jess aveva ragione. Una semplice telefonata avrebbe potuto aprirle molte porte. Non lo avrebbe mai saputo se non avesse continuato a provare.
Cassie uscì dal pub affollato per trovare un angolo tranquillo, guardandosi intorno in caso vi fosse qualche borseggiatore o ladro di telefonini.
Fece un respiro profondo, e prima di rischiare di pensarci troppo e perdere il coraggio, digitò il numero.
CAPITOLO DUE
Tenendo il telefono saldo tra le