Il Look Perfetto. Блейк Пирс
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E anche se non l’aveva mai riconosciuto, lei era venuta a sapere che la sua raccomandazione era stata determinante per la sua ammissione alla tanto decantata Accademie dell’FBI, corso di dieci settimane che lei aveva completato l’anno precedente.
Il programma, fortemente selettivo, accoglieva il meglio dai dipartimenti locali di polizia per fornire un addestramento che includeva le ultime tecniche investigative dell’FBI. Di solito era disponibile solo per detective con esperienza e con uno storico di alto decoro. Ma Jessie, una relativa principiante, era stata in qualche modo ammessa. Mentre si trovava lì, non solo aveva imparato da istruttori dell’unità di Scienze Comportamentali e famosi in tutto il mondo, ma aveva anche seguito un intenso allenamento fisico che includeva istruzioni nel campo delle armi e lezioni di auto-difesa.
Senza dubbio, il suo successo nella risoluzione di diversi importanti casi di omicidio, per non parlare dell’aver sventato un attentato alla propria vita da parte del proprio marito, avevano giocato un buon ruolo nella sua ammissione. Ma immensamente significativa era sicuramente stata la buona parola detta a suo credito da numerosi agenti di polizia di alto livello a Los Angeles, tra cui appunto anche Moses.
Mentre si sedeva di fronte a lei, Jessie fu certa che già percepisse lo scopo della sua richiesta di incontro la mattina presto fuori dal posto di lavoro. Nonostante il proprio nervosismo, fu per lei quasi un sollievo. Se lui poteva già immaginare quello che lei voleva, Jessie poteva fare a meno di ogni vezzo, persuasione e adulazione tipicamente necessarie per una richiesta come quella che doveva fare lei. Dopotutto lui era qui. Questo significava che era almeno leggermente interessato.
“Buongiorno signor Moses,” disse Jessie quando lui si fu accomodato.
“Garland,” rispose lui con il suo tipico ringhio roco, facendo cenno alla cameriera di portare un caffè. “Sarà meglio che ci sia un buon motivo, Hunt. Sei stata molto criptica al telefono. Non mi piace interrompere la mia routine mattutina. E tu l’hai decisamente interrotta.”
“Sono piuttosto certa che troverai valida la riprogrammazione,” gli assicurò. Poi decise di andare dritta al punto. “Ho bisogno del tuo aiuto.”
“Questo me l’ero immaginato. Nessuno chiede un incontro con me per discutere di tazzine da caffè+, anche se la cosa mi mortifica,” disse con volto serio.
Jessie decise di prendere la battuta come buon segno e stette al gioco.
“Sarò felice di farlo dopo, Garland, se ne hai davvero voglia. Ma per ora, il mio interesse è meno concentrato su tazzine e piattini, e più sui serial-killer rapitori di ragazzi.”
La cameriera, che era già arrivata con la sua caraffa di caffè, lanciò a Jessie un’occhiata scioccata. Una quarantenne bionda dal volto tondo e serafico il cui cartellino diceva ‘Pam’. Si riprese in fretta e distolse lo sguardo, mentre riempiva la tazza di Garland.
“Ti ascolto,” disse Garland dopo che la cameriera si fu allontanata. “A quanto pare anche Pam ti ascoltava.”
Jessie decise di non chiedergli come facesse a sapere il nome della donna, dato che non l’aveva mai guardata. Si lanciò invece nel proprio discorso.
“Sono sicura che sei al corrente del fatto che Bolton Crutchfield è ancora uccel di bosco e che solo la settimana scorsa ha rapito una diciassettenne di nome Hannah Dorsey.”
“Sì,” le rispose senza aggiungere altro.
Non c’era bisogno che lo facesse. Non c’era bisogno di essere un celebre profiler criminale per conoscere il mostruoso passato di Bolton Crutchfield, che aveva assassinato dozzine di persone con elaborata brutalità e che era recentemente scappato da una prigione psichiatrica.
“Ok,” continuò Jessie. “Probabilmente sai anche che ho un certo passato con Crutchfield: che l’ho intervistato una dozzina di volte quando era rinchiuso nel penitenziario psichiatrico del DNR, e che in quelle occasioni mi ha raccontato che il mio vecchio paparino, il serial killer Xander Thurman, era il suo mentore e che erano stati in contatto.”
“Sapevo anche questo. So anche che, nonostante la sua ammirazione per tuo padre, quando è giunto il momento di scegliere tra voi due, ti ha messa in guardia sulla minaccia da parte del tuo genitore, potenzialmente salvandoti la vita. Questo credo complichi i tuoi sentimenti nei suoi confronti.”
Jessie prese una lunga sorsata del suo caffè mentre ponderava la risposta da fornire.
“Sì,” gli concesse alla fine. “Soprattutto dato che ha specificato di volermi lasciare in pace da ora in poi, per andare a seguire altri interessi.”
“Una sorta di pausa.”
Pam tornò titubante per prendere l’ordinazione di Garland.
“Prendo quello che ha preso lei,” le disse, indicando il toast di Jessie. Pam parve delusa, ma non disse nulla e tornò in cucina.
“Giusto,” disse Jessie. “Ovviamente ero riluttante nell’accettare la parola di un feroce assassino che affermava di vivere e lasciar vivere. E poi si è preso la ragazza.”
“Questo ti ha preoccupato,” notò Garland, esprimendo ciò che sapeva essere ovvio.
“Sì,” disse Jessie. “Si tratta di una ragazza che avevo trovato tenuta prigioniera da mio padre in una casa con i suoi genitori adottivi. La stava torturando. È sopravvissuta per un pelo, come me. Le persone che le facevano da famiglia, no. Quindi, quando solo poche settimane dopo Crutchfield l’ha rapita uccidendo i suoi genitori affidatari, mi è sembrato…”
“Personale,” disse Garland completando il suo pensiero.
“Esatto,” confermò Jessie. “E ora, dopo una settimana di congedo forzato, una settimana in cui Hannah è rimasta tra le grinfie di Crutchfield, torno oggi al lavoro.”
“Ma c’è un problema,” disse Garland continuando il suo discorso, e spronando così Jessie a proseguire. E così lei fece.
“Sì. Il caso è stato assegnato all’FBI. So che quando varcherò la porta della stazione di polizia, mi verrà proibito di partecipare, a causa… dei miei collegamenti personali. Ma conoscendo la mia natura dopo quasi trent’anni su questo pianeta, non sarò per niente in grado di levarmi questa cosa dalla testa e badare ai fatti miei. Quindi ho pensato di richiedere l’assistenza di qualcuno che non sia vincolato dai regolamenti che invece terranno legate a me le mani.”
“Eppure,” disse Garland mentre il suo toast arrivava. “Ho la netta sensazione di non essere la tua prima scelta per questo compito.”
Jessie non aveva idea di come potesse averlo capito, ma non tentò di negarlo.
“È vero. Di norma non chiederei a un celeberrimo ed emerito profiler di farmi un favore, se potessi evitarlo. In particolare non mi piace chiedere alla gente di fare lo sporco lavoro di tentare con discrezione di capire ciò che sta accadendo nelle indagini di qualcun altro. Ma purtroppo la mia prima scelta non è disponibile.”
“Chi sarebbe?” chiese Garland.
“Katherine Gentry. Era responsabile della sicurezza nella prigione del DNR. Abbiamo stretto amicizia durante le mie tante visite. Ma quando Crutchfield è scappato e diverse guardie sono state assassinate, lei è stata licenziata. Da allora è diventata un’investigatrice