Il Look Perfetto. Блейк Пирс
Чтение книги онлайн.
Читать онлайн книгу Il Look Perfetto - Блейк Пирс страница 5
“Capisco,” disse lui con tono malizioso. “Quindi sei preoccupata che una persona possa non essere in grado di valutare oggettivamente la situazione a causa della propria connessione personale alla situazione. Una tale descrizione si applica a qualcun altro di tua conoscenza?”
Jessie lo guardò, ben consapevole di quello che voleva insinuare. Ovviamente, se avesse saputo quanto personale fosse questo caso per lei, probabilmente sarebbe stato ancora più preoccupato. Poi le venne in mente un pensiero, un pensiero che avrebbe potuto fargli rivalutare la sua visione delle circostanze.
“Hai ragione,” gli disse. “Non sono oggettiva, ancora meno di quanto tu pensi. Vedi, Garland, ciò che solo mezza dozzina di persone al mondo sanno è che il padre di Hannah Dorsey era Xander Thurman. È la mia sorellastra, una cosa che ho scoperto meno di un mese fa. Quindi non sono per niente oggettiva in questa faccenda.”
Garland, che stava per prendere un sorso di caffè, fece una breve pausa. A quanto pareva aveva ancora la capacità di sorprendersi.
“Questa è una complicanza,” affermò.
“Sì,” disse Jessie, chinandosi decisa in avanti. “E sono piuttosto sicura che Crutchfield l’abbia presa per modellarla e farla diventare una serial killer come mio padre e come lui stesso. Era quello che mio padre stava cercando di fare con me. Quando l’ho rifiutato, ha cercato di uccidermi. Penso che Crutchfield stia tentando di riprendere da dove Thurman ha lasciato.”
“Cosa te lo fa pensare?” chiese Garland.
“Mi ha mandato una cartolina che fondamentalmente lo diceva chiaro e tondo. E poi ha lasciato un messaggio scritto con il sangue sulla parete della famiglia affidataria, reiterando lo stesso messaggio. Non sta facendo tanto il sottile in merito.”
“Sembra piuttosto ridondante,” le concesse Garland.
“Giusto,” disse Jessie, sentendo che l’uomo si stava ammorbidendo davanti alle sue richieste. “Quindi sono la prima ad ammettere di non essere esattamente la persona più indicata per questo caso. E capisco perché il capitano Decker rifiuterebbe di concedermi di occuparmene. Ma come ho detto, mi conosco. E mi è impossibile fare finta che là fuori non ci sia un serial killer che sta tentando di trasformare la mia sorellastra nella versione più piccola di se stesso. Ecco perché ho pensato di rivolgermi a qualcuno che possa essere più razionale, tenendo d’occhio il caso e aggiornandomi. Altrimenti potrei impazzire. E questa persona deve essere qualcuno capace di accedere alle informazioni, senza essere vincolato dai divieti del Dipartimento di Polizia di Los Angeles.”
Garland si chinò sul bancone, spostando i bicchieri da davanti al suo naso. Sembrava perso nei suoi pensieri.
“Garland,” disse Jessie, la voce sommessa, quasi un sussurro. “Bolton Crutchfield sta tentando di creare un mostro a sua immagine e somiglianza, e lo sta facendo con una ragazzina traumatizzata. È una cosa orribile, anche se lei non fosse la mia unica familiare vivente, una sorella che non ho ancora avuto il tempo di conoscere. Ma lo sta facendo intenzionalmente per giocare con me. Un altro dei suoi giochi sadici. Capisco quello che sta succedendo. Ho la mente chiara al riguardo. Ma se pensi che comprendere la situazione significhi che sarò in grado di starne alla larga per una direttiva impartita dal mio supervisore, ti stai tristemente sbagliando. Se dici di no, seguirò questa cosa da sola, incurante delle conseguenze. Sto chiedendo il tuo aiuto, in parte perché sei più bravo di me in questa cosa. Ma in parte anche per salvarmi da me stessa. Non voglio fare la tragica e dire che il mio futuro è nelle tue mani… Ma il mio futuro è nelle tue mani. Cosa dici?”
Garland rimase seduto in silenzio per un momento. Poi si chinò in avanti, pronto a rispondere. Improvvisamente il cellulare di Jessie suonò. Lei abbassò lo sguardo era Ryan. Lei mandò la chiamata alla segreteria e risollevò lo sguardo sull’uomo che aveva di fronte. Poi sentì una vibrazione. Abbassando lo sguardo vide un messaggio da parte di Ryan che diceva semplicemente: “911, rispondi.” Un attimo dopo il telefono suonò di nuovo. Jessie rispose.
“Sto facendo una cosa,” disse.
“C’è stato un omicidio all’Hotel Bonaventure,” le disse Ryan. “Decker ce l’ha assegnato. Ha detto che ha spostato la nostra riunione con lui e vuole che andiamo lì subito. Sto venendo a prenderti. Sarò lì davanti tra due minuti.”
Riagganciò prima che lei potesse rispondere. Jessie guardò Garland.
“Mi hanno appena chiamata sulla scena di un omicidio. Il detective Hernandez sta venendo qui a prendermi. Ho bisogno di una decisione. Cosa dici, Garland?”
CAPITOLO TRE
Jessie si teneva con tutte le sue forze alla maniglia dell’auto.
Ryan aveva acceso la sirena e stava sfrecciando tra le strade del centro, prendendo ogni svolta in modo brusco. A quanto pareva i media erano già stati informati del ritrovamento di un cadavere in un elegante hotel e fuori si stava già formando un discreto affollamento. Ryan voleva arrivare sul posto prima che la scena si facesse troppo caotica.
Jessie era tacitamente riconoscente di essersi accontentata di un toast per colazione, mentre veniva sballottata all’interno dell’auto. Nonostante fosse del tutto scombussolata, una cosa era fissa e chiara nella sua mente: Garland Moses aveva detto di sì.
Questo significava che, se si fosse sforzata di sfruttare al meglio il suo coinvolgimento, non avrebbe dovuto passare ogni momento libero del proprio tempo a dare di matto per la scomparsa di Hannah. Ora c’era qualcuno che se ne occupava e di cui lei si fidava, qualcuno che era certa l’avrebbe effettivamente aggiornata sullo stato del caso. Per mantenere la lucidità mentale, avrebbe dovuto affidarvisi e non fissarsi su quei pensieri ogni singolo secondo.
Cosa altrettanto importante, se intendeva rivelarsi utile in questo caso Bonaventure, o in qualsiasi altro caso futuro, doveva mantenere la mente sgombra. Lo doveva a chiunque fosse la vittima di omicidio in quella stanza d’albergo, doveva essere in grado di fornire la sua analisi più valida e ordinata. Come se le stesse leggendo nel pensiero, Ryan prese la parola.
“Non è stata una mia idea.”
“Cosa intendi dire?” gli chiese.
“Avevo pensato che potessi tornare con calma al lavoro con almeno uno o due giorni di noiose scartoffie da riordinare. Ma il capitano Decker ha insistito per mandarti fuori.”
“Non è da lui,” sottolineò Jessie.
“Normalmente no,” confermò Ryan. “Ma è stato piuttosto esplicito sull’idea di volerti assegnare un caso per tenerti occupata. Non vuole assolutamente che ti avvicini al caso Dorsey, e ha pensato che il modo migliore per evitarlo fosse di teneri occupata.”
“Ha detto così?” chiese Jessie.
“Praticamente. In effetti, penso volesse che ti passassi questo messaggio, una sorta di avvertimento.”
“Ok, ne ho preso nota,” disse Jessie, inizialmente dibattuta se raccontare a Ryan del suo incontro con Garland Moses.
Ryan sapeva che Hannah era la sua sorellastra, ma non conosceva molti altri dettagli. E poi lei non lo aveva informato su chi aveva appena incontrato e del perché. Sembrava dare