I cinque del salotto. Фиона Грейс

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I cinque del salotto - Фиона Грейс Un giallo intimo e leggero di Lacey Doyle

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conigli e piccioni?” chiese Lacey, ricordando il contenuto della lettera di Xavier.

      “Quelli si possono cacciare tutto l’anno,” confermò la consigliera Muir. “Il circolo della caccia di Wilfordshire faceva lezioni per gli appassionati quando la stagione era chiusa, facendo pratica con piccioni e conigli. Non proprio elegante, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.”

      Lacey lasciò che l’informazione prendesse posto nella sua mente. Corrispondeva in modo così preciso con quello che diceva la lettera di Xavier che non poteva fare a meno di credere veramente che suo padre venisse davvero a Wilfordshire in estate per andare a caccia presso la Villa Penrose. Questo, insieme alla foto di suo padre che aveva visto a casa di Iris Archer, la precedente proprietaria, le faceva sembrare tutto più probabile.

      Era per questo che il fucile le era sembrato così familiare? Perché da qualche parte nella sua mente c’erano ricordi a cui ora non riusciva ad accedere?

      “Non avevo mai saputo che ci fosse un padiglione di caccia alla Villa Penrose. “Quand’è che il circolo di caccia ha smesso di essere operativo lì?”

      “Circa una decina d’anni fa,” le rispose la consigliera Muir. Aveva un tono teso, come se quella conversazione non le piacesse molto. “Hanno interrotto l’attività per…” Esitò, evidentemente alla ricerca delle parole più diplomatiche per potersi spiegare. “… mala amministrazione finanziaria.”

      Lacey non poteva esserne certa, ma sembrava esserci una nota di malinconia nel tono della consigliera, come se avesse una qualche forma di collegamento famigliare al circolo della caccia e alla sua recente chiusura un decennio prima. Lacey avrebbe voluto chiedere di più, scoprire se ci fossero maggiori indizi che la potessero ricondurre a suo padre, ma la conversazione si era già spostata con l’intervento entusiastico di Suzy: “Quindi vedi quanto potenziale ancora da scoprire c’è qui, e perché dovresti assolutamente salire a bordo di questo progetto!”

      La consigliera annuì nella sua maniera rigida. “Se avessi una possibilità di coinvolgimento nella restaurazione della parte orientale di Wilfordshire,” disse, “la accetterei di certo. Il B&B è solo l’inizio. Il sindaco Fletcher ha piani molto grossi per questa cittadina. Se lei si fa un nome in questa attività, sarà in cima ai contatti di tutti quando si tratterà di progetti futuri.”

      Lacey si sentiva decisamente sempre più intrigata dall’offerta di lavoro. Non solo per l’enorme possibilità che le offriva di dare visibilità al proprio nome – guadagnando potenzialmente un discreto profitto occupandosene – ma anche per il modo in cui la faceva sentire connessa a Wilfordshire, e quindi a suo padre. Si chiese se anche lui avesse visto tutte le potenzialità di quella cittadina quando l’aveva visitata. Forse era per questo che era venuto qui: perché aveva visto una possibilità lavorativa in cui avrebbe voluto investire?

      O perché voleva fuggire dal suo matrimonio e dalla sua famiglia e stabilirsi in un posto diverso e più adatto a lui, pensò Lacey.

      “Ora sarà meglio che vada,” disse la consigliera Muir, facendo segno al suo accompagnatore. L’uomo scattò subito in azione. “Devo presenziare all’orario di ricevimento. La gente del posto è furiosa per la pedonalizzazione che è stata proposta per la strada principale. Onestamente si comportano come se avessi deliberato il riversamento di lava nelle strade dove lavorano.” Rivolse a Suzy un breve ma significativo cenno e se ne andò.

      Non appena fu uscita, Suzy si voltò verso Lacey con sguardo felice, la cartellina contenente la sua licenza ora ben stretta in mano.

      “Allora?” le chiese. “Cosa dici? Ci stai?”

      “Posso avere un po’ di tempo per pensarci?”

      “Certo,” disse Suzy ridacchiando. “Apriamo tra una settimana. Prenditi tutto il tempo che vuoi per decidere quello che preferisci.”

*

      Lacey aprì la porta del suo negozio di antiquariato. Boudicca e Chester le vennero incontro festosi peer salutarla. Lei ricambiò accarezzando la testa a tutti e due.

      “Sei tornata,” le disse Gina, sollevando gli occhi dalla rivista di giardinaggio che stava sfogliando. “Com’è andata con la bambina prodigio?”

      “È stato interessante,” disse Lacey. Le si avvicinò e si sedette su uno sgabello al banco accanto a lei. “È un posto eccezionale, con un sacco di potenziale. E sembra che anche la consigliera lo pensi.”

      Gina chiuse la sua rivista di giardinaggio. “La consigliera?”

      “Sì, la consigliera Muir,” le spiegò Lacey. “È la zia di Suzy. Questa faccenda del B&B sembra essere parte del progetto del sindaco Fletcher di risanare la zona orientale di Wilfordshire. Non che sia colpa di Suzy in sé, ma la fa sembrare ancora più al di là delle sue capacità. Chissà com’è il suo reale piano industriale, o se è stato approvato solo grazie a sua zia.”

      Gina si accarezzò il mento. “Uhm. Quindi Carol alla fine aveva in parte ragione.”

      “In un certo senso.”

      “Ma mettendo da parte tutta questa roba politica,” aggiunse Gina, ruotando sul suo sgabello in modo da essere perfettamente di fronte a Lacey, “cosa vorrebbe dire per te esservi coinvolta?”

      Lacey esitò. Una piccola scintilla di trepidazione le si accese nello stomaco. Se metteva da parte tutti i dubbi insinuanti che le ruotavano per la testa, questa era davvero un’opportunità straordinaria.

      “Significa che avrò la responsabilità di arredare una proprietà di quattrocento metri quadri con pezzi di antiquariato. Per un’amante delle antichità, è fondamentalmente il paradiso.”

      “E i soldi?” le chiese Gina.

      “Oh, mi porterà un sacco di dollari. Si parla di migliaia di sterline di inventario. Un’intera sala da pranzo. Un foyer. Un bar. Sei camere da letto e una suite matrimoniale. È un incarico enorme. Aggiungici la potenzialità di altro lavoro in futuro mettendo così allo scoperto il mio nome, e il fatto che avere un B&B per occasioni speciali come lo spettacolo aereo porterà un effetto di lancio in avanti per il resto della città…”

      Gina stava iniziando a sorridere. “Mi sembra di capire che hai accettato.”

      Lacey annuì in modo evasivo. “Forse sì. Ma non sarebbe una follia? Cioè, vuole tutto pronto per lo spettacolo aereo. Che è sabato!”

      “E da quando in qua ti fa paura lavorare sodo?” le chiese Gina con freddezza. Fece un gesto con le braccia a indicare l’intero negozio. “Guarda tutto quello che hai già ottenuto lavorando duramente.”

      Lacey era troppo modesta per poter accettare il complimento, ma capiva il sentimento che ci stava dietro. Era diventata un’amante del rischio. Se non avesse lasciato il suo lavoro a New York, prendendo poi il primo volo per l’Inghilterra, non avrebbe mai costruito questa meravigliosa vita per se stessa. Sarebbe stata una triste divorziata che ancora portava il caffè a Saskia come una stagista, piuttosto che essere considerata un’assistente con quattordici anni di esperienza. Accettare questo lavoro con Suzy era il genere di cosa per cui Saskia avrebbe lottato con denti e unghie. Bastava questo come ragione per farlo.

      “Penso che tu sappia cosa fare,” le disse Gina. Prese il telefono e lo posò davanti a Lacey. “Fai un colpo di telefono a Suzy e dille che sei a bordo.”

      Lacey fissò il telefono, mordendosi il labbro inferiore. “E tutti i costi?” le disse. “Un inventario

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