L'Angelo Dalle Ali Nere. Amy Blankenship

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L'Angelo Dalle Ali Nere - Amy Blankenship

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il mago dei computer e poteva entrare in qualsiasi banca dati del mondo per ottenere le informazioni di cui avevano bisogno. Più di una volta si era infiltrato nei sistemi delle agenzie governative solo per creare scompiglio.

      Kyoko si voltò con la tazza di caffè in mano e cercò di concentrarsi su quello che aveva detto Suki negli ultimi due minuti. Quasi si ustionò quando incrociò lo sguardo di Kyou.

      Era di nuovo appoggiato allo stipite della porta, stavolta quella del suo ufficio, con lo stesso sguardo che aveva la sera prima. Guardarlo le provocò un brivido sensuale in tutto il corpo.

      Prima o poi avrebbe scoperto come faceva a farla sentire così. Aveva visto molte donne inciampare nei propri passi quelle rare volte in cui Kyou lasciava il suo “santuario”, l’ufficio, e camminava per le strade della città.

      «Immagino che tu abbia dormito bene.» le disse lui stoicamente, anche se Kyoko notò un accenno di divertimento nei suoi occhi.

      «Sì, benissimo.» affermò lei con un sorriso.

      «Mmm, la vedo piuttosto difficile, con quattro maschi che hanno sgomitato e litigato per tutta la notte per chi sarebbe stato il primo a sfondare la porta della tua stanza.»

      Voltandosi rapidamente per nascondere il proprio imbarazzo, Kyoko guardò fuori dalla grande finestra che dava sulla strada trafficata. A volte vivere in quell’edificio era davvero difficile per il suo cuore... per non parlare dei suoi ormoni.

      Sentendo i brividi dietro la nuca, capì che non poteva scappare, quindi cercò di distrarre la mente. Guardò dall’altra parte della strada, verso la fila di edifici di fronte... immaginando di trovarsi in uno di essi... almeno finché l’angoscia adolescenziale della sera prima non sarebbe svanita.

      Rimase a bocca aperta quando notò un uomo. Sembrava che la stesse guardando, ma sapeva che non era possibile perché il rivestimento dei vetri permetteva di guardare fuori ma non all’interno. Kyoko si avvicinò alla finestra e poggiò una mano sul vetro colorato, in corrispondenza di quell’uomo.

      Era la personificazione dell’immobilità mentre tutto intorno a lui si muoveva a passo veloce. Emanava una calma che era seducente e spaventosa al tempo stesso. Da qualche parte, nel profondo della sua mente, sapeva che doveva essere una bugia... era lui a muoversi e tutto il resto era fermo in sua presenza.

      Indossava occhiali da sole scuri e un lungo trench nero che era aperto abbastanza da lasciar intravedere la camicia attillata. Aveva il corpo di un dio greco e il viso impeccabile, anche se i suoi lunghi capelli scuri ne coprivano una buona parte. Aveva qualcosa di pericoloso e di eccitante allo stesso tempo. Sembrava uscito direttamente dai secoli bui, quelli con i draghi e i maghi.

      Una visione improvvisa di lui inginocchiato, nudo e insanguinato, con catene attorno ai polsi, alle caviglie e al collo, in una caverna sotterranea dimenticata a lungo, balenò nella sua mente, facendole venire voglia di piangere per l’angoscia. Kyoko sentiva se stessa che strisciava verso di lui in un lago di sangue... voleva salvarlo. Si sentiva la pelle umida e i vestiti intrisi letteralmente.

      Si accigliò mentre le sensazioni e l’immagine svanivano, poi si avvicinò al vetro ed ebbe la netta sensazione che in realtà stesse cercando di avvicinarsi a lui.

      Darious sentì qualcosa invadere il proprio spazio e restrinse lo sguardo oltre il proprio riflesso nei vetri, notando la ragazza che lo osservava. Di solito gli umani distoglievano lo sguardo appena lo vedevano, a meno che non fossero innocenti, cioè bambini. Non aveva mai capito perché, ma i bambini non lo avevano mai temuto. I suoi occhi scuri scrutarono la ragazza con curiosità, non era certo una bambina.

      Aveva lunghi capelli ramati che non erano né lisci né ricci, ma avevano una vita propria. Concentrandosi, vide i suoi luminosi occhi color smeraldo circondati da sensuali ciglia scure. Lo stava guardando con espressione meravigliata e questo gli fece riscaldare il sangue, lasciandolo confuso.

      Ringhiò quando il sole scomparve improvvisamente dietro nuvole scure. Non si era mai interessato degli umani... solo dei demoni, e soltanto per il tempo necessario per rintracciarli e ucciderli. Nell’istante in cui lei si voltò di spalle, Darious usò il proprio potere per diventare invisibile.

      «Kyoko, hai sentito quello che ho detto?» le chiese Suki, consapevole di aver passato gli ultimi minuti a parlare da sola.

      Lei sussultò e si voltò a guardare la sua migliore amica dietro la scrivania. «Oh... ehm... eh?» Sbatté le palpebre, «Qual era la domanda?». Vedendo un’ombra alla sua destra, guardò verso la porta dell’ufficio di Kyou e si rilassò vedendo che era svanito di nuovo.

      Suki scosse la testa, «Ho detto che tra cinque minuti c’è la riunione della mattina.». Prese una pila di fogli e si avvicinò alla scrivania mentre lei si voltava di nuovo verso la finestra. «Che cosa stavi guardando così attentamente?» le chiese.

      Kyoko scrollò le spalle vedendo che lo sconosciuto non c’era più. Si morse il labbro inferiore, pensando alla delusione. «Sto cercando un taxi per sfuggire alla riunione.» rispose facendole l’occhiolino.

      «Sì, beh... se non ti volessi bene, ieri sera ti avrei ammazzato quando ho sentito quel trambusto. Ma alla fine ho scattato delle belle foto da postare in rete. Avresti dovuto vedere l’espressione di Kotaro quando si è reso conto di aver sparato alla TV. Te le faccio vedere più tardi.»

      Vedendo che Kyoko stava guardando di nuovo la strada, le mise le mani sulle spalle e la fece voltare verso l’ascensore. «Forza... è ora di affrontare la responsabilità dei tuoi atti vandalici.»

      «Atti vandalici?» Kyoko si difese, «E quello che loro fanno a me di continuo, come lo chiami?»

      Suki ridacchiò e la spinse nell’ascensore. «Sali, e se senti gridare... assicurati che siano loro a farlo.»

      Darious alzò lo sguardo verso il nome stampato sul vetro del palazzo dov’era la ragazza... “Paranormal Investigations”. Chiuse gli occhi, entrando mentalmente nell’edificio, e serrò le mascelle quando il suo potere percepì anime antiche. Inspirò quando la sentì all’ultimo piano dell’edificio. Era diretta verso quel raggruppamento di anime che erano contaminate da qualcosa di non umano... ma non erano demoni.

      Riaprì gli occhi proprio mentre iniziava a piovere, il marciapiede si bagnò tranne dove si trovava lui nell’invisibilità.

      Era per questo che lei lo aveva guardato con tanto interesse, perché aveva a che fare con il paranormale? Lasciò che il proprio potere raggiungesse la sua anima ancora una volta mentre cercava una presenza demoniaca nella sua aura. Il potere la circondò per diversi istanti e sentì la sua forza vitale sorgere e guardarlo negli occhi.

      Fu allora che la sentì... l’eco di un pianto sommesso che riusciva a malapena a ricordare di aver sentito al di sopra delle sue stesse grida di agonia. L’unica volta che aveva sentito quel suono era stato nel momento in cui le catene dell’eternità si erano spezzate. Si era lasciato alle spalle quel suono mentre si faceva strada per uscire dalla fossa, e questo era ritornato molte volte nella sua mente. Più si avvicinava a quella città... più il ricordo lo perseguitava.

      Che cosa c’era in quel grido che gli faceva stringere il petto adesso, e non secoli prima quando aveva più importanza? Perché adesso era importante? Darious scosse la testa infastidito. Non poteva cambiare il passato, quindi perché indugiarvi?

      Proprio mentre apriva la porta della stanza dove tutti stavano aspettando, Kyoko si sentì come se qualcuno la abbracciasse

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