Papà Prende Le Redini. Kelly Dawson
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"È stata seviziata.” osservò Clay.
Bianca si sentì male. Cosa aveva dovuto soffrire, quella povera bestia, per comportarsi a quel modo? A giudicare dalla ferita sulla testa, era evidente che era stata picchiata con una sorta di mazza, ma cos'altro le avevano fatto? Si sforzò di calmare l'ondata di nausea che si sentiva dentro, al pensiero delle sofferenze di quel povero cavallo.
Tom scosse tristemente la testa. "È peggio di quanto credessi. – disse – Ora telefono ai proprietari e mi accordo col veterinario per sopprimerla oggi stesso. Non possiamo avere in giro un cavallo come questo; potrebbe uccidere qualcuno."
"No! - gridò Bianca - Per favore, fate provare me!"
Tom annuì, ma Clay scosse la testa. "Niente da fare! È troppo pericoloso! Hai visto cosa ha appena cercato di fare a papà!"
Ignorandolo completamente, Bianca si arrampicò sulla staccionata e trattenne il respiro, mentre avanzava verso il recinto della puledra. Sapeva che l’animale era pericoloso, ma cercò di concentrarsi sul linguaggio del corpo, avvicinandosi lentamente e guardando a terra, mentre allungava la mano verso il cavallo. Cautamente, la puledra le si avvicinò, sbuffando rumorosamente, con le narici bene aperte. Bianca non si mosse, tenendo sempre la mano aperta verso di lei. Piano piano, la puledra protese in avanti il muso morbido e Bianca glielo accarezzò con dolcezza.
"Ciao, bellissima." cantilenò. La cavalla la guardò con occhi colmi di sospetto, le orecchie che guizzavano avanti e indietro e il corpo tremante ma poi, mentre Bianca continuava a parlarle a voce bassa con la mano sempre in aria, alla fine si rilassò.
Poteva sentire gli occhi di Tom e di Clay puntati su di lei, mentre stava ancora nel recinto con la puledra, e il suo cuore si gonfiò d'orgoglio. Annie le aveva sempre detto che aveva un dono con i cavalli, ma non aveva mai avuto l'opportunità di testare fino a dove potesse arrivare.
"Brava, ragazza. Buona, buona, Rose." Bianca continuò a parlarle a bassa voce, cercando di rassicurare la cavalla, mentre le si avvicinava e provava ad accarezzarla lievemente. Era straziante vedere lo stato in cui si trovava, il terrore che le leggeva dentro. Le sue orecchie tremavano costantemente, poteva vedere il bianco degli occhi sbarrati e il tremito che scuoteva il suo corpo. Si sentì invadere da un’ondata di rabbia, quando si rese conto degli incredibili abusi che aveva subìto l’animale. Quel giorno, invece di tornare a casa durante le ore di pausa e trascorrere del tempo prezioso con Annie, Bianca preferì rimanere nel recinto con la puledra, per farsi conoscere e guadagnarsi la sua fiducia, insomma per stringere un legame con lei. Quando si fece sera e dovette tornare al lavoro normale di stalla, la puledra accompagnò nervosamente Bianca fino all’uscita, camminandole al fianco per tutto il lungo corridoio.
Bianca rimase ancora lì per un po', sporgendosi oltre la mezza porta del recinto, a guardare la puledra che cercava di orientarsi. Alzò lo sguardo quando sentì dei passi avvicinarsi, e le si parò davanti un uomo alto e biondo che era l'immagine sputata di Clay. Sembrava di uno o due anni più giovane, ma era ovvio che fossero fratelli. Come Clay, aveva una barba ispida che gli appesantiva la mascella, i suoi capelli erano troppo lunghi e arruffati e avevano bisogno di un bel taglio, e i suoi occhi erano gentili. Ma, mentre le si avvicinava, sentì che di certo l’odore non era quello di Clay. Quell’uomo non si portava addosso quell'inebriante profumo di cavallo; odorava più di erba, grano, terra, cane e qualcos'altro, non sapeva bene cosa. Insomma, puzzava come un contadino.
"Cody." Disse lui, tendendole una mano sporca, e lei gliela strinse timidamente, la sua mano minuscola in quella enorme di lui. Era persino più massiccio di Clay e sembrava ancora più imponente, se possibile. Non lo conosceva nemmeno e già quell’uomo l’attraeva, con quella sua aria autoritaria. Lui indicò il cavallo. "Chi è questo?"
“Questa è Rose. È arrivata oggi. E’ stata sedata, ma una volta qui si è svegliata e ha cominciato a tirare calci." Bianca sorrise orgogliosa al ricordo. Le piacevano i cavalli esuberanti. Ma il suo sorriso svanì rapidamente quando si ricordò del motivo per cui la puledra era lì.
"È stata gravemente maltrattata."
Cody annuì e si spinse in avanti, raggiungendo la porta della stalla. Immediatamente, la puledra inchiodò le orecchie all'indietro e si precipitò verso di lui, i denti scoperti in una feroce dimostrazione di aggressività provocata dalla paura, e Cody fece frettolosamente un passo indietro, emettendo un basso fischio.
"È solo spaventata. - disse dolcemente Bianca – Tranquilla, ragazza." disse canticchiando al cavallo, che davanti a lei si fece docile e tremante, con le narici che si allargavano.
"È un po' nervosa?" chiese Cody.
Bianca scosse la testa. “No, è molto spaventata. Ha subito orribili abusi. " Voltandosi, lo guardò dall'alto in basso. "Non sai niente dei cavalli? Non vedi cos’ha passato?”
"No, infatti non ne capisco niente." Cody scosse la testa. "Mi occupo della fattoria. Qui gestiamo pecore e manzi e coltiviamo un po'di grano, oltre ad addestrare i cavalli. E’ papà che si occupa delle scuderie, mentre nostro zio è sempre stato un contadino. E’ così che è organizzata la nostra famiglia. Ma da quando è morto zio Max, sono io che mi occupo della terra. Non mi azzarderei per tutto l’oro del mondo a salire su una di queste bestie pazze, ma dammi una moto e vedrai che ti combino!"
"Oh." Bianca sorrise chiedendosi se il terzo fratello, Luke, fosse bello come i due che aveva già incontrato. E se anche lui era gentile ... Era passato un po'di tempo da quando un bell’uomo si era mostrato interessato a lei; di solito, quando scoprivano i suoi tic, perdevano la voglia di conoscerla.
"Papà se la vuole tenere, questa bestia?" Cody sembrava dubbioso.
Bianca annuì. "Per ora." Anche se sapeva che non era del tutto vero: Tom non aveva ancora rinunciato a sopprimere il cavallo. Almeno, per quanto ne sapeva.
Cody rimase lì ancora per qualche minuto, a guardare il cavallo, e a fissare lei, con la coda dell'occhio. Era ovvio che la stava studiando di nascosto, e Bianca si sentì invadere da un’ondata di nervosismo crescente, quando sentì l’urgenza di cedere il passo ai suoi tic. La pressione stava crescendo dentro di lei e quasi non riusciva più a controllarla.
A un tratto, cedette. Si voltò di spalle, in modo che lui non si accorgesse troppo delle smorfie che faceva, ma sapeva che se lui si fosse voltato a guardarla se ne sarebbe accorto. Si sarebbe mostrato ancora gentile con lei, se l’avesse vista?
"Tutto bene?" chiese l’uomo.
Lei annuì. "Sto bene."
"Ma...hai una faccia ..." La sua voce si spense, non riuscendo a spiegare a parole le orribili smorfie che vedeva sulla faccia di Bianca.
"Si chiama sindrome di Tourette. - scattò lei, sulla difensiva – Fattelo spiegare da Clay. O meglio ancora, cercalo su internet. Là troverai tutte le informazioni che vuoi.” Il suo tono di voce era amaro, mentre gli ringhiava quelle parole, ma non le importava. I fratelli Lewis l’avevano già maltrattata abbastanza, riguardo la sua Tourette.
Cody fece un passo indietro, visibilmente ferito a quell’aggressione verbale. "Beh, allora ti lascio in pace."
"Come vuoi." Il suo cuore si spezzò a quelle parole. Era stata respinta così tante volte ormai, ma ogni volta che si sentiva rifiutata non poteva fare a meno di soffrire. Avrebbe mai trovato