L’alibi Perfetto. Блейк Пирс
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“No. Va bene. Continua.”
“Ok. La seconda vittima era la mia cliente, Morgan. Ha ventinove anni e vive a West Adams con suo marito, a poche miglia da questo posto. Ma lavora in un rifugio per senzatetto a Venice. È stata rapita mentre tornava dal pranzo sulla Boardwalk. Come ho detto, è rimasta prigioniera cinque giorni, prima di riuscire a scappare. La teneva rinchiusa in un vecchio guardaroba.”
“E la terza donna?”
“Si chiama Jayne Castillo. Ha trentatré anni, sposata, e vive a Mid-City. È stata rapita dal parcheggio di un supermercato una settimana e mezza fa ed è scappata dopo tre giorni di prigionia dentro a un bidone dell’immondizia.”
“Hai contattato le altre due donne?” le chiese Jessie.
“Ci ho provato,” disse Kat, apparentemente frustrata al ricordo. “Ma continuo ad andare a sbattere contro dei muri di cemento. Non parlano. La polizia non parla. Per questo sono venuta da te. Sono arrivata alla fine delle idee qui. Morgan ha le paranoie al pensiero che questo tizio sia ancora là fuori e io non riesco a fornirle nessun modo per rassicurarla, perché non mi sono avvicinata neanche un po’ alla risoluzione del caso, da quando mi ha assoldato.”
Jessie prese un altro sorso prima di porre la domanda successiva. Sapeva a cosa puntava Kat, ma voleva pensare a come risponderle.
“Come posso aiutarti?” le chiese alla fine.
Kat non ebbe bisogno di ulteriori incitazioni per rispondere.
“Puoi metterti in contatto con i detective che gestiscono i casi? Magari saranno più diretti con te. Al momento io sto andando alla cieca qui.”
Jessie sospirò.
“Ci posso provare,” disse. “Il problema è che questi tizi sono tutti di centrali diverse. Non credo siano propensi a condividere dettagli dei loro casi con una profiler di un’altra stazione, dove neanche abbiamo una vittima. Ma tentar non nuoce. Magari riuscirò a trovare qualcuno di gentile.”
“So che ti sto chiedendo molto,” affermò Kat. “Sei sicura di averne il tempo?”
“Stai tranquilla,” la rassicurò Jessie. “Le cose sono piuttosto tranquille al momento. Sto completando le scartoffie di un caso della scorsa settimana e sto aspettando di testimoniare per un altro. Ma non ho niente di attivo al momento. Ovviamente questo significa che il capitano Decker potrebbe assegnarmi qualcosa di nuovo da un momento all’altro. Ma fino ad allora, posso provare a scuotere le acque.”
“Lo apprezzerei davvero.”
“Stai scherzando?” le disse Jessie. “Quante volte mi hai aiutato tu per un caso, quando non volevo seguire i canali ufficiali? Questo è il minimo che possa fare.”
“Grazie, Jessie,” disse Kat con voce apparentemente sollevata per la prima volta da quando aveva iniziato a parlare.
“Nessun problema. Ma lascia che ti chieda una cosa: posso parlare con Morgan? Sentire in prima voce il suo punto di vista mi sarebbe davvero di aiuto.”
“Certo,” disse Kat. “Al momento è a una conferenza fuori città e non tornerà che questa sera tardi. Ma posso programmarti un incontro per domani.”
“Bene. Nel frattempo io vedo cosa riesco a scoprire,” disse Jessie prima di prendere un altro grosso sorso di caffè. “Ora che abbiamo sistemato tutto, ho un’altra domanda.”
“Che cosa?”
“Stai facendo un sacco di sesso?”
Kat finalmente si fece scappare il sorriso che Jessie aveva sperato di vedere quando gliel’aveva chiesto prima. E il suo viso arrossì un poco.
“Mi sto dando da fare,” disse in modo criptico.
“Ci credo bene,” la canzonò Jessie.
“E tu?” ribatté Kat, cercando di fare a sua volta un po’ di pressione. “Come vanno le cose con Ryan?”
Toccò a Jessie arrossire.
“Va tutto bene,” disse. “Facciamo a testa e croce per dove passare la notte, anche se di solito è da me per Hannah.”
“E non ti interessa di vivere nel peccato con una giovane impressionabile sotto lo stesso tetto?” le chiese Kat con le labbra curvate in un sorriso malizioso.
“Credimi, quella ragazza ha visto tanta di quella roba che non penso sia scioccata dal fatto che il ragazzo di sua sorella passi la notte lì. Penso anzi che in qualche modo lo trovi rassicurante.”
“Vedremo se si sentirà così sicura quando cadrete tutti e tre nelle fosse dell’Inferno,” insistette Kat, cercando di non ridere mentre lo diceva.
“Ti stai proprio divertendo, eh?”
“Non hai idea di quanto.”
Nonostante la canzonatura, Jessie si concesse di rilassarsi un poco. Almeno per un secondo poteva dimenticare che non era sicura che la sorellina fosse una sociopatica o se lei e il suo compagno potessero essere fatti fuori sul lavoro. Poteva fare finta di avere una vita normale, con una famiglia normale e i soliti problemi relazionali.
Poi quel secondo finì.
CAPITOLO CINQUE
Jessie ebbe fortuna.
Mentre entrava nel grande ufficio della Stazione Centrale del Dipartimento di Polizia di Los Angeles subito dopo le otto, cercando di non dare nell’occhio, era in corso una frenetica attività. La squadra del buon costume aveva appena condotto un raid notturno, mettendo allo scoperto un’ampia cerchia di prostituzione. Tutta la centrale era piena di prostitute, magnaccia e clienti.
In definitiva, nessuno la notò mentre lei andava a prendere posto alla sua scrivania. Addirittura Ryan, che stava aiutando un agente a contenere la furia di un cliente iracondo, non la vide avvicinarsi. Lei invece non poté fare a meno di notarlo. Anche se stavano insieme da diversi mesi e lei ormai conosceva alla perfezione i dettagli del suo aspetto fisico, non cessava mai di sentirsi attratta dal suo fascino.
Con un’altezza di un metro e ottantacinque e poco meno di novanta chili di peso, era fisicamente imponente. Ma come lei sapeva bene, non c’era un grammo di grasso sul suo muscoloso corpo da trentaduenne. Nonostante il busto scolpito, Ryan emanava una sorprendente umiltà e un deciso calore per essere un detective veterano nella sezione omicidi. Aveva un sorriso semplice e teneva i capelli scuri tagliati corti, così da lasciare ben visibili i suoi amichevoli occhi castani.
Quando parlava, il suo tono morbido non lasciava presumere che lui fosse il più celebre detective della sezione speciale omicidi, anche chiamata HSS, che indagava su casi di alto profilo o intenso scrutinio mediatico, spesso con il coinvolgimento di numerose vittime e serial killer. Jessie a volte pensava che avrebbero dovuto dargli una medaglia di encomio per la sua abilità nel districarsi tra il lavoro e la sua relazione con lei.
Cacciando dalla testa i pensieri riguardanti il suo compagno, Jessie si sedette e iniziò a tirare fuori le cartelle del caso delle donne rapite. I dettagli erano scarsi, per lo più perché le donne erano state bendate per buona parte del loro incubo, quindi non erano state in grado di fornire grossi aiuti.
Dopo