Beatrice Cenci: Storia del secolo XVI. Francesco Domenico Guerrazzi
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Читать онлайн книгу Beatrice Cenci: Storia del secolo XVI - Francesco Domenico Guerrazzi страница 33
Luisa presi in fretta i figli, si pose intorno i maggiori; il pargolo si recò al collo, e, caduta in ginocchio dinanzi al marito che le veniva incontro, senza battere palpebra disse:
—Nudriscilo del mio sangue, dopo che il latte mi è venuto meno… carnefice!—
Giacomo stette; come persona percossa sul capo traballò, gittò via lo stocco, e tese smanioso le braccia alla moglie; la quale volgendo altrove il volto esclamò:
—No… mai…
Allora Giacomo ricorse ai figli tutto smarrito, e con senso di tenerezza ineffabile scongiurava:
—Deh! figli miei, persuadete voi vostra madre che s'inganna; ditele che l'ho amata sempre, e l'amo. Voi almeno corrispondete al mio amplesso—venite al mio seno… consolatemi voi… che il mio cuore è inebriato d'infinita amarezza.
—No—tu hai fatto piangere mamma.
—Volevi tirare a mamma—va…
—Noi non ti vogliamo più bene, cattivo…
—Va via:—va via… gridarono a coro i tre fanciulli.
—Va via? Sta bene. I miei figli mi scacciano dal seno loro… mi bandiscono dalla mia casa—andrò.—Ma tu almeno,—soggiunse Giacomo volgendosi al fantolino che Luisa aveva riposto nella culla,—innocente creatura, che gli uomini non hanno ancora potuto avvelenare… tu che sentirai vergine il grido della natura, ricevi il mio amplesso, e tienlo come la unica eredità che possa lasciarti il tuo padre infelice.
Il bimbo, spaventato dal sembiante sconvolto e dagli atti concitati di lui, sollevò ambedue le manine facendosene schermo al viso, e mandando fuori strilli di paura. Giacomo si fermò—lo contemplò—piegò le braccia in croce sul petto, e con accento concentrato profferì queste parole:
—Ecco; il padre mi perseguita a morte—la moglie mi rinnega—i figli, mi scacciano—la stessa natura rovescia le sue leggi per me, e il fantolino mi abborrisce come cosa, che lo istinto gli addita malefica. A questi fati non dovrebbe mai condursi l'uomo… ed io soffersi valicarne il termine estremo! A modo di tronco in mezzo alla via, io mi attraverso alla vita dei miei, ingombro odiato e insidioso.—A che più stai, anima sconsolata? Ora la tua partita giova a me e ai figli miei:—un giorno gli educai sotto le mie fronde, adesso la mia ombra toglie loro il sole:… velenose sono le rugiade, che cascano da me:—andiamo;—devo benedirli, o no? Vorrei… e non ardisco… No… chè le mie parole potrebbero, prima di scendere sul capo loro, convenirsi in maladizione.—Vita acerba, morte miserabile, memoria aborrita.—Tu, Dio, queste cose vedi? Le vedi, e le consenti?—Tu hai rotto la canna inclinata… ed io mi chiamo vinto… oh! oh!
E così mormorando, con la morte nell'anima e le mani nei capelli, traendo dolorosi guai abbandona la casa. Chiunque lo avesse visto, e gli fosse pure stato nemico, avrebbe detto: «il Signore abbia misericordia di questo sciagurato!»
La moglie, sebbene la procella continuasse a scompigliare il suo spirito, sentiva levarsi in cuore un'aura mite foriera di pianto appassionato, mercè la spontaneità dello amore mostratole dai suoi cari figliuoli; e se per questo le venissero mille volte più cari non è da dire.
Vive nei genitori, io non dirò senza accorgersene, ma senza che lo confessino a se stessi, una emulazione nello affetto dei figli, la quale suole procedere ordinariamente così. Alle madri riesce farsi amare in preferenza del padre dalle femmine, ed anche dai maschi fino a tanto che si sentono deboli ed infermi; ma quando la vita rifiorisce in loro vigorosa, vaghi dei campi aperti o del fragore delle città, dalle madri mano a mano si scostano, e si avvicinano al padre. Ora i figli di Giacomo si trovavano nella età in che il bisogno gl'inclina meglio alle carezze, ed agli aiuti materni: quindi natural cosa era, che tutti per la madre parteggiassero.
Luisa non avvertì la partenza del marito, o, se pure l'aveva avvertita, poco le calse; sazia, per così dire, di amore filiale. I baci ardenti e le focose carezze che in quel punto riceveva, e più partecipava, le fecero obliare che il vincolo più forte di famiglia giaceva infranto. Ahimè! Quanto le costerà amaro il mal momento in cui ella, incauta, commise la sua anima in balìa di cieca passione!
NOTE
[1] Estratti dello Evangelo di san Matteo:
«Or quivi erano molte donne riguardando da lontano, le quali avevano seguitato Gesù nella Galilea ministrandogli». Cap. 27. n. 55.
«Fra le quali erano Maria Maddalena, e Maria madre d'Jacobo, e
d'Jose, e la madre, e i figliuoli di Zebedeo». Cap. 27. n. 56.
«Or Maria Maddalena, e l'altra Maria erano quivi sedendo di rincontro al sepolcro». Cap. 27. n. 61.
«Or finita la settimana, quando il primo giorno della settimana
incominciava a schiarire, Maria Maddalena e l'altra Maria vennero
a vedere il sepolcro». Cap. 28. n. 1.
«Ma l'Angiolo fece motto alle donne, e disse loro: Voi non temiate, perchè so che voi cercate Gesù il quale è stato crocifisso». Cap. 28. n. 3.
«E andate prestamente ai suoi discepoli, e dite loro, ch'egli è
resuscitato dai morti. Cap. 28. n. 7.
«Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: bene state. Ed esse
accostatesi gli presero i piedi e lo adorarono». Cap. 28. n. 9.
[2] Il Signore Dio disse ancora: E' non è bene, che l'uomo sia solo: io gli farò uno aiuto convenevole a lui». Genesi, C. II. n. 18.
[3] Oltre le urbanità riferite nel testo, san Piero Damiano favellando delle donne in generale, aggiunse: «Venite itaque, audite me scorta, postribula, volutabra porcorum pinguium, cubilia spirituum immundorum ec.» Si vede chiaro, che tra san Pier Damiano e monsignore Giovanni della Casa corre il tratto di parecchi secoli. E pare, che san Piero Damiano si reputasse nato da una zucca; non già da una donna. Le Signore, che avessero talento di sapere quello che le parole del Santo significhino, se le facciano volgarizzare da qualche studente tornato per le vacanze a casa.
[4] Nella Storia della Inghilterra di DAVID HUME (T. I. pag. 143 e seg.) leggiamo questo fatto atrocissimo, raccontato così: «Edvigo figlio di Edmondo, malgrado l'affinità, e senza ottenerne dispensa dalla Chiesa, sposa Elgiva. Di qui le sacerdotali ire. San Dunstano seduto al banchetto nuziale, visto il Re scomparire da mensa, gli corre dietro; e trovatolo ridotto nella segreta stanza con lei gli muove amaro rabbuffo, e lo rimanda a bere.—Dunstano per la temerità sua è sbandito. Odone arcivescovo di Cantorbery invade armata mano il palazzo reale, e sfregia con un ferro rovente il volto di Elgiva. Il Re, superato dalle mene pretesche, è costretto a divorziare la moglie. Elgiva risanata dalle ferite in guisa, che non le lasciarono traccia veruna, torna in Inghilterra. Odono arcivescovo le va incontro, la sorprende, e le taglia i garetti, onde in mezzo ad atrocissimi spasimi dopo alquanti giorni muore a Glocester.—Così avveniva ai Re poco obbedienti alla Chiesa: pei