Beatrice Cenci: Storia del secolo XVI. Francesco Domenico Guerrazzi

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Beatrice Cenci: Storia del secolo XVI - Francesco Domenico Guerrazzi

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lo assolverono, imponendogli per penitenza di non mettersi in capo la corona durante lo spazio di sette anni.

      [5] Alessandro II eccitando Guglielmo il Conquistatore alla impresa contro i Sassoni d'Inghilterra, gli mandò unitamente alla bolla d'investitura la bandiera benedetta, e l'anello di oro con un capello di san Pietro. THIERRY, Storia della Conquista d'Inghilterra, T. I. p. 269.

      [6] Callisto papa invia in Inghilterra il Cardinale di Crema per bandire la necessità del celibato dei preti. Il Cardinale, convocato il Sinodo, fra le altre bellissime cose diceva: «essere empietà esecrabile che un sacerdote fosse tanto temerario di toccare il corpo di Gesù Cristo, uscendo dal lato di una bagascia (così egli chiamava, senza cerimonie, le mogli dei preti). Gli uffiziali di giustizia, mossi dalle istanze di alcuni ecclesiastici, ch'erano andati vigilando le azioni del predicatore, ruppero nella notte vegnente le porte dell'albergo del buon Cardinale, e lo trovarono giacente a letto con una femmina di partito. HUME, Storia d'Inghilterra, T. I. p. 368.

      [7] «I figliuoli di Dio veggendo che le figliuole degli uomini erano belle, si presero per mogli quelle, che si scelsero d'infra tutte». Genesi, C. VI. v. 2.

      [8] La Chiesa di Lione instituì il dogma della Immaculata Concezione nel 1134. San Bernardo le mandò una epistola, severamente ammonendola contro coteste nuovità (epistola 174). Il Concilio di Oxford, nel 1222, lo condannò. I Domenicani parteggiarono per San Bernardo, furono contrarii i Francescani. Giovanni XXII, sotto pena di scomunica, vietò a tutti i fedeli trattenersi in simile controversia.

      [9] Raccolta di Sonetti col titolo: Per donne romane, rime di diversi—stampata in Bologna a quel tempo

      [10] _Voi che portaste già spada, e pugnale,

       Stocco, daga, verduco, e costolieri_.—BERNI.

      È voce affatto spagnuola. Verdugo in Ispagnuolo significa Carnefice

       Indice

      IL SUOCERO.

      …………il maligno

       Che in lei strada sì larga aprir si vede,

       Tacito in sen le serpe, ed al governo

       Dei suoi pensieri lusingando siede:

       E qui più sempre l'ira, e l'odio interno

       Inacerbisce……

      TASSO, Gerusalemme Liberata.

      —Io mi vo' chiarire da me stessa, esclamò Luisa con gesto risoluto. Poi si acconciava alla meglio le vesti dimesse: trasse fuori della cassa una mantiglia di seta nera per avvilupparvisi dentro; e, raccomandati i fanciulli alla unica fantesca che teneva in casa, ammonendola più e più volte che non li perdesse di vista, se ne andò difilato al palazzo del suocero.

      Giunta nell'anticamera notò come gli staffieri la sbirciassero sott'occhio, reputandola femmina di piccolo affare; e forse già stavano per straziarla con motteggi plebei, quando la gentildonna troncò a mezzo cotesti sguardi, e favellii villani; imperciocchè andando loro incontro, con signorile atteggiamento comandasse:

      —Avvertite il Conte don Francesco, che donna Luisa Cènci sua nuora si è recata al suo palazzo per visitarlo… e che adesso sta aspettando in anticamera…

      Ora sì che parve ai servi essere usciti dalla padella e saltati su la brace. Non sapevano se dovessero annunziarla, o no: l'un partito e l'altro pieno di pericolo. Tanto era arabico il carattere del padrone, che, se non la indovinavano, il meno che potesse andarne loro stava nel perdere il pane.

      Il pane! Ago magnetico, che conduce più bestialmente delle stesse bestie l'armento dei figli di Adamo.

      Il pane! Nutrimento quotidiano, che gli uomini o più infelici o più bassi dei bruti, troppo spesso non sanno procacciarsi senza delitto, o senza viltà.

      Il pane! Sasso, che la necessità lega al collo ad ogni nobile sentimento per affogarlo nello inferno del male.—Certo fu grande la sapienza, che insinuò nella preghiera domenicale la domanda a Dio di somministrarci il nostro pane quotidiano; ma poichè la troviamo sovente inesaudita, gioverebbe grandemente aggiungervi queste altre parole: e se non puoi, o non vuoi darmi pane, dammi almeno la costanza per morire di fame senza viltà.

      Intanto l'uomo non vuol morire di fame, e stende la viltà sul pane come burro; nè pare che gli turbi lo appetito, o gli guasti la digestione.

      I servi più vecchi, ormai per tre quarti diventati carne di volpe, si restrinsero insieme per avvisare il da farsi, e fu il consiglio corto; imperciocchè uno di loro, ch'era stato cantiniere al Convento del Gesù in Roma, ammiccando degli occhi certo giovane staffiere preso da pochi giorni agli stipendii del Conte, di natura vanitoso anzichè no, profferisse la sentenza: «loda il folle, e fallo correre». A questo fine gli dissero:

      —Ciriaco… da bello… tocca a voi:—vi lasciamo il campo di affiatarvi col padrone;—e poi voi siete giovane, e garbato—noi siamo vecchi, e dei modi che costumano oggi con le Signore non sappiamo niente… sicchè la presentazione della gentildonna vi spetta proprio de jure.

      I vecchi servi tesero la insidia per malignanza, il giovane v'incappò dentro per vanità;—forse col concetto segreto di supplantarli un giorno nel favore del padrone. Tristi tutti, come per ordinario avviene della famiglia dei servi guidata sempre dallo iniquo istinto del pane.

      —Eccellenza, inchinata la persona come il primo quarto di luna, parlò Ciriaco pervenuto al cospetto del Conte;—sta qui fuori certa gentildonna, la quale si annunzia per nuora della Eccellenza vostra, e desidera udienza.

      —Chi, dite voi?—

      Gridò il Conte dando un balzo sopra la sedia. Egli procedeva verso i servi con sembianze sempre severe: oggi poi comparivano paurose; molto più che teneva il volto avviluppato dentro fasce di tela, e nella guancia tumefatta sentisse acerbissimo il dolore della scottatura.

      —La nuora di vostra Eccellenza…

      Il Conte squadrava il servo con occhi così truci, ch'egli sentì venirsi addosso il freddo della quartana: pure, sostenuto dalla virtù del pane, e vie più curvandosi verso terra, soggiungeva Ciriaco:

      —Quantunque non mi sia sfuggito d'occhio che la sua gente, per cento motivi uno più plausibile dell'altro, non va a genio di vostra Eccellenza…

      —Voi avete osservato questo?

      —Questo ed altro, perchè egli è proprio il mio gusto non lasciare nulla inosservato nelle voglie dei miei padroni per antivenire i desiderii loro; ciò nonostante mi parve villania rimandarla, attesa la riverenza della clarissima casa di cui la gentildonna afferma portare lo illustrissimo nome.

      Don Francesco sorrise un tal suo riso di sdegno considerando come quel gaglioffo, a prova di lusinghe, s'ingegnasse insinuarglisi nel cuore; e poichè quegli ebbe posto fine al parlare, egli tenendogli gli occhi fitti nel volto così prese a dire:

      —E qual cosa vi ha dato motivo di supporre che i parenti miei, ed in ispecial modo donna Luisa

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