Spezia. Robert A. Webster

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Spezia - Robert A. Webster

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bocca in una fusione di gusti delicati che mettevano in risalto il budino alla vaniglia e la sua glassa.

      ‘Questo ragazzo ha un talento fenomenale’ pensò Jimmy prima di annunciare “Il ruolo di mio assistente è tuo, giovane Cake”.

      Il cuore di Cake gli batteva all’impazzata nel petto; sapeva che non gli sarebbe più capitata un’occasione simile. Era il suo sogno, ma era consapevole di avere un ostacolo da superare. Quindi sospirò e disse “Mi piacerebbe tantissimo venire a Londra a lavorare per lei Jimmy, ma devo mandare avanti il forno per la mia famiglia”.

      Jimmy sembrava deluso, e guardò Cake quando disse “Se vuoi questo lavoro parlerò con la tua famiglia” gli rivolse un ghigno. “So essere molto persuasivo”.

      Cake sorrise, sembrava un cucciolo entusiasta quando disse “Grazie Jimmy”. Poi controllò l’orologio “La mia famiglia è al piano superiore”.

      ***

      Jimmy e Cake raggiunsero la sezione della pasticceria di Harrods una settimana dopo che la famiglia di Cake aveva dato il proprio benestare, sapendo che si trattava del suo sogno. Jimmy fece fare a Cake un tour del prestigioso negozio. Il ragazzo guardò il contenuto delle vetrine della pasticceria; sembravano opere d’arte. Jimmy gli mostrò la sua stanza negli alloggi del personale situati sul retro dell’edificio, e gli fornì diverse divise decorate dal piccolo ricamo in oro tipico di Harrods.

      Cake aveva l’impressione di aver vinto alla lotteria quando indossò la divisa ed entrò nell’immacolata pasticceria, così efficiente e ben organizzata, in cui ogni pasticcere sapeva quale fosse il proprio ruolo e la propria routine. Cake si sentì intimidito nell’aggirarsi tra i moderni forni e attrezzature.

      “Okay Cake” disse Jimmy. “Da’ un’occhiata in giro e orientati, poi dovresti preparare due dozzine di èclair al cioccolato”.

      “Si Chef!” Rispose Cake felicemente, mettendosi al lavoro.

      Cake impiegò poco tempo ad adattarsi alla sua nuova vita. Lo staff della pasticceria di Harrods inizialmente si comportò freddamente nei suoi confronti. Erano gelosi di lui, e non capivano come avesse fatto un giovane contadino senza qualifiche a ottenere il lavoro invidiabile di assistente del capo pasticcere. Tuttavia, quando assaggiarono le sue torte e paste si resero conto che era meritevole della posizione che ricopriva. Cake lavorava sodo e trascorreva la maggior parte del proprio tempo alla pasticceria.

      La reputazione di Cake si fece strada nel mondo culinario di Londra. Le vendite della pasticceria Harrods aumentarono, e Cake venne presto richiesto dalla concorrenza. Guadagnava bene e faceva ciò che amava fare, il pasticcere.

      Jimmy diventò il suo mentore e insegnò a Cake trucchi e tecniche estremamente preziose. All’Harrods, Cake si sentiva però limitato nello sperimentare. Il menù fisso cambiava raramente, e non c’era spazio per l’innovazione. Cake non si sentiva spronato, e tale posizione si fece presto banale. Riprese con il kick boxing per rompere la monotonia.

      Cake rifiutò però posizioni in pasticcerie e ristoranti prestigiosi, e Jimmy l’incoraggiò ad avanzare con la propria carriera, consigliandogli di cambiare lavoro se si fosse presentata l’opportunità. Ciò accadde quando Cake aveva ventiquattro anni. L’hotel Savoy gli propose di diventare il loro capo pasticcere, ruolo che Cake prese in considerazione.

      Gli offrirono un salario generoso, e avrebbe potuto controllare il menù delle torte e dei dolci, dandogli la libertà di sperimentare con le proprie ricette. Il tal modo però il successo della pasticceria era sulle sue spalle.

      Cake discusse l’offerta con Jimmy, il quale gli suggerì di accettare la posizione.

      ***

      Il Savoy, nonostante fosse stato edificato nel diciottesimo secolo, era un moderno hotel a cinque stelle, da cui Cake restò impressionato in quanto a opulenza e grandezza. La cucina della struttura lo scioccò, poiché il ragazzo era abituato a un ambiente tranquillo ed efficiente. Gli chef si aggiravano di fretta nella cucina come polli senza testa, tutto mentre un capo cuoco basso e grasso urlava loro contro. Quando Cake raggiunse la sezione dedicata alla pasticceria notò che un capo pasticcere stava gridando allo staff avvilito. Il ragazzo si presentò all’uomo, il quale non sembrò per niente turbato dal nuovo membro del team. Il capo pasticcere fece fare un giro a Cake mentre abbaiava ordini ai subordinati.

      Cake non sprecò tempo a mettere in ordine la pasticceria, insegnando le tecniche apprese ai pasticceri e tramandando loro le proprie ricette, controllando sempre ogni piatto destinato al servizio. Licenziò l’assistente del capo pasticcere, e l’area di lavoro si fece serena e ben organizzata, a differenza della cucina principale dove regnava il caos e dove i capo cuoco megalomani urlavano contro ai loro galoppini. Si rivolgevano però a Cake con rispetto, consapevoli che a differenza di quest’ultimo, loro non erano essenziali.

      A Cake piaceva fare delle passeggiate lungo il Tamigi, e spesso si chiedeva l’origine dei propri sensi accentuati. Voleva scoprire di più al riguardo, quindi andò dal Dottor Arnold Sagger, un eccellente specialista genetico e fisico della clinica Harley Street, che prese da Cake dei campioni di DNA per parentesi e suscettibilità.

      I risultati stupirono il dottore. Cake era dotato di oltre un terzo in più di recettori olfattivi rispetto ad altri esseri umani e alla maggioranza dei mammiferi.

      Il dottore aveva svolto delle ricerche su certi individui come ad esempio un sommelier italiano dotato di 980 geni recettori, qualcuno in più rispetto alla media negli esseri umani, che si aggira sui 900. Cake ne aveva più di 1400, qualcuno in meno dei topi che al massimo sono dotati di 1500 geni olfattivi.

      Il dottore era sembrato entusiasta quando aveva chiesto a Cake di studiare il suo caso e di svolgere ricerche sulla sua mutazione genetica, ma restò deluso dal fatto che Cake rifiutò tale proposta in quanto si sarebbe sentito un X-Men. Era solamente un ragazzo con un senso elevato, di cui ora aveva compreso il motivo, ed era tutto ciò che gli serviva sapere.

      Cake rimase al Savoy diversi anni, e il suo nome divenne sinonimo di ottima pasticceria. La sua reputazione venne resa famosa grazie ad articoli pubblicati su riviste di pasticceria dove veniva definito ‘Il Fenomeno della Pasticceria’. Il Principe Carlo si faceva recapitare regolarmente le paste di Cake a Clarence House.

      Cake uscì diverse volte con alcune chef, che aveva trovato noiose e aveva convenuto che odorassero di grasso di cottura.

      ***

      Diversi anni più tardi il Savoy cambiò gestione, e l’hotel venne acquistato da una multinazionale. Le uniche preoccupazioni diventarono quindi i soldi, il profitto e il fissare degli obiettivi e un budget. Cake trascorse quindi più tempo tra le scartoffie piuttosto che a fare ciò che amava fare, il che finì per demoralizzarlo. Aveva ricevuto molte altre offerte di lavoro, e dopo averle discusse con Jimmy, accettò la proposta di un nuovo hotel a Richmond, Greater London. All’Avalon avrebbe guadagnato tanto quanto al Savoy, bonus esclusi, e avrebbe potuto gestire la pasticceria senza doversi occupare delle scartoffie in quanto gli avrebbero assegnato un responsabile. Il Savoy offrì a Cake un aumento importante di stipendio, così come un bonus rilevante affinché restasse, ma Cake rifiutò e si licenziò.

      A Cake piaceva lavorare all’Avalon. Ora trentenne, era a proprio agio con la libertà e la responsabilità.

      Ottenne la cintura nera di kickboxing prima di licenziarsi dal Savoy; dopo aver iniziato all’Avalon s’iscrisse al Club Tojo di kickboxing, che aveva sede nella palestra del vicino Kings Leisure Centre.

      Osservò

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