Spezia. Robert A. Webster
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Una donna attraente lo raggiunse e gli sorrise.
Cake rispose al gesto e pensò ‘Ooh, è gentile e troppo carina per essere una kickboxer. Forse è una fan’ le rivolse un ghigno.
“Che cosa vuoi?” Domandò improvvisamente la donna in un accento cockney.
“Vorrei entrare nel club di kickboxing” rispose Cake.
“Perché?” Domandò la donna. “Pensi di essere tosto?”
I presenti osservarono la scena con un sorriso in volto.
“Abbastanza tosto” disse Cake, preso alla sprovvista dai modi di fare così schietti della donna. “Sono una cin…”
La sua frase venne interrotta quando lei lo colpì al naso.
Cake la guardò scioccato quando fece per attaccarlo nuovamente. Cake fermò il pugno, quindi lei gli diede un calcio alla gamba prima d’indietreggiare e sistemarsi in posa di slancio.
“Prima lezione” disse la donna “Non abbassare mai la guardia”. Poi scattò in un attacco spietato, prendendo Cake a pugni; per quanto ne schermasse la maggior parte ne subiva comunque molti. Ora arrabbiato, si vendicò prendendo a pugni e calci la donna, la quale bloccò ognuno dei suoi attacchi prima di raggiungerlo nuovamente al naso. Cake si stava adirando. La donna se ne accorse, quindi raddrizzò la schiena e gli sorrise.
“Sì okay, puoi entrare nel club. Ma dobbiamo lavorare sulla tua difesa e sul karma; è stato troppo facile farti andare in collera e farti sbagliare”.
Cake rivolse un’occhiataccia alla donna, e poi guardò gli altri atleti che stavano ridacchiando nell’osservare la coppia.
“Mi chiamo Jade” disse lei, tendendogli la mano. “Sono l’istruttrice capo”.
Cake era un po’ alterato, quindi rivolse uno sguardo furioso alla donna. “Quindi attacchi tutti quanti? Che cosa sarebbe successo se non fossi stato in grado di difendermi? Fortunatamente sono un kickboxer”.
Jade ridacchiò prima di rispondere “Non attacco tutti quanti, solo quelli presuntuosi, Signor Cintura Nera”. Indicò il borsone di Cake, alla cui maniglia era annodata la cintura nera decorata dall’ampio ricamo di cotone che simboleggia lo Zendo.
Cake guardò il borsone prima di sorridere alla donna.
“Oh!” Tentennò lui dall’imbarazzo. “Sono Ben, ma tutti mi chiamano Cake”.
***
Dopo il contatto iniziale, Cake e Jade andarono subito d’accordo. Cake trovava Jade intrigante, umile, e non odorava di grasso di cottura. Jade trovava Cake un uomo gentile, umile e attraente. Tutti si resero presto conto che i due si stavano innamorando, gli sguardi che si scambiavano parlavano chiaro. I frequentatori della palestra scommisero su chi avrebbe avuto il coraggio di chiedere di uscire a chi. Nonostante provassero sentimenti forti uno per l’altra, erano entrambi timidi, e non si resero conto di che cosa provasse la controparte.
Cake non riusciva a smettere di pensare a Jade, e le sessioni di kickboxing diventarono il clou delle sue settimane.
I dipendenti del salone di bellezza dove lavorava Jade si ritrovarono in una discoteca in occasione della festa di Natale, e la ragazza invitò anche i kickboxer. Cake si sentì un po’ a disagio nell’ampio locale. La festa fu la solita storia, con i presenti separati in piccoli gruppi. Jade notò che Cake era visibilmente a disagio e fuori luogo, come un cucciolo abbandonato. La ragazza si distaccò quindi dai colleghi e raggiunse Cake. Quest’ultimo se ne stava in disparte con una bottiglia di Bacardi Breezer in mano mentre osservava la pista da ballo gremita.
“Sono contenta che tu sia riuscito a venire” gridò Jade, sovrastando la musica.
“Grazie per avermi invitato”.
Seguì un silenzio tra i due con in sottofondo la musica spacca-timpani. Nessuno di loro seppe cosa dire, e i due si fissarono per diversi secondi fino a quando Jade disse “Hai un buon odore, cos’hai su?” Riferendosi al dopobarba di Cake.
Cake sembrò rifletterci, le rivolse un ghigno e poi rispose “Quello che ho fra le gambe, ma non penso che tu sia in grado di fiutarlo” e scoppiò a ridere.
Jade sembrò confusa, ma poi capì. Fu sufficiente a rompere il ghiaccio, quindi Jade ridacchiò e disse “Beh, sarebbe un peccato sprecare un alzabandiera”. Jade gli sottrasse la bottiglia di mano e la posò sul tavolo.
“Andiamocene, vieni con me in un posto più tranquillo” disse lei, e poi suggerì “Andiamo a casa mia”.
La coppia camminò mano nella mano, uscendo dalla discoteca con i kickboxer che esultarono.
Jade aveva qualche anno in più di Cake, i capelli marroni mossi, gli occhi castani e i tratti sbarazzini. Ricordava una Catherine Zeta-Jones più bassa e muscolosa. Cake era meravigliato dal corpo femminile e ben definito di lei, che ammirò per bene quando una fredda mattina di Natale i due si ritrovarono nudi tra le braccia l’uno dell’altra nel letto singolo di Jade al suo appartamento al piano superiore del salone di bellezza.
A Cake venne la nausea quando i forti odori chimici che aleggiavano nel locale al piano terra gli raggiunsero le narici. Era quasi in grado di captare il medesimo lezzo su Jade, la quale tuttavia aveva un profumo molto migliore delle chef con cui era uscito.
Si trattò della prima vera relazione per entrambi. Cake e Jade divennero inseparabili, trascorrendo insieme tutto il loro tempo libero. Cake disse a Jade del proprio olfatto super sviluppato, informandola di non essersi comportato come un coglione sfacciato quando le aveva detto di non potersi trattenere da lei di notte a causa dei forti odori. Il fetore di ammoniaca presente nella tinta per capelli gli faceva venire i conati di vomito.
Entrambi guadagnavano bene, ma a causa dei prezzi astronomici del mercato immobiliare londinese, Cake si iscrisse a gare di pasticceria per poter acquistare un appartamento il prima possibile.
La coppia accumulò una cifra considerevole, e accesero un prestito ipotecario su uno sciccoso appartamento a metà strada tra l’Avalon e il salone di Jade a Knightsbridge.
Erano follemente innamorati, e si godettero la loro vita insieme, intenzionati a sposarsi quando sarebbero stati sufficientemente sistemati per metter su famiglia.
Per il momento però erano contenti di godersi le luci della ribalta del Fenomeno della Pasticceria, con Cake che vinceva ogni competizione a cui partecipava.
Jade sorprendeva Cake di frequente. Era una parrucchiera di successo con uno spiccato senso dello humor e uno strano interesse per l’orrore, come apprese Cake quando Jade scrisse un romanzo su un cocainomane che sniffava le ceneri di un vampiro disintegrato, mutando in Keith Richards. Romanzo che aveva pubblicato.
Cake a quel punto lavorava all’Avalon da tre anni, e si era costruito una reputazione di prima classe. Quando i proprietari avevano annunciato di aver venduto l’hotel a una grande multinazionale, a Cake tornò alla mente l’esperienza al Savoy e decise che fosse il momento di passare oltre. Quindi consegnò le proprie dimissioni appena prima di ricevere il premio per il Pasticcere dell’Anno.
Ricevette delle offerte particolarmente remunerative, oltre alla proposta dell’Avalon di aumentargli generosamente