Visione D'Amore. Dawn Brower
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L’aveva sentito dire dalla moglie dell'ambasciatore. Lei e suo marito avevano giusto ricevuto un invito per quella sera, ma lo avevano rifiutato.
L’uomo la ignorò completamente e si rimise a scrivere. Poi, senza nemmeno alzare gli occhi dal suo taccuino, disse:
“Dierk non è ancora tornato e non potrebbe accompagnarvi, e io ho troppe cose da fare. Per cui non ci andrete.” La guardò di nuovo, con insofferenza. “Qui si lavora, mia cara, e nessuno di noi ha tempo per queste…frivolezze. Trovate un altro modo per passare tempo. Sono sicuro che, quando il vostro fidanzato tornerà, avrà piacere di accompagnarvi dove volete.”
Doveva riuscire a convincerlo. Andare all'opera era il primo passo per entrare in quella maledetta società e capire come andavano realmente le cose. Doveva ingraziarsi i Tedeschi che contavano e guadagnarsi la loro fiducia, altrimenti non avrebbe mai potuto combinare nulla. In quale altro modo avrebbe potuto scoprire i piani sulla deportazione degli Ebrei, se non diventare amica di quelli che contavano? Decise di insistere.
"Non potrebbe accompagnarmi il signor Arthur Jones? Con lui sarò protetta…e mi piacerebbe tanto vedere quell’opera, padre! Sono qui da una settimana e…mi annoio!” In fondo si trattava di un’opera Tedesca, e la figlia di un alto funzionario Americano che si recava a vedere uno spettacolo di un artista considerato un genio nella sua patria doveva risultare gradito ai nazisti! Si augurava che suo...padre lo capisse: era convinta che simpatizzasse per il nazismo.
Edward alzò lo sguardo e finalmente si concentrò su di lei. “Davvero volete andare a vedere quell’opera? Non avrei mai pensato che i compositori Tedeschi v’interessassero.” Sì! Bersaglio centrato!
Anya si vestì da timido agnellino. “Sto imparando tante cose, negli ultimi tempi. Dicono di Wagner che sia un artista illuminato."
Ottimo! Non avrebbe potuto trovare parole più azzeccate! Dopotutto, a un uomo come il padre di Ana poteva far comodo una figlia che simpatizzasse per gli ideali nazisti. Non l’aveva forse fidanzata a uno dei gerarchi Tedeschi?
"Dubito che in quella deliziosa testolina possa entrare qualcosa di diverso da abiti e fronzoli. Cosa sperate d’imparare andando all’opera? Siete una femmina.” disse l’uomo, con aria beffarda.
Anya strinse i denti. Quanto l’odiava! "Avete ragione, padre. Ma mi piacerebbe davvero avvicinarmi alla cultura Tedesca. In fondo…diventerò la moglie di un ufficiale, dovrei pur condividere i suoi interessi e le sue ideologie.” In questo non mentiva. Voleva davvero toccare con mano la follia nazista, altrimenti non avrebbe avuto armi sufficienti per combatterla.
L’uomo sembrò colpito. Il discorso di sua figlia non faceva una piega. “Va bene. - capitolò - Voglio accontentarvi.“ Posò la penna. “Dirò al signor Jones di accompagnarvi. Ma dovete tornare subito a casa, non appena finito lo spettacolo. D’accordo?”
"Vi obbedirò, padre." rispose Anya, puntando discretamente lo sguardo verso il pavimento. Non era così che si comportava una brava bambina che aveva appena ricevuto un regalo? L’uomo infatti apprezzò, e si rimise a scrivere soddisfatto.
Bene. Se lo avesse guardato con sfrontatezza, quell’uomo non gliel’avrebbe fatta passare liscia. Non era lei ad avere vinto con la sua insistenza, ma lui ad averle concesso qualcosa per la sua magnanimità. Almeno così ragionava quell’uomo, stando ai discorsi che aveva fatto con Ida. E di certo quella non era una donna che mentiva. Povera Ana! “Tornerò subito dopo lo spettacolo, senza attardarmi a parlare con nessuno.” aggiunse.
"Perfetto. - disse l’uomo - Ora andate. Ho già perso troppo tempo con voi e le vostre fantasie infantili.”
Che persona disgustosa! Si rivolgeva alla figlia come se lei non contasse proprio niente, come se fosse un grazioso cagnolino senza cervello da esibire per i propri interessi e basta! Anya pensò che avrebbe dovuto adoperarsi per cambiare l’immagine femminile nel collettivo maschile…ma non prima di avere fatto qualcosa per gli Ebrei. Quella era la sua priorità.
Anya annuì e lasciò la stanza, tra la completa indifferenza di suo padre. Comunque, non avevano nient'altro da dirsi, e lei doveva assicurarsi che il suo piano proseguisse senza intoppi. Per fortuna, il suo fidanzato era lontano, altrimenti le sarebbe stato difficile ingannarlo. Ma ben presto avrebbe avuto il piacere di conoscere Dierk Eyrich. L’idea era di riuscire a manipolarlo, entrare nelle sue grazie per farsi raccontare dei segreti, o comunque ottenere informazioni importanti per la sua causa. Sarebbe stata una fidanzata dolce e devota, e gli avrebbe carpito nell’intimità tutto quello che voleva sapere. Non era certo un’attrice…ma aveva visto tanti di quei film, nella sua epoca!
Rifece all’indietro tutto il corridoio e tornò nella sua camera da letto. Ora che aveva ottenuto il permesso, doveva prepararsi per la serata. Per prima cosa, avrebbe dovuto scegliere l’abito adatto. Poi si sarebbe fatta un bel bagno e infine…l’Opera, con quel fusto di Arthur Jones. Andava allo spettacolo per fini sociali, ma ciò non significava che non dovesse farsi bella e divertirsi un po’…
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