I Cowboy Di Carla. Bella Settarra
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Читать онлайн книгу I Cowboy Di Carla - Bella Settarra страница 4
Dovrò decidere come far avere i soldi al Signor Roberts, ma almeno per adesso sono al sicuro.
“Ti dispiace se mi unisco a te?”
Alzò lo sguardo e lo affondò negli occhi più verdi che avesse mai visto. Un grande sorriso li accompagnava e il corpo sotto di essi era di quelli per cui svenire. Carla sentì una sensazione calda e confusa nello stomaco mentre annuiva senza parole e guardava il dio abbronzato e muscoloso sedersi di fronte a lei. Poteva sentire l’odore speziato del suo dopobarba mentre lo respirava come se fosse la sua fonte di vita.
“Ehi, Matt, cosa posso portarti?” cinguettò la giovane cameriera, sorridendogli. Doveva averlo visto arrivare.
“Prendo un hamburger Maisie, per favore. Vacci piano con le cipolle, però… potrei voler baciare qualcuno prima che la giornata finisca.” Ridacchiò e la cameriera alzò gli occhi al cielo con un sorrisetto. “Vuoi anche del caffè?”
“C’è bisogno di chiederlo?”
La giovane non si prese nemmeno la briga di annotare l’ordine, si limitò a ridacchiare e tornò al bancone.
“Ciao, sono Matt Shearer. Sei nuova in città?” Il suo sorriso era contagioso e i suoi occhi erano ammalianti.
Carla sorrise. “Carla Burchfield.” Le parole uscirono dalla sua bocca prima che avesse il tempo di pensare – non che fosse semplice pensare con quel bel fusto di fronte a lei, comunque – e silenziosamente si maledì per non avergli dato un altro nome.
“Piacere di conoscerti, Carla.” La mano forte di Matt si allungò sopra il tavolo e lei non riuscì a resistere alla tentazione di stringerla. Sentì una scossa elettrica attraversarla mentre si toccavano, e la sensazione di calore dentro di lei si accese come una fiamma ardente. “Pensi di restare nei dintorni?”
Carla aveva la lingua annodata per la sua bellezza. L’uomo aveva i capelli folti e scuri che gli scendevano in morbide onde intorno al collo e la corta barba sul mento gli donava un’aria selvaggia che lei trovava totalmente irresistibile. Indossava i jeans e una camicia grigia parzialmente sbottonata, che lasciava intravedere alcuni peli scuri sul petto. Annuì.
Il cibo ordinato arrivò e si lasciarono andare lentamente la mano mentre lui prendeva le posate. La cameriera sorrise mentre raccoglieva il piatto vuoto di Carla, ma non disse niente.
Carla sorseggiò il suo caffè mentre guardava il ragazzo meraviglioso concentrato sul cibo.
“Allora, Carla. Che cosa fai a Pelican’s Heath?”
La sua domanda la spaventò per un secondo, lasciandola senza fiato. “Tutto quello che riesco a trovare” gli disse, il più casualmente possibile.
“Cercano qualcuno all’emporio se sei alla ricerca di un lavoro.” Sorrise mentre glielo diceva, ovviamente notando come lei lo stesse osservando mangiare.
Si leccò le labbra lentamente e Carla sentì il fuoco dentro di sé trasformarsi in un incendio. Non ne capiva il motivo ma le piaceva l’idea di lavorare lì e di vederlo in giro tutto il tempo.
“Davvero?” Carla non riusciva a credere a quella fortuna. “Ho lavorato in una farmacia, in passato. Pensi che mi prenderanno?”
“Vale la pena provare. Ti dico una cosa: verrò lì con te, se vuoi, e metterò una buona parola.” Le strizzò l’occhio e lei sentì qualcosa muoversi dentro di sé, un po’ più in basso della sua pancia. Oh, cavolo!
“Non mi conosci” gli ricordò, finendo la sua bevanda. “Grazie per l’informazione, comunque, potrei fare un tentativo.”
Obbligò i suoi piedi a muoversi e prese un respiro profondo mentre si allontanava da Matt Shearer… e dalla tentazione!
Capitolo Due
“Il lavoro è tuo, se lo vuoi.”
Il cuore di Carla sussultò e le venne voglia di abbracciare la signora dietro il bancone. “Grazie infinite.” Era un sollievo che la donna non le avesse chiesto referenze o informazioni sugli impieghi precedenti, anche se Carla aveva casualmente accennato al fatto che in passato aveva lavorato in vari negozi.
“Vuoi iniziare subito? Non ho ancora fatto la pausa pranzo ma non ci vorrà molto tempo per mostrarti come usare il registratore di cassa.”
“È proprio come quello che usavo io,” rispose Carla allegramente. “Anche se potrei essere un po’ arrugginita.”
La donna scoppiò a ridere. “È come andare in bicicletta, cara.”
“Grazie di cuore, Signora Bellingham. Le sono davvero riconoscente.”
“Oh, no, chiamami Delores, lo fanno tutti.” Il suo nuovo capo le diede un colpetto sul braccio in modo amichevole. “Frank è nel magazzino, se hai bisogno di qualcosa. Vado a chiamarlo.”
Mentre andava a chiamare il marito nel retro, Carla diede una veloce occhiata al negozio. Sembrava che vendessero un po’ di tutto, dal pesce al filo di metallo. Sorrise. Il locale era pulito e ordinato e tutto era etichettato. Pensò che le sarebbe davvero piaciuto lavorare lì.
“Ciao, tu devi essere Carla, dico bene?” Un uomo con i capelli bianchi e un grande sorriso le andò incontro.
“Sì, signore. Ho iniziato oggi.” Carla gli strinse la mano ricambiando il sorriso.
“Beh, benvenuta a bordo. Delores fa tutto il lavoro qui mentre io mi occupo del retro. Se hai bisogno di qualcosa chiamami in qualsiasi momento, senza preoccuparti di disturbarmi.”
Frank era una persona amichevole e Carla lo prese immediatamente in simpatia. “Grazie, signore, lo farò.”
Delores tornò dal retro con una borsa in mano. “Sono felice di vedere che vi state conoscendo. Ho un paio di commissioni da fare, e avere due mani in più renderà la mia vita molto più facile d’ora in poi. Non mi ci vorrà molto.” Fece l’occhiolino a Carla mentre si dirigeva verso la porta d’ingresso. Era una donna molto in carne e riuscì a stento a passare dalla stretta corsia del piccolo negozio.
“Beh, se ti va bene tenere d’occhio qui io vado ad accendere il bollitore.” Frank sorrise ancora mentre scompariva nel retrobottega.
Carla si guardò intorno tra gli scaffali, cercando di familiarizzare con la disposizione dei prodotti. Era tutto molto pulito e immaginò che Delores fosse meticolosa riguardo l’ordine. Il pavimento era lucido e non c’era un solo granello di polvere sugli scaffali. Tornò dietro il bancone. Le buste di carta erano appese ai ganci in base alla grandezza e vide anche dove veniva conservata la carta per avvolgere il pane. Su uno scaffale sotto il bancone c’era un piccolo cestino, contenente nastro adesivo, forbici, una pistola spara-prezzi e alcuni rotoli di riserva per gli scontrini. Sorrise per il modo in cui tutto era in perfetto ordine.
Il campanello sopra la porta suonò per avvertirla che qualcuno era entrato nel negozio e quando alzò lo sguardo vide un paio di splendidi occhi verdi e familiari che si muovevano verso di lei. Matt.
“Hai