Attenti Alle Timide Bamboline. Dawn Brower

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Attenti Alle Timide Bamboline - Dawn Brower

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agguantò il petto. Teddy cercò di divincolarsi, ma l’uomo la teneva stretta in una morsa.

      "Lasciatemi andare…" lo implorò lei. Perché le stava facendo del male? Sperò nel profondo del suo cuore che lui non la costringesse a fare qualcosa…di immorale! Sapeva che talvolta gli uomini forzavano le donne a soddisfare le proprie voglie. Una volta aveva sentito una cameriera piangere perché qualcuno l’aveva obbligata a…una di queste cose. Teddy aveva provato un tale terrore, quel giorno, che da allora era sempre stata attenta. Ma adesso…

      "Quando avrò finito con te dovrò assicurarmi che terrai la bocca chiusa!" ghignò l’uomo.

      Lei gli mollò uno schiaffo in faccia. "Ho detto che non ho sentito niente."

      "Non ti credo - disse l’uomo, massaggiandosi la guancia - Sei coraggiosa, ragazzina. Mi piacciono le femmine che combattono. Ma non otterrai altro che farmi eccitare ancora di più. Ti prenderò con più gusto.”

      Un lampo illuminò la faccia dell’uomo per un attimo. Teddy poté vedere un luccichio malvagio nei suoi occhi: quel mostro non si sarebbe fermato davanti a niente! Nulla gli avrebbe impedito di fare quello che aveva in mente.

      Fu scossa da un tremito irrefrenabile. Era così grosso e forte… Che possibilità aveva, lei, di difendersi? L’avrebbe violentata e rovinata per sempre. Come avrebbe potuto vivere, dopo?

      "Lasciate andare mia figlia!" esclamò qualcuno. Teddy si voltò e riconobbe suo padre accanto alla porta. Impazzì dalla felicità al vederlo: era un po’ traballante, ma la sua voce risuonava forte e chiara.

      Teddy avrebbe voluto scoppiare in lacrime, ma si trattenne. Ci sarebbe stato tempo, per piangere. Suo padre era venuto a salvarla dalle grinfie di quell’uomo!

      "Non posso. - rispose l’uomo - Credo che ci abbia sentiti.”

      “Teddy è una brava ragazza. Non origlia le conversazioni e, anche se lo avesse fatto, terrebbe a freno la lingua. Lasciatela andare."

      "Bene. - si arrese l’uomo, mollando la presa sulla ragazza - Ma se si azzarda a dire qualcosa… giuro che la ucciderò!"

      La lasciò andare e Teddy cadde a terra. Strisciò sulle mani e sulle ginocchia per allontanarsi, poi si afferrò al bordo del tavolo e si mise in piedi.

      "Tornate a letto. - le intimò suo padre, senza il coraggio di guardarla - E rimaneteci fino a domattina!”

      Teddy non se lo fece ripetere due volte. Sgusciò via senza più pensare al suo libro. Era in preda allo shock e tremava violentemente. Si sarebbe svegliata piena di lividi il mattino dopo…se mai fosse riuscita a prendere sonno. Corse come una pazza fino in camera sua, e si chiuse dentro a chiave. Poi si buttò sul letto e scoppiò in singhiozzi. Gli occhi le bruciavano dall’ansia e dalla paura. Continuò a piangere finché non cadde addormentata.

      Quella era una notte che non avrebbe mai dimenticato, nemmeno se ci avesse provato. Aveva capito che non bisognava mai avere fiducia nei maschi. Il loro unico pensiero era quello di approfittarsi delle fanciulle indifese e di far loro del male. Decise che non avrebbe mai amato nessuno, e che non si sarebbe mai legata ad un uomo. Altrimenti i maschi avrebbero preso il dominio su di lei, e le avrebbero rovinato la vita. Meglio vivere da zitella. Aveva la sua famiglia, le sue sorelle e il fratello che le avrebbero sempre voluto bene, e le sarebbero stati vicini: non aveva bisogno d’altro. E si sarebbe mantenuta da sola.

      PRIMO CAPITOLO

      Tre anni dopo

      Una goccia di sudore scese lungo la fronte di Teddy. Perché faceva così caldo? Non riusciva ancora a credere di essersi lasciata convincere a fare una cosa simile. Billie era sposata da due anni ed era felice e beata, e si augurava che anche Teddy potesse trovare l’uomo della sua vita. Sua sorella non si era mai fermata a riflettere su cosa lei desiderasse davvero.

      Non voleva farsi un’altra stagione di balli, e non era interessata ai begli abiti: tantomeno a eventuali pretendenti. Teddy non aveva alcuna intenzione di legarsi a un uomo o di donarsi a lui. Rimanere una zitella era per lei l’unico modo di sottrarsi a un destino a cui nessuna donna doveva sottomettersi: il matrimonio. Era un'istituzione nata solo per dominare le donne, e lei si rifiutava assolutamente di piegarsi.

      "Ahi!" si lagnò.

      "Dolente, mia signora. - disse una delle sarte, che le stavano prendendo l’orlo del vestito - Ma vi prego di restare ferma, altrimenti è inevitabile che verrete punta dagli spilli.”

      "Ci sto provando! - esclamò lei, stizzita - Ma quanto altro tempo ci vuole?”

      Erano ore che si trovava nel retrobottega dell’elegante negozio di modista di Madame Auclair, per gli ultimi ritocchi a quel maledetto abito.

      "Abbiamo quasi finito, milady. - intervenne Madame Auclair - Ancora un attimo e poi potremo liberarvi.” Il suo accento francese era forte, mentre parlava. "Vi prego, ancora un attimo di pazienza.”

      Teddy detestava tutto ciò. E detestava dover fare la difficile. Non tollerava quella continua necessità di rifarsi il guardaroba. Perché non poteva semplicemente ritirarsi in campagna a vivere da zitella…e vestirsi come le pareva? Non desiderava altro. Se solo sua sorella l'avesse ascoltata davvero…

      "Ho consumato tutta la mia pazienza, ormai!” si lagnò ancora. Chiuse gli occhi e contò fino a dieci, sperando che, quando avesse finito la conta, sarebbe tutto finito.

      "Non è vero, cara sorella! - esclamò Billie, apparendo sulla soglia - Quando volete, siete capace di sfoderare una pazienza incredibile! Il fatto è che non ne volete proprio sapere di questo nuovo abito…perché detestate le feste da ballo.” Billie si rivolse a Madame Auclair e chiese: "Avete finito, madama?”

      "Ecco qui! - confermò Madame Auclair - Un altro spillo e ... ecco. Possiamo anche togliere l'abito, ora. "

      Teddy tirò un sospiro di sollievo. "Grazie al cielo ... mi sentivo soffocare!"

      "Che esagerazione! - esclamò Billie - Di solito non siete così melodrammatica! Lasciate queste commedie alle gemelle."

      A Chris e Carly piacevano le tragedie romantiche. Per fortuna, fino alla fine della scuola, sarebbero rimaste lontane dai guai e, si sperava, avrebbero imparato anche un po’ di buone maniere. Di sicuro non sarebbero mai diventate delle signorine per bene, ma almeno si sarebbero moderate. Carly era la più indisciplinata, ed era sempre lei a trascinare nei guai la povera Chris.

      “Per fortuna sono fuori dai piedi, e non mi vedranno cadere faccia a terra, se qualcuno m’invitasse a ballare. Sapete bene che si burlerebbero di me per tutta la vita!”

      "Può darsi. - disse Billie, agitando la mano con fastidio - Comunque non importa, tanto sono lontane da qui. Io invece ci sono, e vi assicuro che vi starò sempre al fianco.” Madame Auclair e le sue assistenti aiutarono Teddy a togliersi il vestito e lo sistemarono con cura sul divanetto apposito, per sistemarlo definitivamente più tardi.

      "E comunque…una stagione da ballo non è così grave, come credete. Alla fin fine potrebbe risultare perfino… divertente."

      "Divertente?" Teddy inarcò un sopracciglio. “Voi ed io abbiamo idee diverse riguardo il…divertimento. Fare da tappezzeria e tenersi in mano un carnet vuoto non sarà affatto divertente! Oh, l’ho già fatto l’anno scorso, perché devo farlo

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