Attenti Alle Timide Bamboline. Dawn Brower

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Attenti Alle Timide Bamboline - Dawn Brower

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il duca a gran voce, con tono beffardo - Mi dispiace dirvelo, amico mio, ma siete già nell’occhio del ciclone. Guardatevi intorno. Hanno i loro occhi avidi puntati su di voi. Siete ricco, nobile e di antico lignaggio. Qualsiasi donna scenderebbe a patti con voi, pur di costringervi a impalmare la figlia…” E ridacchiò di gusto.

      Ezra alzò gli occhi al cielo. "E voi sareste il mio miglior amico? Non vi riconosco più!” esclamò.

      "Sono la stessa persona di sempre. Solo che questa volta…vi sto dicendo la verità.”

      Ezra sospirò. Odiava ammetterlo, ma Graystone aveva ragione.

      "Vedo. E purtroppo avete ragione. Chiaramente lo sanno che sono qui solo per fare da cavaliere a mia sorella, ma di sicuro ce la metteranno tutta per presentarmi le figlie e costringermi a fare almeno un ballo.” Era proprio questo che gli rendeva odiose quelle feste. “Comunque, la mia idea sul matrimonio non cambia. Non intendo sposarmi e non mi sposerò. La loro è una partita persa.

      "Attento…- ridacchiò Graystone - Anch’io ero convinto che non mi sarei mai sposato. Il matrimonio era fuori programma per me, ma poi è arrivata Billie e tutto è cambiato. Non potete ipotecare il futuro. Se avrete mai la fortuna di incontrare la donna giusta, vedrete che l’amore diverrà il centro della vostra vita e capitolerete. Ne sono più che sicuro.”

      Ezra non voleva discutere con il suo amico. “Sono felice per voi, Greystone. Evidentemente avete trovato l’amore, ma io ne starò alla larga. Non ho alcuna intenzione di rovinarmi la vita.”

      Che idiozia, il romanticismo! E per quanto riguardava il matrimonio…non era per lui.

      I suoi genitori si erano sposati per amore ... o almeno così gli era stato detto. Anche loro erano stati felici per un po’. Poi era finita. Erano cominciati i litigi. Ricordava bene come strillavano e quante se ne dicevano! Lui era solo un bambino e si copriva le orecchie con le mani, per non sentirli. Suo padre si era dato al bere e un giorno era salito a cavallo ubriaco, e si era spezzato l’osso del collo. Fine della storia. Sua madre aveva pianto e si era disperata…ma aveva recitato la parte della vedova inconsolabile solo per poco. Anzi, nel giro di pochi mesi si era completamente ristabilita. A Eszra sembrava quasi…sollevata per la morte del padre. Non lo avrebbe mai dimenticato. Quella brutta sensazione gli era rimasta attaccata addosso come una seconda pelle.

      "Vi lascio alle vostre riflessioni, allora. - disse Graystone, salutandolo - Ma sono sicuro che cambierete idea. Se è destino, troverete l’amore anche voi." Scosse leggermente la testa. "Non si può sfuggire…Nemmeno io volevo innamorarmi di Billie. Non ho fatto che combattere contro i miei sentimenti, ma alla fine non ho resistito. E adesso, non potrei essere più felice.” Si guardò intorno, scrutando la sala. “Ma ora perdonate, sono costretto a lasciarvi. Stanno per aprire le danze e devo trovare mia moglie e sua sorella. Divertitevi."

      Ciò detto, il duca lo lasciò e si mischiò agli invitati. Eszra lo compatì: già lo vedeva al guinzaglio, con sua moglie e la cognata, che le seguiva come un cagnolino. Fece un respiro profondo e si preparò all’assalto. Era tempo di entrare nella fossa dei leoni. Forse sarebbe sopravvissuto al primo attacco della stagione, e sarebbe tornato indenne a palazzo.

      Ma qualcosa gli diceva che quella volta non se la sarebbe cavata.

      SECONDO CAPITOLO

      Ma che cosa c’era di così eccitante in una festa da ballo, per le donne? Teddy scosse la testa e sospirò. Odiava le serate danzanti. A volte era convinta di detestare tutto il genere umano, ma non era così. Amava molta gente, ad esempio i suoi parenti…ma chissà se i parenti non facevano eccezione. Magari era solo apparire in società, davanti a tutte quelle galline, che la metteva in ansia: erano tutte così critiche…Bastava che facessi un piccolo errore di etichetta ed erano là, col dito puntato, a far circolare la notizia…C’era di buono che, fino a quel momento, nessuna sembrava essersi accorta della sua presenza. Per ora Teddy poteva dirsi al sicuro dalle loro lingue velenose.

      Fino a quel momento non poteva dire di aver fatto da tappezzeria per tutta la sera, alla festa di casa Windley, ma era a buon punto. Nessun gentiluomo le aveva chiesto di ballare, e nemmeno aveva guardato nella sua direzione. A Teddy andava bene…anche se un po’ si sentiva ferita nell’orgoglio. In fondo non era male, fisicamente; anzi, si riteneva piuttosto graziosa. Aveva i capelli color miele di sua madre e i suoi stessi occhi blu. La sua figura era snella e aggraziata. Tuttavia, sembrava che fosse addirittura invisibile.

      Pensò di recarsi in biblioteca; tanto, non se ne sarebbe accorto proprio nessuno. Lì avrebbe trovato un buon libro da leggere, per ingannare il tempo. Chiaramente, c’era il problema di sua sorella. Billie avrebbe notato la sua scomparsa. Non subito, ma abbastanza presto. Per ora stava ballando felice con suo marito, e Teddy era l’ultimo dei suoi pensieri. Ma, quando avesse finito di ballare, sarebbe venuta a cercarla e avrebbe tentato di presentarla a qualche gentiluomo.

      Sì, meglio rintanarsi in biblioteca...

      Teddy lasciò la sala da ballo e si diresse nelle ali posteriori del palazzo, che davano sul giardino. Nessuno avrebbe fatto caso a lei. Sarebbe arrivata fino in fondo, come se avesse intenzione di prendere un po’ d’aria, e poi avrebbe svicolato per il corridoio che portava in biblioteca. Forse si era arresa troppo facilmente, ma…meglio così.

      S’imbatté in un coro di voci, poco prima che girasse l’angolo verso la sala che le interessava. Non riusciva a distinguere chi fosse, ma sperò che non l’avessero vista. Non sopportava l’idea di essere additata come topo da biblioteca, e ormai era in tutt’altra direzione, rispetto al giardino. Meglio nascondersi dietro una di quelle enormi piante decorative. Almeno non si era appartata con un uomo: se l’avessero scoperta a fare una cosa simile, per lei sarebbe stata la fine.

      "Lady Windley, - stava dicendo una voce maschile - volevo ringraziarvi per l’invito a questo ballo. Mia sorella Amelia ne è stata entusiasta!”

      "Il piacere è stato tutto mio. - rispose formalmente Lady Windley - Mi auguro che vi stiate entrambi divertendo.”

      L'uomo si schiarì la gola. "Certamente.” sussurrò. Strano: a Teddy sembrò che l’uomo mentisse. Il suo tono era educato, ma celava una nota…di orrore, di disgusto? Tuttavia, fingeva bene. Le sarebbe piaciuto avere il suo talento.

      Comunque sia, quell’uomo sembrava annoiarsi decisamente. Dovette trattenere una risatina, altrimenti quei due si sarebbero accorti della sua presenza. Quel poveraccio doveva essere stato costretto a partecipare al ballo! Sentì quasi un moto di pietà verso di lui, e pensò di toglierlo d’impaccio in qualche modo. Ma alla fine desistette: non aveva alcuna voglia di farsi scoprire.

      "Meraviglioso! Ne sono felice.” tubò Lady Windley. Quella donna aveva delle mire nascoste. Dalla sua voce trasudavano latte e miele! Che aveva intenzione di fare? Sedurlo?

      Teddy lanciò un’occhiatina. No, il gentiluomo sembrava molto più giovane di Lady Windley. Come poteva lui trovarla attraente? Si augurò che non si mettessero ad amoreggiare, mentre lei era ancora lì. Sarebbe stato…molto spiacevole.

      "Ehm, sì ..." Altro che seduzione! Lui aveva tutta l’aria di voler scappare! "E io sono, um, felice per voi…” mugolò l’uomo.

      Teddy non riuscì a trattenersi e scoppiò in una risatina soffocata. Dio, e ora? Sgusciò via velocemente, con una mano sulla bocca. Diamine, che aveva combinato! E dire che stava cominciando a divertirsi. Quella era la cosa più interessante che le era accaduta quella sera…

      "Avete sentito?" esclamò Lady Windley, con un sussulto.

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