Attenti Alle Timide Bamboline. Dawn Brower

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Attenti Alle Timide Bamboline - Dawn Brower

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sentito?"

      Teddy trattenne il respiro. Dannazione. Non avrebbe dovuto perdere il controllo. Si era nascosta un po’ più lontano, ma non poteva infilarsi nel corridoio, altrimenti sì che l’avrebbero notata! E lei…voleva vedere il seguito di quella…scenetta di seduzione.

      "Purtroppo, non mi sono accorto di niente.” si stava giustificando l’uomo. Era evidentemente più sollevato. “Forse, è il caso che ci separiamo, milady. Avrete sicuramente molte cose da fare e…non vedo vostra figlia. Non era in sala, poco fa?”

      "Avete ragione, mio caro. - rispose Lady Windley, visibilmente delusa - E’ meglio che vada a vedere dove si è nascosta. Ci vediamo più tardi in salone?”

      Teddy moriva dalla voglia di vedere in faccia quel tizio. Era chiaro che quella donna gli dava sui nervi e che non vedeva l’ora che se ne andasse. Ma…chi era? E che ci faceva lì se, come sembrava, detestava quel posto e la padrona di casa? Teddy era notoriamente curiosa, e fremeva dalla voglia di saperne di più. Magari, poteva seguirlo e vedere dove andava e con chi si vedeva. Forse, anche il gentiluomo aveva delle mire nascoste.

      "Sicuro. - stava dicendo lui, mentendo anche stavolta - Ma sapete che sono qui per vegliare su mia sorella.”

      "Oh, non temete! Con un fratello come voi, non corre alcun pericolo!” esclamò allegramente la dama.

      Beh, in base alle esperienze di Teddy non era proprio così. Non sempre la propria famiglia è un baluardo contro l’esterno, anzi…E lei lo aveva sperimentato sulla propria pelle.

      "Eh, non si sa mai, cara Lady Windley! - rispose infatti il gentiluomo - Comunque avete colpito nel segno: lei mi definisce il suo mastino da guardia!”

      "Un giorno ve ne sarà grata. Quando sarà abbastanza matura da capire che avevate ragione a volerla proteggere. Non si è mai al sicuro da nessuno…specialmente dai giovanotti!” E ridacchiò. “Tutte le fanciulle credono di saperne di più degli adulti. Bene, allora a dopo. Andrò anch’io a dare un’occhiata a mia figlia. Ma vi reclamo per la fine della serata: mi piacerebbe fare un altro ballo con voi. Sempreché…non troviate detestabile danzare con una vecchia signora…”

      Entrambi risero, poi il gentiluomo salutò la donna con un elegante baciamano e i due si separarono. Teddy tirò un sospiro di sollievo, quando vide che Lady Windley si dirigeva in una direzione diversa rispetto al suo nascondiglio. Meno male! Stava appunto tirando un sospiro di sollievo, quando sentì una voce alle sue spalle, che la fece sussultare per la paura.

      “Bene, bene, cosa abbiamo qui? - esclamò qualcuno, con tono beffardo - Perché ve ne state nascosta qui dietro?”

      Teddy deglutì, quando si voltò e incontrò lo sguardo dell’uomo che aveva parlato: dannazione, era proprio lui! L’unico gentiluomo che le era sempre piaciuto! Chiaramente, non era adatto a lei, ma aveva passato più di una notte fantasticando su di lui. Era bello come un dio e tenebroso come il peccato…

      “Salve, Lord Carrolton. Mi chiedevo appunto la stessa cosa. Che ci fate voi, qui?”

      Ezra fissò la bella donna di fronte a lui. Sembrava conoscerlo, ma lui non ricordava di averla mai vista. E nessuno li aveva mai presentati. Che imperdonabile errore da parte sua! Come aveva fatto a non notare una bellezza simile?

      "Comunque, mi sono nascosta qui dietro per discrezione - sbuffò Teddy - Non avevo intenzione di disturbare il vostro tête-à-tête con Lady Windley.”

      "Ma davvero?” sorrise l’uomo, scoccandole un sorriso ammaliante. Diamine, come faceva a essere così sexy? Lui si chinò su di lei e le sussurrò: “Quindi, stavate spiando. Confessate: speravate di assistere a qualcosa di…compromettente…”

      "Ma cosa dite?” si ribellò Teddy. Poi alzò lo sguardo su di lui…e tutte le sue difese crollarono. “Non avrei mai…” farfugliò.

      "Sì, invece, e lo sapete. State mentendo. Siete arrossita, avete il respiro affannoso e non avete il coraggio di guardarmi negli occhi. Confessate, milady: stavate spiando.” esclamò lui, sornione. E la fissò dritto in faccia.

      Lei si strinse nelle spalle. “Mi sono trovata a passare…e vi ho visti. Mi sono nascosta per educazione. In realtà avevo solo voglia di fuggire dal salone.”

      Lui spalancò gli occhi, deliziosamente sorpreso. “Ma davvero? E come mai? C’era qualcosa che vi turbava, là dentro?”

      "Sì, tutto quanto! - esclamò Teddy, con stizza - Odio queste feste, e non amo ballare! Per me è solo una tortura e non vedo l’ora di tornare a casa!”

      Era così accorata, mentre pronunciava queste frasi, che lui ne rimase colpito. "Credevo che a tutte le signorine piacesse ballare.” esclamò.

      "Vi assicuro che non tutte le donne sono …delle stupide oche!” Si allontanò da lui e corse vero il corridoio. Arrivata a metà si voltò, e lo trovò ancora impalato, là dove lo aveva lasciato.

      “Che fate? Siete in attesa di Lady Windley?" gli disse, scherzosamente.

      "E voi…ancora in attesa di qualche scandalo? Siete sfortunata: non è certo con Lady Windley che mi leverei…qualche capriccetto.”

      Ma…che stava facendo? Stava scambiando frasi allusive, in un luogo appartato…con una fanciulla? Eszra cominciò a sentirsi a disagio. Per quanto quella ragazza fosse avvenente, non voleva ritrovarsi legato a lei, accusato di averla compromessa in qualche modo! Aborriva il matrimonio, e come marito sarebbe stato una frana, tuttavia...quella fanciulla gli piaceva davvero molto…

      "Non ho alcun dubbio che siate un Don Giovanni, signore. Ma vi ripeto: mi son trovata qui per caso.” rispose Teddy, che cominciava ad agitarsi. Sollevò il mento in aria di sfida: non voleva che lui si accorgesse della sua paura.

      Eszra era combattuto. Da un lato voleva fuggire ma dall’altro…non poteva lasciarla andare. Gli sarebbe piaciuto conquistarla e sedurla, anche se solo per divertimento. Fece qualche passo verso di lei, titubante. Poi, vedendo che lei non si muoveva, la raggiunse. Rimasero a fissarsi per un attimo, poi lui si chinò su di lei e le sussurrò:

      "Chissà perché, ma non vi credo".

      Lei scrollò le spalle con nonchalance. “Problemi vostri, signore.” esclamò, con fastidio. Provò ad allontanarsi, ma lui fece un passo verso di lei e la sbatté con le spalle contro il muro. In realtà non l’aveva nemmeno sfiorata, ma l’aveva certamente bloccata. Teddy si guardò intorno con ansia: come faceva a fuggire? Se solo ci avesse provato, avrebbe dovuto passare sopra di lui…

      Eszra alzò un braccio e posò la mano sul muro, bloccandola definitivamente: ecco, adesso era in trappola!

      "Allora, siete disposta a dirmi la verità, questa volta?” le sussurrò.

      Lei scosse la testa. Lui la scrutò negli occhi e vi trovò dentro una luce diversa. Anche se si sforzava di mostrarsi imperturbabile, quella fanciulla aveva…decisamente paura! Ciò lo innervosì e annientò la sua eccitazione. Si scostò da lei e fece un passo indietro, lasciandola libera. Non voleva turbarla. Non l’avrebbe mai conquistata, incutendole paura. Poteva certamente rubarle un bacio, ma nulla di più; e non era questo, che voleva. Eszra non era tipo da forzare le donne a concedersi.

      “Lasciatemi andare!” la sentì farfugliare con tono

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