Vivere La Vita. Lionel C

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Vivere La Vita - Lionel C

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in piedi che si era avvicinato al muso della madre. Un vitellino così bello, non avevo mai visto neanche nei più bei cartoni animati, e mentre le stava vicino, il nonno ha detto a tutti noi che lo potevamo toccare se non avevamo paura.

      Aveva gli stessi colori della madre.

      Era così caldo e morbido come nessun'altra cosa mai toccata prima.

      Ãˆ stata la cosa più meravigliosa di quella giornata.

      La ciliegina sulla torta di quella giornata che era già stata la più bella della mia vita fino in quel momento.

      Uscendo dalla stalla, mi stavo già godendo in pieno i conti di quante cose bellissime avevo visto e vissuto in quel giorno, ma senza riuscire a finire nulla, perché la mia cugina salvatrice, mi ha detto che stava per arrivare il momento più bello.

      Mentre il nonno entrava nella cucina, noi siamo ritornati nella stalla con la nonna.

      Aveva nelle mani un piccolo sgabello, un grosso secchio di metallo smaltato bianco ed una grossa tazza, uguale al secchio.

      Appena entrati, dopo aver messo lo sgabello vicino alle gambe dietro, di fianco alla Viola, con il secchio per terra tra le sue gambe, la nonna ha cominciato a mungere.

      Era bellissimo.

      Mungeva con tutte due le mani ed il latte usciva così forte che faceva un bel rumore mentre colpiva il metallo del secchio vuoto. Poi, piano piano, il rumore non era più di metallo, ma di un qualcosa che non conoscevo, perché mai sentito prima e mentre guardavo nel secchio, dopo che mi ero avvicinato alla nonna, ho capito che quel bel rumore profondo, sconosciuto, era il rumore della tanta schiuma molto bianca e molto morbida, che faceva il latte appena munto.

      Guardavo senza fiatare la nonna come mungeva con una mano sola nella grossa tazza che teneva con l'altra mano. Quando era quasi piena me la data, dicendomi di bere insieme alle mie cugine.

      Non avevo mai visto prima una cosa così.

      Appena toccata la tazza, ho sentito che era molto più calda di come era l'aria fuori, ma molto meno calda di come sono gli oggetti appena tolti dalla cucina.

      Un caldo molto piacevole, morbido e delicato.

      Appena ho provato ad assaggiare, non ho sentito il latte, ma la schiuma molto soffice e di un leggero così fine, come non ho mai avuto prima sulle labbra. Appena in bocca, si scioglieva subito, più veloce del gelato e senza lasciare nessuna traccia.

      La cosa più speciale mai assaggiata.

      Poi e arrivato il latte.

      Era quasi dolce di gusto, e se non avessi saputo che era latte, avrei pensato che è gelato sciolto per come lo sentivo mentre scendeva nella mia pancia. Meno liquido di quello del negozio e scendeva più lentamente. Quasi da non riuscire a capire bene, se è panna o latte. In bocca, si sentiva e lasciava una cosa buonissima, indescrivibile. Mi è sempre piaciuto condividere tutto con tutti, ma in quel momento, quella tazza più grossa di me, l'avrei bevuta da solo, senza neanche respirare.

      Quando stavamo ritornando nella cucina, il buio si stava già mescolando con la luce.

      Entrando in casa, ho capito cos'erano quei bei lampadari con il liquido dentro, perché quello della cucina era già acceso e la sua fiammella in continuo movimento, faceva una bella luce. Abbastanza forte da poter vedere bene tutto nella cucina. Molto piacevole da guardare senza sentire nessun fastidio.

      Dopo aver finito il lavoro con il latte appena munto, mia nonna ha cominciato a preparare la cena.

      Non ho fatto in tempo a capire bene cosa aveva fatto e cosa aveva messo nella pentola, perché un'altra sorpresa mi è venuta addosso rotolando.

      Ãˆ andata con la pentola nell'angolo più lontano, dove c'era un mobile in metallo e quando dalla parte di sopra ha tolto un po' di cerchi in ferro di misure diverse tra loro, di dentro è come saltato fuori il fuoco.

      Nell'attimo dopo ero vicino a lei, per capire che cos'era.

      Dentro, un grande fuoco ballava e si muoveva da tutte le parti, molto forte, deciso, senza mai fermarsi.

      Ho capito che quel strano mobile chiamato stufa era la sua cucina.

      Quando mi sono di nuovo seduto e mentre la pentola ed il suo coperchio, stavano già facendo dei rumori molto divertenti, mio nonno ha aperto una piccola porticina sotto la pentola, sul lato della stufa, dicendomi di guardare il fuoco.

      Il buio fuori, aveva preso completamente il posto della luce ed in quel momento, tutto il mondo era in quella stanza.

      Fuori non esisteva più nulla.

      Dentro casa, il silenzio, la tranquillità, la pace assoluta.

      La piccola lucina del lampadario ballava sulle pareti e sul soffitto in legno.

      Il gatto sotto la stufa, stava quasi russando.

      Il rumore sempre più forte e divertente della pentola.

      Il fuoco che cambiava sempre il colore, dal giallo forte e luminoso all'arancione molto intenso, con dentro ogni tanto delle lingue rosse come il sangue, lingue che erano blu appena partite dal legno che bruciava.

      Il rumore del fuoco ed ogni tanto i botti che sentivo dentro la stufa e quando capitava, nell'attimo dopo, si riempiva tutta con tantissime piccole scintille molto luminose che saltellavano in tutte le direzioni.

      Le persone che si erano trovate ognuna il proprio posto e stando in silenzio si gustavano lo spettacolo.

      Sembrava una bellissima favola che donava tantissima pace, tranquillità, serenità, sicurezza.

      Tutto questo, mi faceva sentire sazio e beato.

      Cosi sazio, da poter andare a dormire senza neanche mangiare del cibo.

      Il cielo sereno e pieno di stelle, come non lo avevo mai visto, che mi ha fatto vedere mio padre prima di andare a dormire, è stata l'ultima meraviglia vista in quel giorno fatto di solo meraviglie.

      Era stata la giornata più bella, intensa, interessante, fino in quel momento della mia vita.

      Ricca di cose nuove, insegnamenti e tante amicizie.

      Spensierata, movimentata e vissuta in pieno ad ogni respiro.

      Con tutto ciò, la stanchezza non si era mai vista, anzi, sentivo soltanto la soddisfazione, la serenità, la gioia, la tranquillità e la pace assoluta che vivevo in quel preciso momento.

      Sarei potuto ripartire subito per un nuovo giorno, senza neanche riposare.

      Tutti i gironi che sono seguiti, sono stati uno meglio dell'altro.

      Li passavo sempre insieme ai miei nuovi amici, nel nostro Paradiso, o nei Paradisi dei loro nonni.

      Nella “nostra piscina” sul fiumiciattolo.

      In mezzo ai campi, oppure sulle colline, mentre i grandi lavoravano il fieno.

      Era

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