Un Gregario Solo Al Comando!. E. T. Palwin

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Un Gregario Solo Al Comando! - E. T. Palwin

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vera sconfitta sta nel non reagire. Così lotta e soffre, ma infine riesce a riaccodarsi. Qui comprende di avere la gara in pugno. Volendo potrà attaccare nel finale, oppure no, ché entro due minuti di ritardo, avrà perso quella battaglia, ma vinto la guerra!

      Il mare s'approssima. Inizia l'ultima discesa.

      «Sei venuto giù come un pazzo. Volevi ammazzarti?» chiede il ragazzo, ricurvo e affannato. «Sai perché uno si suicida?»

      Nessuna risposta, ma neppure l'aspettava.

      «Non è perché si vuol morire. Chi vorrebbe fermare la propria vita? No, è per fermare il dolore nella vita!»

      Un tuono sembra legittimare quelle parole.

      «Soffri il mio passo quando parto, vero?»

      Il ritmo è leggermente calato. Basta la pendenza a garantire una velocità più che ragionevole. Presto l'ultima salita detterà la propria legge. Non sarà quella proibitiva dell'Ovarolo, ma è vero: quando la strada va su, lo soffre!

      «Invece», continua Gianni, «io sono dove vorrei essere. Anzi, ricordami di ringraziarti dopo!»

      Cosa vuole davvero? Ovvio, tenta di distrarlo! Forse spera nel rientro dei suoi. Lui lo ascolta senza perdere la concentrazione. Sa che presto una distrazione potrebbe essergli fatale.

      «Gratie por cosa?» chiede curioso, ma anche per ricambiare l'astuzia insita in quelle futili chiacchiere.

      «Perché correndo insieme soffro la metà e intanto lo spirito si tempra! Inoltre hai sempre cose nuove da insegnarmi, come nel velodromo, quando ho fatto la figura dello stupido. Sai? Prima di partire il presidente si è raccomandato. Scusa, ma dovrò vincere per forza. Così, scuola finita! Io mi diplomo e tu vai in pensione, oppure pensi di avere altre lezioni da darmi?» un colpo di tosse nasconde una risata. «Sono sicuro che tra vent'anni mi ricorderò di noi, qui, oggi, mentre diamo tutto, spalla a spalla. Non della vittoria facile che avrò tra poco...»

      Marcelo non ha conti in sospeso con il ragazzo. Piuttosto ne apprezza le doti: intelligente, appassionato, voglioso di maturare e soprattutto capace di soffrire e lottare come pochi altri. Forse un po' ingenuo, immaturo nella gestione delle forze, avventato tatticamente e troppo sbruffone, quando sarebbe meglio restare concentrati. Ma, alla fine, non è questo il tratto autografo di chi si firma gioventù?

      Approdato al Team Astrale, da principio si erano frequentati. Dopo gli allenamenti, Gianni era stato spesso ospite gradito in casa Valmontedo. Tuttavia, un giorno, senza dare spiegazioni, Elisabeth aveva preteso che lui non lo invitasse più, limitandosi all'essenziale anche sul lavoro. In pratica bandito dalla loro vita senza un perché. Che fosse stato per la gelosia di un rapporto fatto di eccessiva complicità maschile? Oppure per la passione ciclistica dilagata senza controllo, proprio in quel periodo? Quale che fosse il motivo, pur con dispiacere, e senza porsi domande, l'aveva accontentata. Lui accontentava sempre Elisabeth.

      Sì, lui accontenta sempre tutti! Gianni chiede un'altra lezione? Ok! Sua moglie vuole che lui continui a essere un corridore a dispetto dell'età e quindi, implicitamente, vuole una vittoria con 2 minuti di vantaggio? Ok! Max vuole che si dimostri più di un semplice gregario? Ok! Il presidente desidera vincere una facile scommessa, o di poter disporre nel prossimo Gran Giro di un Vecchio Ciclista ancora credibile? Ok, ma adesso anche lui, che ha sempre dato e mai chiesto, pretende qualcosa! Sì, che il "toro nell'arena" trovi una via di fuga; che il suo matrimonio possa proseguire anche domani; e infine che all'animo spietato dello squalo sia data libertà di cacciare nel proprio spazioso mare d'innata crudeltà! Ok. Ok a tutti!

      Dopo l'ennesimo tuono ravvicinato, arriva la pioggia, fitta e a tratti violenta.

      Mentre l'asfalto bagnato corre sotto, da ambo i lati della bici, in basso, Marcelo verifica che le tacchette in metallo, applicate alle suole, lì per consentire l'aggancio delle scarpe da corsa ai pedali, risultino ben innestate. È tutto in ordine, così a meno di una torsione che le sgancerebbe, l'uomo e la bicicletta saranno uniti, come fossero un corpo solo.

      Nessun dubbio. Adesso toro e squalo possono garantire forza bruta e spietatezza in quantità eccezionali. Dunque parte l'ultima carica, la più furiosa e senza scrupoli di sempre! Come previsto, quello gli si mette alla ruota, testa bassa, dando il massimo pur di non perdere contatto. Frattanto il direttore Procopio, sempre vigile in avanscoperta, nel punto della prima volta, fa segnalare l'imminente criticità! Nello specifico, a causa della forte pioggia, chiede all'autista di azionare le frecce e di attaccarsi al clacson!

      Stavolta, però, con freddezza inaudita, mantiene immutata la traiettoria. Appena prima dell'ampia buca, ventre basso e scarpe tecniche ferme in parallelo, alla stessa altezza, spicca un balzo perentorio! Strappa verso l'alto sia manubrio che pedali. Ottiene il sorprendente risultato di sollevarsi di un paio di centimetri dal suolo. Una cosa da poco? No, ché con quest'inatteso sotterfugio riesce a sorvolare lo sprofondo, tutto a scapito dell'inseguitore, passivo! Questo, senza il tempo per reagire, cade, impuntandosi e spaccando di netto cerchione e forcella anteriori. Poi, d'inerzia, con la parte posteriore della bici, prosegue andando a disegnare un drammatico semicerchio per aria, chiuso dal rovinare al suolo di carne e materiali! Di lì, striscia alcuni metri, avvitandosi in un confuso garbuglio. Tutto si conclude sotto al guardrail di destra, da incastrato e vinto!

      L'altra ePrixus, che lo raggiunge con prontezza, ne certifica la sconfitta.

      Poco dopo, con fare trionfante, Marcelo risale, ormai lanciato verso un'affermazione scontata. Vede un capannello di persone inzuppate fradice, tra cui Astrale, Procopio, Giansante e gli altri tre suoi compagni. Sono tutti intorno ad un Sardena stracciato, indolenzito e barcollante. Considerata la violenza dell'incidente, il suo stato di salute è accettabile. L'orgoglio, piuttosto, ha subito gravi lesioni!

      Le biciclette, compresa quella devastata di Gianni, sono state già posizionate sulle apposite rastrelliere. Il presidente fa segno di fermarsi. Dovrà fare altrettanto con la sua!

      «Basta così, demonio d'un uruguaiano!» afferma stizzito. «Ha dimostrato di volere e soprattutto di valere un posto in squadra. Questa determinazione sarà garanzia di successo per il nostro capitano!»

      Di nuovo ha mancato di tagliare per primo il traguardo. Oggi, però, è andata peggio del solito. Gli è stata negata la possibilità di raggiungerlo come di consueto: a mo' di passeggiata...

      ​5. Buio siderale.

      “Sei ciò che resta, fatto il nulla.

       Sei follia. Sei dormiveglia.

       Sei quel sei che mai saprai.

       Sei quanto basta all'apice del chiarore, quando l'ombra muore e il sogno stanco si fa giorno.

       Sei tramonto che risorge, spinta insonne, mondo dannato che sgorga e insorge.

       Sei chi amo, lontano, lontano.

      Sei mia, una vita distante!”.

      Quel foglietto ingiallito è l'unica "zavorra" da cui, in tanti anni di corse, non si è liberato. Al pari di un ritrovato medicamentoso, nei momenti di sconforto lo legge. Come gli altri, anch'esso nella sua lingua, sulla facciata opposta riporta: “Sposami Elisabeth. Ti regalerò l'infinito, incartato di felicità e con un nastro arricciato di emozioni!”.

      A quella proposta di matrimonio, 8 anni prima, lei ha

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