Un Gregario Solo Al Comando!. E. T. Palwin

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Un Gregario Solo Al Comando! - E. T. Palwin

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povera mamita!» ride, guardando con preoccupazione la porta. In breve moglie e figli saranno lì. Busseranno. Dovrà presentarli e dare delle spiegazioni, infatti Elisabeth ne ignora persino l'esistenza. Figurarsi… Mai messe in piazza le proprie spiacevoli verità: un fratello illegittimo; un padre assassino e in carcere; una mamita adottiva e per terminare la mamma vittima della negazione del suo principio: "non si toccano le femmine".

      «Colpa della speranza, ma la vita non è fatta di miracoli.»

      «Cioè?» chiede, notandogli sul volto un accenno d'ansia.

      «Mi dispiace.»

      «Di cosa?»

      «È venuta da noi.»

      «Chi?»

      «È tornata dai suoi» risponde, non potendo trattenere oltre la triste verità che lo ha portato a viaggiare per quasi 20 ore da un continente all'altro. «Si è presentata con il padre che è cliente da anni.»

      «Giuro», balbetta spaesato, «non capisco.»

      L'avvocato, forte d'una decennale esperienza, comprende che è giunto il momento di mettergli in mano qualcosa di tangibile, affinché possa toccare, capire, superare. Inoltre, così facendo, porterà avanti il proprio incarico. Prende la 24h in pelle scura, la apre e ne estrae dei documenti ben impaginati, quindi pronuncia il nome che, ne è certo, come fosse la formula magica di una favola nera, lo risveglierà: «Tua moglie, Elisabeth!»

      «Elisabeth?» ripete spalancando gli occhi, finalmente desto.

      «Signor Marcelo Valmontedo il qui presente avvocato Manuel Rodriguez dello studio legale Alves & Barbosa di Montevideo», inizia a dire, non prima d'aver azionato il registratore olografico obbligatorio dal 2035, «è qui a notificarle la richiesta ufficiale di divorzio da parte di Elisabeth Paceco Garziglia.»

      «Mio Dio no!»

      «Sì fratello, l'ho visto succedere decine di volte. È l'inizio della fine!»

      ​7. Marilisa.

      “Sei tutto quello che non c'è, che manca, che mai verrà: sei con me!

       I tuoi occhi luccicano la mia dannazione; condanna immobile, statica, ferma, fermata, di perenne mancata azione.

       Il tuo sguardo danzante, allegro, frizzante è il ballo della notte; una corsa a perdifiato su d'un prato di nero orgoglio ammantato; quel gioco di rasoi che presto taglierà l'ultimo dei nastri di vita, l'ultimo dei fili di speranza, l'ultimo degli ultimi gridi disperati, mai giunti fino a te.

       Tu sei il mio tesoro, deliquio inatteso, soggiacimento illusorio, svegliarino di sostanza.

       Tu sei con me proprio quando comprendo di non arrivare fino a te!

      Il tuo vivere l'oggi è il mio distacco dallo ieri e dal domani. Le tue mani. Sogni seri. Frammenti di pensieri privi di consigli e di appoggi veri. Il mio amore sprecato. L'amore per chi ho amato. Tu per me e io senza te...”.

      Marcelo ha scritto di getto, senza comprendere fino in fondo cosa il subconscio gli abbia sottilmente suggerito. Correre in bici lo esprime in minima parte. Ha bisogno di questi sfoghi quanto dell'aria. La sua anima appassirebbe in sella, senza il nutrimento delle decine di audio libri ascoltati ogni mese. Scrivere, poi, è per il suo spirito l'equivalente del sudore derivante dalle fatiche degli allenamenti quotidiani. Sia quel che sia, il nuovo foglietto tornerà utile come prossima zavorra. Al pari di una mongolfiera scaricata dal peso sabbioso, al momento opportuno, anch'egli, liberando il proprio estro nebbioso, potrà volare leggero verso il traguardo. Piuttosto vuole sempre questa vita? Desidera ancora lottare in bicicletta? A conti fatti spingere avanti quei pedali lo fa sentire comunicato al mondo. Nondimeno nell'intimo sa di averli traditi, mancando di trovare la vittoria. Quel maledetto uxoricida del padre non meritava tanto! Adesso, tuttavia, il bisogno di sopravvivenza del suo amor cortese grida al cuore di sì, di immaginare realizzabile finanche la fantasia più assurda. Il passato non conta più, il presente fugge via a ogni istante, così solo la prospettiva di un futuro ancora praticabile accanto a lei, significa qualcosa in più del nulla che ci attende, inesorabile. Elisabeth è in città, nelle vicinanze, sotto quello stesso cielo in fiamme, probabilmente perfino viva del suo stesso desiderio di riconciliazione e di ritrovata armonia in famiglia, ché seppur il tramonto adesso detta la propria legge naturale, il domani già prepara un nuovo trionfo dell'alba. E allora, per quanto quelle odiose carte parlino della fine del loro matrimonio, è altresì innegabile che sia tornata e non in un luogo qualsiasi, ma dove, la mattina seguente, lui, proprio lui, suo marito, il suo Toro Innamorato, prenderà il via, quale corridore ancora e sempre in corsa per lei! Sì, dovrà andare così. Servirà lottare, credere e sforzarsi, ma un lieto fine dovrà arrivare!

      Purtroppo ha potuto confrontarsi con Manuel per un tempo troppo esiguo. Max Procopio, infatti, subito dopo la notifica di divorzio, è piombato nella Saletta Avorio per fare "tana" ai due fratelli. Lo ha fatto portando le ultime notizie sul Gran Giro, ma anche per scortarlo al ristorante, dove la squadra è riunita per cena. Qui Marcelo ha appreso, con giustificata svogliatezza, che al Team Astrale sono stati assegnati i numeri di gara: dal 31, destinato al capitano Evilthoon, passando per il 33 di Sardena, fino al suo numero 40, che quindi lo accompagnerà per 56 giorni fin sotto al Colosseo.

      Dopo cena è scattato il coprifuoco. Serve riposare. L'indomani mattina si farà sul serio. Ciononostante, due ore prima, con abile discrezione, mentre si salutavano, lui e Manuel si sono accordati per un incontro furtivo.

      Detto e fatto! Alle 10:37 pm, quando Evilthoon già gode di un buon sonno, approfittando del buio, Marcelo esce dalla finestra del bagno, scendendo per quattro piani dalla scala antincendio dell'albergo. In un vicolo laterale, l'altro lo aspetta in taxi. Mentre il tassista, istruito e ben pagato, esce, andando a poggiarsi sul cofano anteriore, lui sale e gli siede accanto. Il tassametro corre svelto, non quanto faccia ora il bisogno di risposte del ciclista.

      «Perché proprio tu?»

      «Una coincidenza. L'avvocato Nocio non le ispirava fiducia» risponde con quel suo sorrisetto saccente. «Per me ne cercava uno che fosse anche bello. Victor è un rospo!»

      «Stai dicendo che mia moglie...»

      «È bellissima, ma cagna!» lo stoppa, brusco e sfacciato. «In questi giorni l'ho potuta inquadrare e non mi sbaglio.»

      «Qui parliamo di Elisabeth!»

      «Sveglia. La cagna ha deciso di finirla con te.»

      «Non devi offenderla!»

      «Calmati e ragiona. Non immagina di noi. Hai sempre detto che non volevi farle sapere di me, per evitare di parlare di papà. Quando si è presentata allo studio, l'ho riconosciuta subito. Non l'avevo mai vista di persona, ma quell'anno hai sposato Miss Uruguay e giornali e TV li guardo anch'io. Comunque sia sono riuscito a soffiare il caso a Victor» si gratta la fronte. «Lei si è confidata con il suo avvocato, non sapendo di parlare con tuo fratello. Provo ad aiutarti oppure credi che faccio così con tutti? Rischio più di quanto tu non possa guadagnarci.»

      Marcelo respira a fondo, cercando di riflettere.

      «Ha affondato le unghie nella tua vita, in tutto ciò che avevi.»

      «Ho voluto io,

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