Cuori Infuriati. Amy Blankenship

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Cuori Infuriati - Amy Blankenship

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lo stava facendo imbestialire sempre di più. Si avvicinò a Kyoko sussurrando: «Ehm, forse sarebbe meglio fermare la cosa ancora prima che inizi.». Sapendo che Kyoko era l’unica cosa che impediva loro di distruggersi a vicenda, Kamui indietreggiò, allontanandosi dal trio.

      Kyoko sapeva che Kotaro era innocuo… be’, almeno per lei. Scostò le mani dalle sue… ancora imbarazzata per il modo in cui la stava guardando. Poteva effettivamente vedere l’amore e la devozione brillare nei suoi occhi di ghiaccio.

      «Kotaro, come mai qui?» gli chiese lei, distogliere la sua attenzione da Toya.

      Kotaro sorrise, dimenticando subito Toya e rispondendo alla sua domanda: «Ho sentito che ci sono problemi nella zona ad est della foresta. Speravo di trovare Hyakuhei e ucciderlo per te, così diventerai presto la mia compagna, mia dolce Kyoko.». Oh, lui amava Kyoko, ma amava anche far imbestialire Toya.

      Kyoko divenne quasi rossa nel sentire le sue parole. Aprì la bocca per dire qualcosa ma, perdendo il filo dei propri pensieri, ci rinunciò.

      Toya aveva sentito abbastanza idiozie da quello stupido sbruffone. Balzando di fronte a Kyoko per nasconderla dalla vista di Kotaro, ringhiò: «Stai indietro!». Restrinse lo sguardo e aggrottò la fronte, «Non abbiamo bisogno del tuo aiuto per sbarazzarci di Hyakuhei. Quindi perché non cerchi di stare alla larga da noi e lasci in pace Kyoko? Dannazione!».

      Kotaro agì come se Toya non fosse nemmeno lì. Con una mossa fulminea, lo aggirò per posare un casto bacio sulla guancia di Kyoko. Con un occhiolino, se ne andò velocemente così come era apparso.

      Toya strinse i pugni lungo i fianchi. Era così furioso da sentirsi come se stesse per esplodere. Perché diavolo tutti volevano improvvisamente baciare Kyoko? Era sua, dannazione! «Kotaro, torna qui e combatti, bastardo!» urlò con tutto il fiato che aveva.

      Kyoko si rivolse a Kamui come se non fosse successo niente. «A quanto pare, le informazioni di Sennin erano corrette.».

      Toya si arrese e si voltò. «Forza, raccogliamo le nostre cose. Recupereremo Suki e Shinbe lungo il tragitto. Dobbiamo passare comunque dove si trovano loro per andare ad est della foresta.» disse, ancora arrabbiato con suo fratello per aver sparato bugie su Kyoko. Non avrebbe mai permesso a Kotaro di averla e non vedeva l’ora di scontrarsi con lui e farlo a pezzi per farglielo capire.

      Kyoko sapeva che Toya era geloso di Kotaro. Tuttavia, per come la vedeva lei, almeno Kotaro era capace di dirle i propri veri sentimenti, mentre Toya continuava a confonderla. Si chinò e cominciò a raccogliere il cibo avanzato che avrebbero poi condiviso con gli altri.

      Toya si chinò davanti a lei in attesa che gli salisse sulla schiena. In quel modo sarebbero arrivati prima ed era l’unico momento in cui poteva camminare tenendola in braccio senza che nessuno si meravigliasse.

      Kyoko trattenne il respiro per un secondo, poi espirò lentamente, non voleva rendere la cosa diversa dalle altre volte in cui lo avevano fatto… ma lo era. Strinse le braccia al suo petto mentre lui le mise le mani sotto le ginocchia per tenerla stretta a sé. Alzò lo sguardo verso il cielo, chiedendosi se gli dei si stessero divertendo ancora.

      Kamui rise silenziosamente per come si comportava Toya ogni volta che qualcun altro cercava di attirare l’attenzione di Kyoko. Raccogliendo la sacca del cibo dopo che si erano allontanati, le sue ali trasparenti presero a brillare, inviando una pioggia di polvere di stelle multicolore su tutto l’accampamento, che magicamente cancellò tutte le tracce della loro presenza.

      Percependo Kaen dietro di sé, disse: «Si prospetta una giornata interessante. Andiamo con loro?». I suoi piedi si alzarono da terra mentre scivolava dietro di loro.

      Kyoko amava salire sulla schiena di Toya quando dovevano affrettarsi. Sentiva i suoi muscoli contrarsi e distendersi. Gli posò una guancia sulla spalla e rimase così mentre i suoi lunghi capelli le svolazzavano intorno, solleticandole il viso. Toya si muoveva come se lei non pesasse nulla mentre saltava da un ramo all’altro, a volte saltando a terra solo per prendere la rincorsa e tornare di nuovo tra gli alberi. Sembrava avere un debole per l’altezza.

      Toya amava portare Kyoko in spalla ma non glielo avrebbe mai detto. Gli piaceva sentire che si stringeva a lui nel tentativo di aggrapparsi. A volte andava ancora più veloce solo per farla aggrappare più forte, con le gambe e le braccia strette attorno a lui. Per questo motivo non le aveva mai mostrato le proprie ali.

      A volte, lei gli posava la guancia sulla schiena e Toya capiva che le piaceva tanto quanto lui. La sua mente tornò alla foresta ad est. Era già stata recuperata una metà del Cuore di Cristallo Protettore e Hyakuhei era in vantaggio, a quel punto. Le cose si stavano facendo molto pericolose e lui doveva stare in guardia.

      Sentiva di dover proteggere la Kyoko con la propria vita, soprattutto se il pericolo era ovunque. Il demone con cui aveva combattuto ieri era stato un campanello d’allarme. Toya accelerò, nella speranza di incontrare Suki e Shinbe che ritornavano al campo, così da potersi affrettare e arrivare ad est prima di Kotaro e Kyou.

      Sopra di loro, Kyou volava nel cielo senza espressione, come una divinità. I suoi vestiti fluttuavano attorno a lui mentre si dirigeva verso est. Dunque nella foresta orientale si erano perse le tracce di Hyakuhei. Era lo stesso luogo in cui erano diretti Toya e la sacerdotessa. Le sue labbra accennarono un sorriso.

      «Ehi!» esclamò Toya, scorgendo un rapido movimento in lontananza. Saltando giù da un albero all’altro e di ramo in ramo, atterrò con grazia davanti a Shinbe e Suki.

      Kyoko scivolò dalla schiena di Toya e, sorridendo, si avvicinò subito ai suoi amici. «Abbiamo appena saputo che dovremmo andare nella foresta ad est.» li informò.

      Shinbe guardò Toya di scatto. «Ah, sì? Che sta succedendo in quella zona?» gli chiese, avvicinandosi per discutere della questione. Kamui abbandonò i confini della foresta per unirsi ai guardiani, annuendo quando Kaen sbucò dal nulla, come faceva spesso, proprio al momento giusto.

      Prendendo Suki in disparte e lontano dagli altri, Kyoko le sussurrò: «Allora, com’è andata?» e piegò la testa di lato, sorridendo.

      Suki alzò lo sguardo in direzione di Shinbe. «Ci credi che quell’idiota ha cercato di baciarmi?». Incrociò le braccia sul petto e guardò in cagnesco il ribelle guardiano ametista.

      Toya s’irrigidì a causa del suo udito eccezionale. Aveva sentito il commento di Suki e, mentre ascoltava, Kyoko aveva guardato direttamente verso di lui, incrociando il suo sguardo. Girò il viso per nascondere il rossore che gli stava salendo sulle guance, ma non prima che Suki e Shinbe se ne accorgessero.

      Shinbe si piegò verso il fratello mantenendo la voce bassa, «Toya, che è successo tra voi due mentre eravamo via?». Si sentì percorrere da un brivido di gelosia ma cercò di ignorarlo, sapendo che era una causa persa. Anche Kamui si avvicinò per sentire la risposta.

      Toya spalancò gli occhi e gli si drizzarono i peli sulla nuca, facendolo indietreggiare con aria colpevole. «Oh, non è successo niente.», incrociò le braccia e li guardò, sfidandoli a smentire la sua bugia.

      Suki afferrò Kyoko per un braccio e la portò a buona distanza dai ragazzi, questa volta.

      «Va bene, sputa il rospo. Che mi sono persa?» le chiese con le labbra contratte da una gioia nascosta a malapena. Da quando Suki aveva conosciuto Kyoko, si sentiva come se si conoscessero da sempre. Le voleva bene come una sorella e, in quel momento, sapeva che c’era sotto qualcosa.

      Kyoko non la guardava negli occhi e aveva il viso ancora rosso. «Dai, dimmelo.» la supplicò Suki.

      Kyoko guardò la sua

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