Lo Spirito Del Fuoco. Matteo Vittorio Allorio

Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Lo Spirito Del Fuoco - Matteo Vittorio Allorio страница 13

Lo Spirito Del Fuoco - Matteo Vittorio Allorio

Скачать книгу

posò lo sguardo su quelle strane vesti. Decisamente particolari e stravaganti, la sua memoria non le riconobbe. La stoffa bianca, macchiata e logorata, s'interrompeva all’altezza delle spalle arrotolandosi disordinata e lasciandogli così scoperti i bicipiti. Da entrambi gli avambracci però, riprendeva il suo percorso serpentando fino a raggiungere le prime due falangi delle dita.

      Al collo, uno strano ciondolo in legno raffigurante un salice piangente si adagiava all’altezza dei pettorali. Le braccia, più lunghe del normale, erano fini e con qualche cicatrice qua e là. Alto quasi due metri, lo sconosciuto sembrava uscito da qualche strano film medievale.

      «Venire con te? Ti ha mandato mia madre, vero?» ipotizzò stupito il giovane. Pensò subito che quella vecchia arpia della professoressa Lort avesse chiamato la madre per informarla della sua assenza e che quello strano individuo, dall’aria bizzarra più che pericolosa, fosse un qualche amico della donna con orribili gusti nell’abbigliamento.

      «Vedi Zeno…»

      «Mi chiamo Jack!», lo interruppe nervoso.

      «Jack… Tua madre non c’entra niente…», alzò gli occhi al cielo lo straniero.

      «Non so come spiegartelo…»,

      «Non hai notato niente di strano in questi giorni?» domandò grattandosi nervosamente la testa sotto il cappuccio.

      Jack non seppe cosa rispondere. Di quel discorso, nulla di chiaro.

      «Hai sbagliato completamente persona. Mi dispiace di averti colpito ma ora devo andare!»

      Il pensiero della madre sgozzata gli tornò in mente con forza e l’unica cosa veramente importante era andare a ispezionare la fattoria.

      Non poteva perdere tempo con uno squilibrato del genere.

      Si voltò e riprese il sentiero.

      «Guarda che non serve a niente andare nella fattoria. Tua madre non è in pericolo» disse l’individuo tutto d'un fiato.

      Quelle parole gli squarciarono il petto e sentendosi improvvisamente indifeso e vulnerabile, Jack si voltò di scatto.

      Chi era quell'individuo? Cosa voleva e come faceva a sapere quelle cose?

      Gli tornarono in mente le parole di Max. Forse, l'amico aveva visto bene. Molto probabilmente la persona davanti a lui era un complice del vecchio.

      Era in pericolo, doveva scappare.

      Cominciò a correre il più velocemente possibile senza scegliere dove andare. L'importante era seminarlo.

      Alberi, cespugli e rocce si susseguirono alternandosi ritmicamente in un ambiente ormai confuso per lui.

      A terra, un letto di foglie scricchiolante a ogni passo.

      In pochi secondi, si smarrì.

      Il cuore pompò a più non posso e con le tempie pulsanti e il sudore scrosciante, la testa iniziò a girargli. I polmoni, sotto sforzo, iniziarono a cedergli.

      Sentì dei rumori intorno a lui. Qualcosa sopra la sua testa, veloce, si stava muovendo.

      Per un istante, riuscì ad alzare lo sguardo senza veder nulla se non una chiazza nera che, con grande agilità, si spostava da un ramo all’altro.

      Le gambe gli s'irrigidirono e con i polmoni dolenti, il giovane si ritrovò al suolo senza neanche accorgersene, privo di energie.

      «Non devi temermi, non voglio farti del male. Sono qui per proteggerti. Quello che hai sognato e che credi succederà non è vero. Tua madre non corre nessun pericolo». Provò a calmarlo Santos appollaiato su un ramo, fissandolo da sotto il cappuccio. Le labbra sottili e il lungo naso a punta, le uniche cose visibili da lontano. Gli occhi, nell’ombra, erano fissi su di lui e anche senza vederli, li sentì.

      «Come fai a sapere queste cose? Ma tu chi sei?» urlò Jack nel panico strisciando all’indietro tra il fogliame.

      «Sai, se tu fossi più tranquillo e mi facessi parlare senza interrompermi o provare a scappare, io potrei finire di spiegarti tutto.» rispose Santos saltando giù dall'alto albero con estrema naturalezza.

      Jack decise di ascoltare, non aveva altra scelta. In quei momenti, la sua mente aveva smesso di pensare, senza farsi più domande su quel che stava accadendo. Dopo essersi allontanato ancora di qualche metro, nervosamente fece cenno di cominciare. Il comportamento non aggressivo dell’individuo riuscì a calmarlo leggermente.

      Levatosi il cappuccio e liberando i lunghi capelli neri raccolti in una coda da un pezzo logoro di stoffa nera, lo spilungone riprese il discorso.

      «Devi sapere che il tuo pianeta non è l’unico mondo abitato, ne esistono altri nove che, con la Terra, formano la Grande Costellazione.

      Questi dieci pianeti nei tempi antichi erano tutti grandi alleati e tra loro regnava la pace.

      Ogni mondo aveva un re, che davanti agli spiriti stellari aveva giurato di governare saggiamente e in armonia il mondo a lui assegnatogli.»

      Jack lo guardò senza batter ciglio perso nelle svariate sfumature violacee dei suoi sottili occhi.

      «Purtroppo però, dopo mille anni dalla nascita della Grande Costellazione, Marmorn, tredicesimo re della Terra, venne meno al giuramento e, dopo aver radunato nell’ombra un esercito senza eguali, dichiarò guerra al mondo di Abram.»

      Santos si fermò un attimo e dopo aver guardato fisso negli occhi il giovane, assicurandosi della sua attenzione, riprese la spiegazione. «Agli inizi di tutto, i dieci mondi erano abitati da numerosissime specie viventi. Marmorn non sopportava di convivere con esse e fu per questo che, dopo aver sterminato le specie straniere sulla terra in gran segreto, cominciò la sua campagna espansionistica su tutta la Grande Costellazione. Come ti ho detto poco fa, il Re Nero dichiarò guerra al pianeta Abram, abitato per lo più dalle ninfe, creature celestiali scese sulle terre per aiutare queste ultime a prosperare. Nelle tenebre e nella più totale segretezza, radunò il suo esercito e, dopo aver aspettato il favore della settimana buia, ordinò l’attacco.

      L’esercito terrestre fu implacabile e nel giro di trenta giorni rase al suolo il piccolo mondo.»

      «Settimana buia…» farfugliò Jack perplesso.

      Accompagnato dal fruscio delle foglie mosse dal vento, lo sconosciuto continuò tranquillamente.

      «La notizia del tradimento della Terra si diffuse ma molti pianeti, non disponendo di un esercito potente e preparato alla guerra come quello terrestre, caddero uno dopo l’altro sotto il duro controllo del vostro sovrano.

      Per fortuna il giovane re di Tio, Astor, decise di non soccombere e, venendo meno anch’egli al giuramento di pace, organizzò un esercito pronto a sconfiggere il potente re terrestre.

      La battaglia si combatté qui, sulla Terra e vide come vincitore il grande Astor, salvatore della Grande Costellazione.»

      «Che fine fece il cattivo?» domandò Jack ironicamente alzando gli occhi al cielo. Quell'uomo, il più strambo mai conosciuto prima.

      «Ci stavo arrivando!» rispose Santos seccato.

      «Astor, essendo comunque un re dall’animo puro, dopo aver sconfitto il Re Nero, non riuscì a ucciderlo ma, sacrificando la propria vita, fece un patto con gli

Скачать книгу