Il Libro di Urantia. Urantia Foundation

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Il Libro di Urantia - Urantia Foundation

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lavoro al quale sono assegnati, e rappresentano la Trinità solo nelle funzioni per le quali sono stati personalizzati.

      10:6.17 (115.1) Gli Antichi dei Giorni ed i loro associati originati dalla Trinità distribuiscono il giusto giudizio di equità suprema nei sette superuniversi. Nell’universo centrale queste funzioni esistono solo in teoria; l’equità è ovvia nella perfezione, e la perfezione di Havona esclude ogni possibilità di disarmonia.

      10:6.18 (115.2) La giustizia è l’idea collettiva della rettitudine; la misericordia ne è l’espressione personale. La misericordia è il comportamento dell’amore; la precisione caratterizza l’azione della legge; il giudizio divino è l’anima dell’equità, conformandosi sempre alla giustizia della Trinità ed appagando sempre pienamente l’amore divino di Dio. Quando la retta giustizia della Trinità e l’amore misericordioso del Padre Universale sono totalmente percepiti e pienamente compresi, essi coincidono. Ma l’uomo non ha questa piena comprensione della giustizia divina. Per questo nella Trinità, come gli uomini potrebbero considerarla, le personalità del Padre, del Figlio e dello Spirito sono adattate al ministero coordinato dell’amore e della legge negli universi esperienziali del tempo.

      10:7.1 (115.3) La Prima, la Seconda e la Terza Persona della Deità sono uguali tra loro e sono uno. “Il Signore nostro Dio è un Dio unico.” C’è perfezione di proposito ed unità d’esecuzione nella Trinità divina delle Deità eterne. Il Padre, il Figlio e l’Attore Congiunto sono veramente e divinamente uno. In verità è stato scritto: “Io sono il primo e sono l’ultimo, e non c’è altro Dio all’infuori di me.”

      10:7.2 (115.4) Come appaiono le cose al mortale sul livello finito, la Trinità del Paradiso, similmente all’Essere Supremo, s’interessa solo del totale — il pianeta totale, l’universo totale, il superuniverso totale, il grande universo totale. Questo comportamento di totalità esiste perché la Trinità è il totale della Deità e per molte altre ragioni ancora.

      10:7.3 (115.5) L’Essere Supremo è qualcosa di meno e qualcosa d’altro della Trinità funzionante negli universi finiti; ma entro certi limiti e durante la presente era di personalizzazione incompleta del potere, questa Deità evoluzionaria sembra riflettere il comportamento della Trinità della Supremazia. Il Padre, il Figlio e lo Spirito non agiscono personalmente con l’Essere Supremo, ma durante la presente era universale collaborano con lui in quanto Trinità. Noi comprendiamo che essi mantengono una relazione similare con l’Ultimo. Formuliamo spesso delle ipotesi su quali saranno le relazioni personali tra le Deità del Paradiso e Dio il Supremo quando questi avrà completato la sua evoluzione, ma in realtà non lo sappiamo.

      10:7.4 (115.6) Noi non riteniamo il supercontrollo della Supremazia del tutto prevedibile. Inoltre, questa imprevedibilità sembra essere caratterizzata da una certa incompletezza di sviluppo, indubbiamente un segno distintivo dell’incompiutezza del Supremo e dell’incompletezza della reazione finita verso la Trinità del Paradiso.

      10:7.5 (115.7) La mente del mortale può immaginare con immediatezza mille ed una cosa — eventi fisici catastrofici, incidenti spaventosi, disastri orribili, malattie dolorose e flagelli mondiali — e chiedersi se tali calamità siano collegate alle manovre sconosciute di questo probabile funzionamento dell’Essere Supremo. Francamente non lo sappiamo; non ne siamo veramente certi. Ma osserviamo che, con il passare del tempo, tutte queste situazioni difficili e più o meno misteriose si risolvono sempre per il benessere ed il progresso degli universi. Può darsi che le circostanze dell’esistenza e le vicissitudini inspiegabili della vita siano tutte intrecciate in un modello significativo di alto valore per mezzo della funzione del Supremo e del supercontrollo della Trinità.

      10:7.6 (116.1) In quanto figli di Dio voi potete discernere il comportamento personale dell’amore in tutti gli atti di Dio il Padre. Ma non sarete sempre in grado di capire come molti degli atti universali della Trinità del Paradiso contribuiscono al bene dei singoli mortali sui mondi evoluzionari dello spazio. Nel progresso dell’eternità gli atti della Trinità si riveleranno come totalmente premurosi e pieni di significati, ma non sempre appaiono tali alle creature del tempo.

      10:8.1 (116.2) Molte verità e fatti concernenti la Trinità del Paradiso possono essere compresi, pur parzialmente, solo riconoscendone una funzione che trascende il finito.

      10:8.2 (116.3) Sarebbe inopportuno discutere le funzioni della Trinità dell’Ultimità, ma si può rivelare che Dio l’Ultimo è la manifestazione della Trinità compresa dai Trascendentali. Noi siamo inclini a credere che l’unificazione dell’universo maestro sia l’atto eventuante dell’Ultimo e che rifletta probabilmente certe fasi, ma non tutte, del supercontrollo absonito della Trinità del Paradiso. L’Ultimo è una manifestazione qualificata della Trinità in rapporto all’absonito solo nel senso che il Supremo rappresenta così, parzialmente, la Trinità in rapporto al finito.

      10:8.3 (116.4) Il Padre Universale, il Figlio Eterno e lo Spirito Infinito sono in un certo senso le personalità costituenti la Deità totale. La loro unione nella Trinità del Paradiso e la funzione assoluta della Trinità equivalgono alla funzione della Deità totale. E questo completamento della Deità trascende sia il finito sia l’absonito.

      10:8.4 (116.5) Mentre nessuna singola persona delle Deità del Paradiso rappresenta effettivamente tutto il potenziale della Deità, tutte e tre insieme lo rappresentano. Tre persone infinite sembrano costituire il numero minimo di esseri necessari per attivare il potenziale prepersonale ed esistenziale della Deità totale — l’Assoluto della Deità.

      10:8.5 (116.6) Noi conosciamo il Padre Universale, il Figlio Eterno e lo Spirito Infinito come persone, ma io non conosco personalmente l’Assoluto della Deità. Io amo e adoro Dio il Padre; rispetto ed onoro l’Assoluto della Deità.

      10:8.6 (116.7) Ho soggiornato un tempo in un universo in cui un certo gruppo di esseri insegnava che i finalitari, nell’eternità, sarebbero alla fine divenuti i figli dell’Assoluto della Deità. Ma io rifiuto di accettare questa soluzione del mistero che avvolge il futuro dei finalitari.

      10:8.7 (116.8) Il Corpo della Finalità comprende, tra gli altri, quei mortali del tempo e dello spazio che hanno raggiunto la perfezione in tutto ciò che concerne la volontà di Dio. In quanto creature e nei limiti della capacità delle creature, essi conoscono pienamente e veramente Dio. Avendo così trovato Dio come Padre di tutte le creature, questi finalitari devono prima o poi cominciare la ricerca del Padre superfinito. Ma questa ricerca implica la comprensione della natura absonita degli attributi e del carattere ultimi del Padre del Paradiso. L’eternità svelerà se un tale conseguimento è possibile, ma noi siamo convinti che, anche se i finalitari raggiungeranno questa ultimità della divinità, saranno probabilmente incapaci di raggiungere i livelli superultimi della Deità assoluta.

      10:8.8 (116.9) È forse possibile che i finalitari raggiungano parzialmente l’Assoluto della Deità, ma anche se lo facessero, nell’eternità delle eternità il problema dell’Assoluto Universale continuerebbe ancora a disorientare, confondere, sconcertare e sfidare i finalitari ascendenti in progresso, poiché noi percepiamo che l’insondabilità delle relazioni cosmiche dell’Assoluto Universale tenderà ad aumentare di proporzione a mano a mano che gli universi materiali e la loro amministrazione spirituale continueranno ad espandersi.

      10:8.9 (117.1) Soltanto l’infinità può rivelare il Padre-Infinito.

      10:8.10 (117.2) [Patrocinato da un Censore Universale agente per autorità degli Antichi dei Giorni residenti su Uversa.]

      Il

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