Il Libro di Urantia. Urantia Foundation

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Il Libro di Urantia - Urantia Foundation

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di realtà di questa forza primordiale è nettamente più grande all’estremità nord del Paradiso centrale di quanto non lo sia nelle regioni meridionali; questa è una differenza uniformemente registrata. La forza madre dello spazio sembra affluire al sud e defluire al nord sotto l’azione di qualche sistema circolatorio sconosciuto che ha il compito di diffondere questa forma basilare di forza-energia. Di tanto in tanto sono notate anche differenze di pressione tra l’est e l’ovest. Le forze che emanano da questa zona non reagiscono alla gravità fisica osservabile, ma obbediscono sempre alla gravità del Paradiso.

      11:5.6 (122.6) La zona intermedia del centro di forza circonda immediatamente l’area precedente. Questa zona intermedia sembra essere statica, ad eccezione del fatto che si espande e si contrae mediante tre cicli di attività. La minore di queste pulsazioni ha una direzione est-ovest, la successiva una direzione nord-sud, mentre la fluttuazione maggiore avviene in tutte le direzioni, un’espansione ed una contrazione generalizzate. La funzione di quest’area intermedia non è mai stata realmente identificata, ma deve avere qualcosa a che fare con l’aggiustamento reciproco tra le zone interna ed esterna del centro di forza. È opinione di molti che la zona intermedia sia il meccanismo di controllo degli spazi intermedi, o zone quiete, che separano i livelli di spazio dell’universo maestro consecutivi, ma nessuna prova o rivelazione lo conferma. Questa supposizione deriva dalla conoscenza che quest’area intermedia è in qualche modo correlata con il funzionamento del meccanismo dello spazio non penetrato dell’universo maestro.

      11:5.7 (122.7) La zona esterna è la più vasta e più attiva delle tre cinture concentriche ed ellittiche dello spazio potenziale non identificato. Quest’area è il luogo di attività inimmaginabili, il punto centrale di un circuito di emanazioni che procedono verso lo spazio in tutte le direzioni sino ai confini estremi dei sette superuniversi ed oltre, per diffondersi negli enormi ed incomprensibili domini di tutto lo spazio esterno. Tale presenza spaziale è completamente impersonale, anche se in qualche modo non rivelato sembra rispondere indirettamente alla volontà e alle direttive delle Deità infinite quando agiscono come Trinità. Si ritiene che questa sia la focalizzazione centrale, il centro paradisiaco, della presenza nello spazio dell’Assoluto Non Qualificato.

      11:5.8 (123.1) Tutte le forme di forza e tutte le fasi dell’energia sembrano essere poste in circuiti; esse circolano in tutti gli universi e ritornano per vie definite. Quanto alle emanazioni della zona attivata dell’Assoluto Non Qualificato, sembrano arrivare o partire — mai le due cose contemporaneamente. Questa zona esterna pulsa secondo cicli lunghissimi di proporzioni gigantesche. Per poco più di un miliardo di anni di Urantia la forza spaziale di questo centro è in uscita; poi, per una durata simile di tempo, sarà in entrata. E le manifestazioni di forza spaziale di questo centro sono universali; esse si estendono in tutto lo spazio penetrabile.

      11:5.9 (123.2) Ogni forza fisica, energia e materia sono uno. Ogni forza-energia proviene originariamente dal Paradiso inferiore e vi ritornerà alla fine dopo aver completato il suo circuito nello spazio. Ma le energie e le organizzazioni materiali dell’universo degli universi non sono venute tutte dal Paradiso inferiore nelle loro presenti condizioni fenomeniche; lo spazio è il grembo di parecchie forme di materia e di premateria. Benché la zona esterna del centro di forza del Paradiso sia la fonte delle energie spaziali, non è là che lo spazio ha origine. Lo spazio non è né forza, né energia, né potere. Nemmeno le pulsazioni di questa zona spiegano la respirazione dello spazio, ma le fasi di entrata e di uscita di questa zona sono sincronizzate con i cicli di espansione e contrazione dello spazio della durata di due miliardi di anni.

      11:6.1 (123.3) Noi non conosciamo il meccanismo effettivo della respirazione dello spazio; osserviamo semplicemente che tutto lo spazio si contrae e si espande alternativamente. Questa respirazione riguarda sia l’estensione orizzontale dello spazio penetrato che le estensioni verticali dello spazio non penetrato che esistono nei vasti serbatoi di spazio al di sopra e al di sotto del Paradiso. Per tentare d’immaginare la forma volumetrica di questi serbatoi di spazio, potreste pensare ad una clessidra.

      11:6.2 (123.4) Quando gli universi dell’estensione orizzontale dello spazio penetrato si espandono, i serbatoi dell’estensione verticale dello spazio non penetrato si contraggono, e viceversa. C’è una confluenza di spazio penetrato e non penetrato giusto sotto il Paradiso inferiore. Entrambi i tipi di spazio vi fluiscono attraverso i canali regolatori che li trasmutano, dove avvengono le modificazioni che rendono penetrabile lo spazio impenetrabile, e viceversa, nei cicli di contrazione e di espansione del cosmo.

      11:6.3 (123.5) Spazio “non penetrato” significa spazio non penetrato da quelle forze, energie, poteri e presenze di cui si conosce l’esistenza nello spazio penetrato. Noi non sappiamo se lo spazio verticale (serbatoio) sia destinato a funzionare sempre come contrappeso dello spazio orizzontale (universo); non sappiamo se vi sia un intento creativo concernente lo spazio non penetrato. In realtà conosciamo molto poco sui serbatoi di spazio; sappiamo solo che esistono e che sembrano controbilanciare i cicli di espansione e di contrazione dello spazio dell’universo degli universi.

      11:6.4 (123.6) Ogni fase dei cicli di respirazione dello spazio dura poco più di un miliardo di anni di Urantia. Durante una fase gli universi si espandono; durante quella successiva si contraggono. Lo spazio penetrato si sta avvicinando ora al punto mediano della fase di espansione, mentre lo spazio non penetrato si avvicina al punto mediano della fase di contrazione, e noi siamo informati che al presente i limiti estremi di entrambe le estensioni dello spazio sono teoricamente quasi equidistanti dal Paradiso. I serbatoi di spazio non penetrato si estendono attualmente in verticale sopra il Paradiso superiore e sotto il Paradiso inferiore, altrettanto lontano quanto lo spazio penetrato dell’universo si estende orizzontalmente verso l’esterno a partire dal Paradiso periferico fino al quarto livello di spazio esterno, ed anche oltre.

      11:6.5 (124.1) Per un miliardo di anni del tempo di Urantia i serbatoi di spazio si contraggono, mentre l’universo maestro e le attività di forza di tutto lo spazio orizzontale si espandono. Ci vogliono dunque poco più di due miliardi di anni di Urantia per completare l’intero ciclo di espansione e di contrazione.

      11:7.1 (124.2) Lo spazio non esiste su alcuna delle superfici del Paradiso. Se si “guardasse” dritto verso l’alto dalla superficie superiore del Paradiso, non si “vedrebbe” altro che spazio non penetrato che arriva o che parte; attualmente arriva. Lo spazio non tocca il Paradiso; solo le zone di spazio mediano inerti giungono a contatto dell’Isola centrale.

      11:7.2 (124.3) Il Paradiso è il nucleo effettivamente immobile delle zone di relativa quiete esistenti tra lo spazio penetrato e quello non penetrato. Geograficamente queste zone sembrano essere un’estensione relativa del Paradiso, ma c’è probabilmente del movimento in loro. Noi sappiamo molto poco su di esse, ma osserviamo che queste zone di movimento spaziale ridotto separano lo spazio penetrato da quello non penetrato. Zone simili esistevano un tempo tra i livelli dello spazio penetrato, ma queste sono ora meno inerti.

      11:7.3 (124.4) La sezione verticale dello spazio totale assomiglierebbe un po’ ad una croce di Malta, i cui bracci orizzontali rappresenterebbero lo spazio penetrato (l’universo) ed i bracci verticali lo spazio non penetrato (il serbatoio). Le aree tra i quattro bracci li separerebbero un po’ come le zone dello spazio mediano separano lo spazio penetrato da quello non penetrato. Queste zone inerti dello spazio mediano diventano sempre più ampie via via che crescono le loro distanze dal Paradiso, sino ad avvolgere infine i limiti di tutto lo spazio ed incapsulare completamente sia i serbatoi di spazio che l’intera estensione orizzontale dello spazio penetrato.

      11:7.4 (124.5) Lo spazio non è né una condizione subassoluta all’interno dell’Assoluto Non Qualificato, né la presenza di questo Assoluto, né una funzione dell’Ultimo. Esso è un dono del Paradiso; e lo

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