Il Clan Del Nord. Jessica Galera Andreu
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Читать онлайн книгу Il Clan Del Nord - Jessica Galera Andreu страница 6
Jaren afferrò Phileas per il braccio e camminò, con lunghi passi, nella stessa direzione da cui era venuto.
“Porta il mio cavallo”disse.
*****
Stava davanti al corpo senza vita di Lora, la vecchia con cui aveva parlato solo un paio di volte, dato che la sua fattoria non si trovava nel villaggio, ma un po' più lontano, dall'altra parte del ponte. Tuttavia gli occhi verdi di Jaren si erano persi nel nulla, incapace com'era stato, di continuare a guardare. Andava in guerra da quando aveva quattordici anni, la prima volta che suo padre l' aveva mandato, ma nessun cadavere l'aveva impressionato in quel modo, perché non aveva idea di cosa potesse averla uccisa.
Giaceva supina in cucina, i suoi occhi vitrei rivolti al soffitto e una successioni di enormi morsi sul viso, sul collo e su tutto il corpo. Il sangue aveva sporcato tutto, nonostante alcune donne avessero cercato di ripulirlo. Jaren si mise a sedere e si guardò intorno, la piccola stanza dove lo scialle della vecchia, anch'esso macchiato di sangue, indicava che qualunque cosa fosse accaduta, l'avevano portata fino a lì. Tuttavia tutto era in ordine. Non dava la sensazione che qualcuno fosse entrato a rubare, e le ferite che avevano causato la morte di Lora lo confermavano. Doveva trattarsi di un animale, senza dubbio, ma come aveva fatto ad entrare in casa per fare tutto quello alla povera donna? Jaren entrò in soggiorno e si fermò sulla soglia della porta che era rimasta aperta. Notò allora che la fattoria si trovava sorprendentemente vicino alla foresta, ma in tutto il tempo che era stato lì non aveva mai incontrato lupi o altri animali che avrebbero potuto fare tutto ciò. Sette dei suoi uomini camminavano avanti e indietro, cercando di trovare qualcosa che li aiutasse a capire cosa fosse successo; alcuni abitanti del villaggio li avevano accompagnati, e sebbene fossero riusciti ad individuare alcune tracce nel fango, la pioggia persistente che era caduta durante la prima mattinata ne aveva cancellate una buona parte.
Goriath arrivò e si fermò accanto a Jaren, Era uno dei soldati più veterani, un generale dell'esercito di Isalia, a cui il re aveva affidato l'addestramento di Jaren in combattimento e il compito di guidare il proprio esercito. Il rapporto con lui non era facile per il giovane principe, poiché Goriath odiava dover finire per essere l'ombra di Jaren sul campo di battaglia, dove lo aveva più volte incolpato della morte di molti dei suoi uomini, per la particolare attenzione che doveva prestare alla sua sicurezza. Il re poteva accettare la morte di un soldato, ma non la morte del proprio figlio, almeno non mentre era sotto la tutela di Goriath.
“Lupi” disse l'uomo “E' già sciocco collocare qui la fattoria, ma se ci cammini di notte, stai gridando a gran voce di voler essere la loro cena.
“Dentro la casa? Pensi che un lupo avrebbe potuto farlo?”
“Uno o più.”rispose Goriath. Iniziò a camminare lentamente verso il recinto dove erano legati i cavalli, ci passò sotto e si avvicinò per preparare il suo cavallo.
“Sai che i lupi vanno raramente da soli. Ma in ogni caso non c'è nessun tipo di mistero qui. Una perdita di tempo la camminata fino a qui. Qualcuno dovrebbe dare a quel ragazzo qualche frustata.”
Jaren cercò con lo sguardo Phileas, il ragazzo che li aveva informati dell'accaduto e lo localizzò dall'altra parte, vicino agli uomini che stavano esaminando le impronte, attaccato alla recinzione e con lo sguardo lacrimante. Poteva vedere il tremito delle sue mani e la forza con cui le sue dita stringevano il legno. Goriath sciolse le redini del suo cavallo e lo montò.
“Ritorno all'accampamento”annunciò bruscamente. “Dirò ai ragazzi di fare le valigie e di prepararsi per la marcia. Il re ci ha esortati a tornare il prima possibile. Suppongo che i preparativi per il tuo matrimonio siano pronti.”
“Il matrimonio? Già!”.
“E' quello che diceva la lettera di sua Maestà.”Stavano per ritornare all'accampamento, ma purtroppo questo...sfortunato imprevisto è venuto fuori. “Tutto è programmato per il nostro ritorno, che non dovrebbe richiedere più di qualche giorno. Congratulazioni.”
Poi spronò il cavallo e tornò al villaggio. Jaren sapeva da diverse settimane del suo fidanzamento con la principessa di Esteona, ma fino a quel momento, l'evento era solo un atto prestabilito nella sua vita, una vita senza un proprio controllo, diretta a colpi di convenienza, d'obblighi. Tuttavia sentire la vicinanza della data del matrimonio gli provocò un disagio e un contenuto desiderio di ribellione. Inspirò profondamente ed assistette all'arrivo di un carro da cui discesero un uomo e una donna, che aiutarono poi a scendere un vecchio dall'aspetto debole e fragile: il vecchio Hans. Lo aveva incontrato solo un paio di volte, ma sapeva benissimo che era il vedovo di Lora, e dovette fare grandi sforzi per non sentirsi male vedendo l'espressione del vecchio mentre correva verso la casa. Ansimò sconsolato e chiuse gli occhi, aprendoli all'istante all'udire una nuova voce.
“Possiamo ritirarci Jaren?”chiese Atsel.
Jaren girò la testa, senza spostarsi e lo guardò con rammarico. Era uno dei soldati più giovani dell'esercito di Isalia, o almeno rispetto agli altri uomini che comandava, scelto da Elessa e Sylvaen per concepire quella creatura che in seguito avrebbero fatto passare per suo figlio.
“Hai scoperto qualcosa?”chiese, cercando di concentrarsi su altre questioni.
“Ci sono impronte di cavallo e anche impronte umane. Niente che possa essere collegato a quello che è successo a quella povera donna.”
“Goriath pensa che siano lupi. Ma come avrebbero potuto arrivarci senza lasciare impronte all'uscita del bosco?”
“Non lo so, Jaren. Ma ad essere sincero l'unica cosa che mi preoccupa a questo punto è tornare alla mia Isalia, dormire tre giorni di seguito, ubriacarmi fino a scoppiare nella taverna di Aurea e tornare alla prossima guerra che il re deciderà.”
Jaren fece un sorriso effimero.
“L'idea di sposarti e condurre una vita più tranquilla non ti passa mai per la testa?”
Atsel ricambiò il sorriso, sebbene la sua espressione fosse più aperta e sincera.
“No” rispose seccamente, “Non voglio mai più vedere una donna, nemmeno da lontano.”
L'effimero sorrise di Jaren era già svanito e il suo sguardo, fisso su Atsel, fece capire al ragazzo perché il suo principe gli aveva fatto quella domanda.
“Lei ha scelto te.”rispose “e io lo accetto. Basta. Non ho intenzione di drammatizzare.”
“Lei e io non...”
“Lo so, Jaren. Sei impegnato, ma in questo caso non è solo quello che vuoi o che smetti di volere che conta. Se Sylvaen sta con te è perché non mi ama. Non ho bisogno di sapere di più. E se sei determinato a tenere uno di quei discorsi che odio, ti dirò che sto bene. Non troverei nulla qui che non riuscirei a trovare anche ad Isalia. “
Jaren rimase in silenzio.
“Possiamo tornare all'accampamento?”
“Certo. Io vengo fra un attimo.”
Mentre lo guardava comandare il resto dei suoi uomini e poi andarsene a cavallo, Jaren non poté fare a meno di sentirsi un volgare traditore.
Non aveva la minima idea di cosa ci fosse tra Sylvaen e Atsel finché non aveva sentito la giovane donna parlare a sua madre, ma Atsel sapeva cosa c'era tra il principe e la ragazza che aveva risvegliato qualcosa in lui. Jaren odiava