Inizio di una Nuova Vita. Emma Knight
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“Vedremo,” Rachel rispose a sua madre.
La donna uscì dalla camera e chiuse la porta dietro di sé.
BIP BIP BIP.
Rachel guardò fuori dalla finestra e vide un grosso camion bianco, fare retromarcia nel loro vialetto d'accesso; aveva la scritta “Traslochi e Deposito AL” stampata su una fiancata. Il bip cessò, e due uomini vennero fuori dal camion, e aprirono lo sportello posteriore.
Rachel vide uscire scatolone dopo scatolone. Le sembrava che tutta la sua vita fosse stata bruscamente rinchiusa in quegli scatoloni, tutto perché suo padre aveva ottenuto il trasferimento.
Rachel vide i suoi genitori parlare con i traslocatori ed etichettare ciascuno scatolone con adesivi Post-it, così che sapessero esattamente in quale stanza portarli.
Sebbene Rachel fosse furiosa per il trasferimento, era anche ansiosa di vedere la sua nuova casa. Uscì tranquillamente dalla sua camera, e scese le scale. Non voleva che la sua famiglia si accorgesse della sua curiosità e sapesse che sbirciava in giro.
Arrivata in fondo alle scale, girò a sinistra e si diresse nel soggiorno. Vide un camino e due grandi finestre. La mente di Rachel cominciò a vagare, pensando a come festeggiare il Natale in quella stanza, e a come mettere l'albero proprio nell'angolo e infine decorarlo. La stanza ora appariva molto spoglia, tranne per pochi scatoloni disposti lungo la parete.
Rachel continuò a vagare per il soggiorno, che era unito ad un'altra stanza molto luminosa, con un bovindo che si affacciava sul giardino anteriore. Rachel immaginò che si trattasse della camera da pranzo, ma non ne era sicura. Le pareti della stanza erano dipinte di un orrendo marrone.
Superata l'orribile stanza marrone, entrò in cucina. Accese la luce e si guardò intorno. Si sentì depressa alla vista dei mobiletti neri in formica e dei pavimenti scuri di linoleum. C'era un odore di stantio in quella cucina, che acuì ancora di più la mancanza della sua vecchia casa.
Rachel proseguì l'esplorazione delle stanze e dei bagni e sentì un forte senso di vuoto: non avrebbe mai pensato di provare attaccamento nei confronti di una casa. Non si era mai resa conto di quanto fosse attaccata alla sua vecchia casa in Pennsylvania.
Rachel sentì i traslocatori entrare dalla porta d'ingresso, le voci dei genitori che li guidavano con scatoloni, mobilio, sedie, cornici, tv e computer. Aveva visto abbastanza e salì di sopra prima che qualcuno la notasse.
Chiuse la porta della sua camera e si sedette sul pavimento accanto allo scatolone che conteneva le sue cose. Frugò nel suo zaino Kipling, color blu navy, per trovare il suo portachiavi: sapeva di avere un piccolo paio di forbici. Aprì il nastro adesivo sullo scatolone, ansiosa di scoprire come avrebbe trovato il contenuto.
Rachel ricordò quanto fosse stata furiosa di dover impacchettare tutta la sua stanza, e aveva semplicemente gettato le sue cose nello scatolone, senza alcun ordine o attenzione. Quando aprì i lembi di cartone, non fu sorpresa di trovare una grande confusione ad attenderla. Era come se tutta la sua vita fosse stata stipata all'interno di uno scatolone di cartone.
In cima, c'erano alcune fotografie impolverate di lei e del suo gruppo di amici della Pennsylvania. Le mancavano i suoi amici e non riusciva ad immaginare di essersi separata da loro. Non era nel gruppo dei più popolari della scuola, e non lo era mai stata, ma Rachel voleva comunque bene ai suoi amici. Erano semplici, senza grilli per la testa, non facevano drammi.
La foto più in alto, in particolare, non era una delle preferite di Rachel: era stata scattata alla Fiera Olandese la scorsa primavera, un carnevale con giostre e giochi, e le persone indossavano abiti coloniali. Era un evento abbastanza stravagante, ma Rachel lo aspettava ogni anno.
La ragazza estrasse un'altra foto e cominciò a venirle un nodo alla gola. Erano lei e la sua migliore amica Dana, che si abbracciavano sorridenti. Erano inseparabili da anni, e si conoscevano sin dalla quinta elementare. Erano state nelle stesse squadre di pallavolo, tennis e calcio per anni, e stavano sperando di entrare nel gruppo delle cheerleader nell'autunno. Adoravano andare a fare shopping al centro commerciale in Pennsylvania. I loro negozi preferiti erano JCPenney, Aeropostale, Gap e American Eagle. Adoravano anche fare shopping al Wal-Mart, e riuscivano sempre a trovare degli accessori carini lì.
Una lacrima cadde sulla foto. Rachel l'asciugò in fretta, ma lasciò una macchia proprio al centro della foto.
Rachel la mise giù e cominciò a piangere. Odiava quella casa, le mancavano gli amici, era infuriata con i suoi genitori, e non riusciva a immaginare che l'indomani sarebbe stato il suo primo giorno all'Apache High School.
I pensieri di Rachel furono interrotti da una canzone di Britney Spears a tutto volume, che rimbombava attraverso le pareti della sua camera.
Accidenti, non la sopporto.
Rachel si alzò e si diresse verso una porta della stanza, che aveva pensato fosse il suo armadio, lo aprì e vide Sarah lì, che cantava e ballava a ritmo della musica. Il cuore di Rachel crollò davanti a quella scena: avevano un bagno in comune.
“Shame on me, to need release, un-uncontrollably… I I I wanna go o o all the way ay ay takin’ out my freak tonight.”
Rachel non riusciva a crederci; avevano davvero un bagno in comune? Come se le cose potessero andare peggio di così.
Rachel chiuse la porta con violenza. Sarah era l'antitesi di Rachel. Era una ragazza femminile, popolare e amata da tutti. Aveva un bellissimo ragazzo più grande al college, e i due parlavano di sposarsi. Sarah era magra, bionda, con gli occhi azzurri e aveva sempre le unghie perfettamente smaltate. Amava la musica pop, ballare e cantare, e non osava praticare uno sport in cui si prevede il contatto. Sarah era carina e composta, caratteristiche che non definivano affatto Rachel.
No, Rachel era intelligente, con i capelli castani, di peso medio (non magrissima, ma neanche grassa). Era di aspetto decente, ma non si era mai considerata bella. Rachel amava lo sport e stare all'aperto, a contatto con la natura. Era una brava ragazza e rispettava sempre le regole. Aveva un bel gruppo di buoni amici, ma non era in quello popolare. Non aveva mai avuto un ragazzo, sebbene avesse preso svariate cotte.
Per così dire, sostenere che le due non si comprendevano sarebbe stato il minimo. Rachel tornò al suo scatolone e vi frugò all'interno, alla ricerca del suo diario. Scriveva una pagina ogni sera sin dalla seconda media, e quella sera non era intenzionata a interrompere tale abitudine.
Rachel lo trovò stipato in fondo allo scatolone e gli tolse la polvere. Quell'oggetto era la sua vita. Rosso porpora, con un teschio sulla copertina, era spesso e pesante, colmo di note degli amici, matrici di biglietti e immagini attaccate con il nastro adesivo. Rachel portava al collo la chiave per aprire il diario e non la toglieva mai. Era una ragazza molto introversa, e sarebbe morta piuttosto che lasciare che chiunque leggesse il suo diario.
Rachel sollevò il diario, avvicinandolo alla sua collana, e poi lo aprì dopo aver inserito la chiavetta nella serratura a forma di cuore. Era diventata un'esperta nell'aprirla, mentre indossava ancora la chiave.
Estrasse la sua penna preferita dallo scatolone, e si preparò a scrivere:
Caro Diario,
Oggi è stato il giorno peggiore della mia vita. Sono seduta qui, nella mia nuova stanza, frugando tra le foto dei miei amici e mi rendo conto di non averne qui a Westchester. Nessuno. La scuola comincerà domani e io ho paura. Scommetto che nessuno mi rivolgerà la parola. Ho parlato con Dana e tutti andranno alla festa dell'ultimo giorno d'estate stasera, mentre sono seduta qui in questa stanza vuota e fredda. Accidenti,