Nemmeno un bacio: Dramma in tre atti e un epilogo. Bracco Roberto

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Nemmeno un bacio: Dramma in tre atti e un epilogo - Bracco Roberto

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che egli possa non udire.) E dimmi: quel signore, che è più prete di te, chi sarebbe?

Enrico

      (sulle spine – presentandolo) Il mio maestro di teologia: il professor Tabarra.

Nanetta

      (affrettandosi a presentarsi da sè e a stringergli la mano) Nanetta d'Altuna, felicissima di conoscerla! Io non so bene di che si tratti, ma deve essere interessante la teologia…

Don Giacinto

      (con una gran voglia di svignarsela) Sì… È probabile.

Nanetta

      Assisterò volentieri a qualche lezione. Purchè sia roba per signorine, beninteso… come, per esempio… Il padrone delle Ferriere, Il romanzo d'un giovane povero…

Don Giacinto

      (storce il viso, fa gli occhi d'un bue.)

Nanetta

      (gettando, a molta distanza, sul canapè, il velo che s'è tolto e la borsetta di viaggio) A scanso d'equivoci, professore, io sono ancora una signorina. Forse lei ne ha dubitato vedendomi giungere qui, tutta sola, in automobile. Ma io, oramai, americaneggio, sa. Ho fatto per troppo tempo la signorina italiana. N'ero stufa! Due piedi in una scarpa… Capirà!.. E poi ce l'ho nel sangue un po' d'America. Mia madre – la moglie dello zio di Enrico – è un'americana. A lei, professore, evidentemente, non piacciono le signorine americaneggianti come me.

Don Giacinto

      Se non ho aperto bocca!..

Nanetta

      Scusi: perchè non le piacciono?..

Don Giacinto

      Chiedo licenza… I miei rispetti, i miei rispetti, i miei omaggi, i miei ossequi… (Se la svigna verso il parco, tenendosi con una mano la pancia, mettendosi con l'altra il cappelletto sul cocuzzolo.)

Enrico

      E la lezione, professore?!

Don Giacinto

      (allungando le gambe e uscendo) Tornerò! Tornerò, figliuolo! Tornerò. Tornerò.

      SCENA NONA

Nanetta

      È buffo il tuo professor Tabarra!

Enrico

      (timido) E voi… voi siete… piuttosto allegra, mi pare.

Nanetta

      Altrochè… (Effimera) Allegrissima! E sin dalla nascita sono allegrissima! Di solito, si nasce piangendo?.. Mi è stato assicurato che io, viceversa, nacqui ridendo. (Col pensiero saltellante) Ma, dunque, che n'è di questa zia Clotilde? Dove si cela?

Enrico

      La mamma è uscita insieme col signor Liberti.

Nanetta

      Ahi… Col signor Corrado?

Enrico

      Lo conoscete molto?

Nanetta

      (con una particolare intonazione) Sì, abbastanza!.. Che siano andati alla stazione per ricevermi?.. È possibile, perchè io avevo annunziato alla zia il mio arrivo senza avvertirla che sarei venuta in automobile.

Enrico

      Mi duole che la mamma non sia in casa…

Nanetta

      Mentre sto ad aspettarla, mi terrai compagnia tu, spero.

Enrico

      Come volete.

Nanetta

      E sarai, certamente, molto cortese, molto galante. Ti è proibito di essere galante?

Enrico

      (confuso) Non credo.

Nanetta

      Se non ti è proibito, comincia col togliermi questa spolverina. (Svoltandosela già sulle spalle) Articolo primo della galanteria: «L'uomo deve togliere la spolverina alla donna».

Enrico

      (preoccupato) Mi proverò.

Nanetta

      Animo, cuginetto, chè pericoli non ce ne sono!

Enrico

      (goffamente, cerca di eseguire.)

Nanetta

      Aspetta, che mi laceri qualche cosa. Ciò non è prescritto dal codice della galanteria. Anzi! Divieto assoluto di lacerare!.. Pianino pianino… Bravo!.. Così!..

Enrico

      (soddisfatto) Devo togliere altro?

Nanetta

      Ah, no!.. Togliere altro, no! E adesso, tu mi inviti a sedere, e io seggo: io t'invito a sedere, e tu siedi.

Enrico

      (resta lì, immobile, attento, a guardarla, tenendo la spolverina, delicatissimamente, come se fosse una preziosa ragnatela, con la punta delle dita.)

Nanetta

      Non hai inteso?

Enrico

      (scotendosi) Ho inteso, sì! Ecco… (D'urgenza, pone la spolverina sul canapè, afferra una sedia e gliela offre.)

Nanetta

      (siede) Benissimo. (Indi, con i gesti, gli dice di pigliare un'altra sedia e di sedere presso di lei, dirimpetto.)

Enrico

      (obbedisce.)

Nanetta

      Benissimo! (Pausa. E, d'un subito, assillata da un'impellente curiosità, vivamente comincia) Sicchè… (Ma s'interrompe e si trattiene per non rivelarsi.)

Enrico

      Sicchè?..

Nanetta

      Di che cosa vogliamo discorrere, cuginetto?

Enrico

      A vostro piacere.

Nanetta

      Discorriamo un po'… discorriamo un po'… del signor Corrado. Eh?

Enrico

      Discorriamo un po' del signor Corrado.

Nanetta

      Qui, in campagna, lo vedete spesso, voialtri?

Enrico

      Assai spesso lo vediamo. Egli è di casa. E poi il villino suo è attaccato alla nostra villa. I due parchi ne formano quasi uno solo. Non li divide nemmeno una siepe.

Nanetta

      (arzigogolando per conto suo, tace.)

(Un silenzio.)Enrico

      (per prolungare il discorso) Se non m'inganno, una volta, anche quel villino apparteneva a noi: alla famiglia Carmineti… E, una ventina d'anni fa, egli deve averlo comprato dal mio babbo, di cui era intimo amico… Perciò i due parchi…

Nanetta

      No, vedi, di tutto questo non me ne importa niente.

Enrico

      (con semplicità) Discorrevo del signor Corrado per accontentarvi.

Nanetta

      (irrequieta, bisbetica) Te ne ringrazio, ma… passiamo oltre. Basta di lui! Sì, basta, basta! Perchè non ci occupiamo di te, invece? Ne so così poco! Desidero saperne un tantino di più.

Enrico

      (con una certa emozione) Non ne vale la pena…

Nanetta

      (canzonandolo graziosamente) O cielo! Com'è modesta Sua Eminenza!.. (Mutando) Ma sai che quanto più ti guardo più mi sembri diverso da tuo fratello primogenito?

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